PALERMO: OPERAZIONE BAG DELLA POLIZIA DI STATO

La Polizia di Stato, su delega della Direzione Distrettuale di Palermo, ha eseguito un’Ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Palermo, a carico di 17 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, nonché di vendita e cessione di sostanza stupefacente.

In particolare, la Squadra Mobile ha eseguito una misura di custodia cautelare in carcere a carico di indagati, ritenuti gravemente indiziati del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (art. 74 legge sugli stupefacenti.

Inoltre la medesima ordinanza ha disposto la sottoposizione a misure cautelari a carico di soggetti ritenuti gravemente indiziati di vendita di sostanze stupefacenti (art. 73 legge sugli stupefacenti):

L’operazione scaturisce da un’articolata attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo –Direzione Distrettuale Antimafia ed avviata tra il 2018 ed il 2020, su un contesto criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti e particolarmente attivo nell’area mandamentale di Brancaccio – storica enclave di cosa nostra.

Infatti, il percorso investigativo avviato dalla narcotici ha seguito il solco della precedente indagine antimafia, culminata nel maggio dello scorso anno con l’arresto di 31 soggetti indagati di appartenenza alla famiglia mafiosa del mandamento di Brancaccio, nonché di traffico di sostanze stupefacenti (cd. Operazioni Tentacoli).

Nell’articolato contesto investigativo, realizzato mediante attività d’intercettazione e tradizionali servizi di osservazione, si delineava l’operatività di un’associazione che operava trasversalmente sul territorio cittadino ed in provincia, impegnata quotidianamente nella ricerca e gestione di più fonti di approvvigionamento di hashish e cocaina, anche con canali di acquisto calabresi, oltre che una costante attività di cessione di stupefacenti.

Nella programmazione dei ruoli e degli incarichi è emerso che alcuni dei componenti erano attivi sul fronte dell’approvvigionamento, mentre altri, con funzioni più prettamente esecutive ed anche separatamente tra loro si prodigavano nello smercio al dettaglio.

In effetti come ha illustrato il Giudice per le Indagini Preliminari nel corpo del provvedimento restrittivo il vincolo che legava alcuni associati era analogo a quello di una società consortile con un programma criminale condiviso e temporalmente indeterminato con forniture reiterate e stabili, anche in via di esclusività e con prezzi di favore.

Le indagini hanno anche disvelato il carattere violento di alcuni componenti del gruppo criminale, infatti nel corso delle attività si ricostruiva un violento episodio avvenuto a Carini., in cui un sodale, pressato nel riscuotere somme di denaro che erano urgentemente destinate ai fornitori calabresi, incontrava per strada un suo acquirente di stupefacente nonché suo debitore e, per tale motivo, armato di una “cazzottiera”, lo picchiava violentemente anche alla presenza di un bambino e di altri 2 sodali che assistevano all’aggressione.

Nel corso delle indagini sono stati eseguiti diversi sequestri di sostanza stupefacente a titolo di riscontro, per un quantitativo complessivo di diversi chili di hashish importati dalla Campania e dalla Calabria, con arresti in flagranza dei corrieri incaricati al trasporto dello stupefacente.

Un indagato, destinatario del provvedimento restrittivo in carcere, risulta al momento irreperibile ma è attivamente ricercato.

L’odierna operazione è stata eseguita con la collaborazioni di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Palermo e delle Unità cinofile della Polizia di Stato.

L’odierno provvedimento, emesso dal G.I.P. di Palermo sulla base delle risultanze investigative condotte da questo Ufficio e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, si basa, allo stato, sui gravi indizi di colpevolezza, significando che le piene responsabilità penali per i fatti indicati saranno accertati in sede di giudizio e che pertanto al momento tutti gli indagati devono considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva.

 

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

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