(da Chi l’ha visto – Rai)
“Continuate a cercare la mia bambina, non fermatevi; portatemela a casa il prima possibile”. Susy Albertini, la mamma di Dayana, la bambina di cinque anni, che era a bordo della Costa Cocordia naufragata davanti all’Isola del Giglio e ancora dispersa ha rivolto un appello ai soccorritori durante l’ultima puntata di “Chi l’ha visto?”, in gran parte dedicata ai familiari dei dispersi e alle segnalazioni dei superstiti utili per le ricerche e le indagini. Il suo avvocato Davide Veschi, si è rivolto ai passeggeri della nave: “Potete dirci dove avete visto la bambina con il suo papa’? potete dirci un luogo preciso da dove poi è scomparsa?”. Ha risposto in diretta all’appello il signor Umberto: “Ero anche io sulla nave quella notte. Al quarto livello, quando dovevamo imbarcarci sulle scialuppe, ci hanno messo in un angolo insieme ad altri genitori e bambini, perché c’era una bolgia di calci e spinte. Io ero in panico, ma a mia moglie è rimasta impressa una cosa e se ne è ricordata quando ha visto la foto della bambina. C’erano vicino a noi due spagnoli che ci sono rimasti impressi perché erano nudi, in costume da bagno, e avevano per mano questa bambina. Per prima cosa ci hanno chiesto se era nostra figlia, perché stavano cercando disperatamente i suoi genitori. La bambina, logicamente, era spaurita. Ecco, il momento in cui l’abbiamo vista è stato lì, al quarto livello, nel punto in cui dovevamo prendere le scialuppe. La bambina era lì da sola, non c’erano i suoi genitori. I due spagnoli erano una coppia, una donna e un uomo, adulti ma giovani, non anziani”.
Un uomo ha telefonato in trasmissione per dire di avere visto il comandante Schettino con due donne nel momento dell’incidente:” Ero con mia moglie al ristorante esclusivo, all’ultimo piano della nave, erano le 21:15 ed ho visto il comandante arrivare al ristorante in compagnia, abbracciato con due ragazze, una bionda e una coi capelli scuri. Mostrava alle due ragazze la vetrata del ristorante, la vetrata da cui si vedeva l’isola. Poi il panico: la nave si è inclinata, la luce è andata via, sono scappati tutti, non c’era più un ufficiale, nessuno che ci dicesse cosa fare… abbandonati a noi stessi: persone anziane, bambini, disabili… C’era una bambina con una signora spagnola che chiedeva aiuto. Non so dove sia finita. Nessuno ci ha detto cosa fare, ci guidavano gli animatori e i camerieri peruviani”.
Ha chiamato in diretta Concetta Rovi, 63 anni, di Messina, che era in viaggio con una sua amica ed è stata tra i primi passeggeri a scendere dalla nave: “Eravamo al ristorante c`è stato un urto violentissimo, sono saltati piatti, bicchieri, tavoli, è andata via la luce e i camerieri ci hanno portato sul ponte dove c’erano le scialuppe, ma non ci facevano avvicinare perchè dicevano “dobbiamo aspettare l’ordine”. Tutti gridavano “fateci scendere, fateci scendere”. Le scialuppe erano lì ma non ci facevano scendere. Siamo rimasti lì più di un’ora e mezza. Ci ripetevano “c’è un blackout”. La figlia, Lucia Calapai da Prato, alle 21.57 ha ricevuto una telefonata dal fratello Nicola che aveva sentito la madre allarmata. Ha chiamato subito i carabinieri di Prato allertandoli. Poco dopo i carabinieri hanno richiamato per dirle di aver parlato sia con la madre che con la guardia costiera e che tutto era sotto controllo: c`era soltanto un blackout elettrico. Allora la donna ha richiamato la madre per tranquillizzarla e lei le ha risposto che la nave si stava inclinando. Lucia Calapai ha chiamato direttamente la guardia costiera, che ha ripetuto che si trattava solo di un blackout e che altro non potevano dirle. Solo da un telegiornale ha poi avuto la notizia del naufragio.
Rogelio Barista, un cuoco che lavorava sulla Costa Concordia, intervistato da una televisione inglese ha rivelato come il comandante della nave avrebbe trascorso i minuti immediatamente successivi all’incidente: “Il comandante ci ha ordinato la cena intorno alle 22 – 22:30 e l’ho visto con una donna che non ho riconosciuto. Ho chiesto all’altro cuoco, Jason Velasco, cosa passasse per la testa al comandante. In quei momenti stava cadendo tutto a terra, anche il nostro cibo. Non potevo credere a ciò che succedeva. Ho fatto tante esperienze in anni di navigazione come cuoco, come un incendio a bordo, anche sulla Costa Concordia, e mi sono imposto di non avere paura. Ho guardato fuori per cercare il comandante e l’ho visto ancora in attesa del suo drink. Mi sono chiesto perché, con tutto quello che stava accadendo stava ancora aspettando il dessert per la sua ospite”.