Immigrazione: Mare nostrum, 1149 persone soccorse in 48 ore

immigratida Ansa.it

Nelle ultime 48 ore sono 1149 i migranti sbarcati nei porti siciliani dalle navi della Marina Militare, supportate dalla nave mercantile Red Sea: la fregata Espero ed il pattugliatore Cassiopea ne hanno soccorsi 828 sbarcandoli il giorno di Pasqua a Pozzallo.

Nel porto di Augusta – dice una nota – è in arrivo la nave anfibia San Giorgio con 321 migranti soccorsi ieri nello Stretto di Sicilia, tra cui 62 donne e 5 bambini. Ieri, durante le operazioni di identificazione a bordo della nave, due migranti sono stati fermati dall’ufficiale di polizia giudiziaria imbarcato e dal Comandante della nave per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Il provvedimento è stato disposto dal magistrato di turno presso la Procura di Siracusa.

Migranti, sì all’operazione ‘Mare nostrum’

Mare-nostrumdaADNKronos

Si chiama ‘Mare nostrum’ l’operazione militare umanitaria che prenderà il via martedì nel sud del Mediterraneo. Lo ha annunciato il vice premier Angelino Alfano al termine del vertice di palazzo Chigi sull’immigrazione.

“Abbiamo tre livelli per affrontare i flussi migratori: il primo è la cooperazione internazionale tendente a fare di tutto perché non partano le navi dei mercanti di morte; il secondo è il controllo della frontiera che è europea; il terzo è l’accoglienza e il dispiegarsi del dispositivo nazionale – ha spiegato Alfano -. Da settimane e mesi diamo il meglio a livello nazionale, stiamo facendo un discorso molto duro e chiaro con l’Europa”. Ora massima attenzione al ”livello di protezione della frontiera”.

Parlando dei costi della missione, Alfano ha spiegato: “Ci sono i bilanci dei ministeri che servono a coprire, non facciamo una nuova legge di copertura”. “Il punto di fondo è che l’Italia rafforza la protezione della frontiera esterna e quando si calcolano i costi bisogna capire quali sono i costi che il Paese si troverebbe ad affrontare in assenza della missione – ha spiegato il vice premier -. C’è la deterrenza che si ha dal pattugliamento, più l’intervento delle Procure della Repubblica cha già in due circostanze hanno sequestrato le navi e arrestato l’equipaggio, la somma del pattugliamento e dell’azione della polizia giudiziaria e della magistratura avrà un effetto deterrente molto significativo per chi pensa impunemente di fare traffico di esseri umani”.

Il ministro della Difesa Mario Mauro , parlando dei costi della missione, ha spiegato: “Attualmente i costi sono intorno a un milione e mezzo al mese, potenziando si spenderà di più”.

“L’Italia non vuole scaricare barile ma si assume maggiormente le sue responsabilità”, ha aggiunto a proposito della missione, definendola una “operazione militare umanitaria” che “prevede il rafforzamento del dispositivo di sorveglianza e soccorso in alto mare, già presente, che incrementiamo per incrementare il livello di sicurezza delle vite umane e il controllo dei flussi migratori”.

Mauro ha elencato i mezzi impegnati nell’operazione parlando, tra l’altro, di una “unità anfibia ‘landing platform dock’ con elicotteri di lungo raggio, capacità ospedaliera e sanitaria di primo intervento, ricovero e bacino allagabile per gommoni di soccorso; quattro unità navali, due fregate e due pattugliatori; due elicotteri con infrarossi e radar; un velivolo per visione notturna; una unità navale di mototrasporto costiero; un velivolo di pattugliamento marittimo; l’uso di sistemi di pilotaggio remoto”.

Il premier Enrico Letta, nella conferenza con il premier finlandese Jyrki Katainen, anticipando i temi poi discussi nel summit a Palazzo Chigi, ha dichiarato: “Ho chiesto al primo ministro finlandese, come ad altri colleghi europei, di aiutarci perché per noi questa è una grande priorità: il Mediterraneo è il nostro mare e non possiamo tollerare quello che è accaduto, che il Mediterraneo sia un mare di morte”.

“Ho spiegato al premier finlandese il senso della missione umanitaria”, ha aggiunto il primo ministro. “Abbiamo discusso di come rinforzare Frontex, che rappresenta uno degli strumenti più importanti e va rinforzato, ne discuteremo al Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre”.

Intanto non si fermano gli sbarchi in Sicilia. Undici extracomunitari sono stati bloccati dai carabinieri lungo la spiaggia, nella frazione di Cornino, nel trapanese. Non è stata ritrovata, invece, l’imbarcazione usata per la traversata.

Sono stati fermati gli scafisti ritenuti responsabili dello sbarco dei migranti siriani avvenuto domenica a Reggio Calabria. La Guardia di finanza li ha intercettati a bordo della nave madre che avrebbe abbandonato i migranti su un peschereccio. Sono diciassette in tutto, ma tre sono minorenni. Per le loro posizioni non è competente la procura di Reggio Calabria che invece per gli altri 14 ha emesso un decreto di fermo per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina con diverse aggravanti.

Quanto al naufragio del 3 ottobre, sale a 364 il numero delle vittime. Domenica i sommozzatori hanno recuperato altri due cadaveri in mare. Oltre cento bare contenenti le spoglie delle vittime sono state caricate sulla nave Libra della Marina militare per essere portate a Porto Empedocle. Domenica la nave Cassiopea, sempre della Marina militare italiana, ha portato a Porto Empedocle le prime 150 salme.

La Procura di Agrigento, nel frattempo, sta indagando sulla presenza di eventuali ‘basisti’ a Lampedusa, cioè di persone che potrebbero tenere contatti con gli scafisti in Libia. “Stiamo verificando – spiega all’Adnkronos il Procuratore capo di Agrigento Renato Di Natale – a tutto tondo per cercare di capire se sull’isola ci siano persone che tengono i contatti con gli scafisti in Libia prima della partenza delle imbarcazioni. Per ora si tratta di verifiche. Ma non posso aggiungere di più”.