La Polizia di Stato identifica ed arresta l’autore di una lunga sequenza di rapine, compiute in androne di condominio, a danno di giovani donne, colte di sorpresa in ascensore, nell’atto di rincasare. Si tratta di un 49enne pregiudicato bagherese, nei cui confronti è stata eseguita dai poliziotti della sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” della Squadra Mobile (i cosìdetti Falchi) e dai colleghi del Commissariato di P.S. “Politeama” un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Palermo. L’uomo era già stato tratto in arresto lo scorso 11 aprile, per un analogo reato, dai poliziotti del Commissariato di P.S. “Politeama” che lo fermarono in via De Spuches, dopo una aggressione compiuta in un edificio di via Giacomo Cusmano. Quell’arresto ha consentito, non soltanto di frenare una emorragia di aggressioni, che probabilmente il malvivente avrebbe replicato ma ha anche fornito agli investigatori uno spunto decisivo per la soluzione di una lunga teoria di analoghi episodi registrati in zona nei giorni precedenti. Impressionante non è stato, infatti, soltanto il numero di rapine (6) e tentate rapine (3) compiute nel breve volgere di 4 mesi, ma anche la ricorrenza di modalità e circostanze di luogo che accomunano i vari casi e che, sin dall’inizio, fecero propendere i poliziotti sulla riconducibilità degli episodi ad un unico autore. Dal giorno dell’epifania 2018 all’aprile dello stesso anno, l’aggressore, al centro residenziale di Palermo, adocchiava su strada giovani donne in procinto di rincasare e le seguiva fin dentro l’androne di casa. Qui proseguiva la sua messinscena per qualche secondo, fin quando, giunto ad un piano basso, fingeva di fuoriuscire dalla cabina per rientrarvi repentinamente, puntare un taglierino alla vittima ed ottenere denaro, oggetti personali e monili. Tale condotta caratterizzata, nel corso del tempo, da sfrontatezza ed assenza di scrupoli tanto da sfociare, in un caso, in palpeggiamenti di parti intime e quindi in aggressione sessuale, ha configurato anche il reato di violenza sessuale. Altre circostanze che denotano l’irriducibilità criminale dell’indagato sono l’aver compiuto le molteplici aggressioni quando era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Bagheria ed il non avere desistito dalla rapina neanche in presenza di figli minori delle sue vittime. Uno dei casi, fu proprio quello di una giovane mamma che stava rincasando con il figlio neonato e la circostanza fornì il pretesto all’uomo per introdursi nell’ascensore: il malvivente offrì aiuto per far entrare la carrozzina nell’angusta cabina dell’ascensore.
di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato