MORTO GIULIO ANDREOTTI: La sua vita ha cambiato la storia dell’Italia

giulio-andreotti-morto-libri_h_partbdi Grazia De Marco

Giulio Andreotti, uno degli uomini più importanti della Democrazia Cristiana, è venuto a mancare il 6 Maggio scorso, alle ore 12.25, nella sua abitazione romana di Corso Vittorio Emanuele 326. Negli ultimi giorni le sue condizioni di salute si erano molto aggravate, tanto da non permettergli di partecipare, né alla votazione del Presidente della Repubblica, conclusasi con la rielezione di Giorgio Napolitano, né alla votazione del Governo presieduto da Enrico Letta.

L’ex Senatore a vita ha cominciato ad avere problemi di salute già nel Maggio dell’anno scorso ma, grazie alle cure dei medici del Policlinico Gemelli di Roma, era riuscito a superare la crisi respiratoria che lo aveva colpito e dalla quale, tuttavia, non si era mai completamente ripreso.

Il comunicato della morte di Giulio Andreotti ha fatto immediatamente il giro del mondo: dalla Gran Bretagna alla Spagna la notizia è comparsa tra le “ultimissime” dei media internazionali e tra le “urgentissime” di quotidiani come El Mundo e El Pays, mentre la tv francese lo  ha definito una “figura emblematica della Democrazia Cristiana”.

Nato a Roma il 14 Gennaio 1919, Andreotti cominciò a dedicarsi alla politica già da giovanissimo, nelle fila della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) ed occupando negli anni tutte le più importanti cariche di Governo. Otto volte Ministro Della Difesa, cinque volte Ministro Degli Esteri, tre volte Ministro delle Partecipazioni Statali, due volte Ministro Delle Finanze, Ministro del Bilancio, Ministro del Tesoro, Ministro dell’Interno, Ministro dei Beni Culturali e Ministro delle Politiche Comunitarie e per ben sette volte Presidente del Consiglio, peraltro guidando, sia il Governo di “solidarietà nazionale”, durante il rapimento di Aldo Moro, sia quello della “non- sfiducia”, con la prima donna Ministro Tina Anselmi.

Ma  più che un elenco sterile di incarichi, per capire la sua vicenda personale e politica occorre sfogliare i libri di storia, attraverso la fase del boom economico degli anni ’60, gli anni di piombo, la rinascita degli anni ’80 e il crollo della prima Repubblica con Mani Pulite. Giulio Andreotti può essere più semplicemente definito “un pezzo della storia politica italiana”, un uomo di un potere che forse nessun altro ha mai avuto. Probabilmente è proprio per questo che, nel corso della sua carriera, è stato soprannominato con diversi nomignoli, ai quali lui ha sempre risposto con la sua proverbiale ironia: il “Divo”, dopo un articolo del giornalista Mino Pecorelli, lo “zio”, per le accuse che accostavano il suo nome alla mafia e la “volpe”, per la sua astuzia.

Tutti, anche i suoi detrattori più accaniti gli hanno sempre riconosciuto  quello che in politica è considerato il dono più grande, la capacità di sopravvivere agli scandali, ai processi e anche agli amici.

 

Taggato , , , . Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi