Eternit: difesa, non si può processare due volte

Fonte ANSA. Ilogo_eternitl processo per omicidio a Stephan Schmidheiny non si può fare perché “si scontra con il principio che non si può essere giudicati due volte per lo stesso fatto”. E’ quanto sottolinea il professor Astolfo Di Amato, avvocato difensore dell’imprenditore svizzero. Il principio indicato dal professore, che assiste Schmidheiny insieme al collega Franco Coppi, è noto fra i giuristi con la locuzione latina ‘ne bis in idem’. “I fatti elencati dalla procura di Torino nell’inchiesta per omicidio volontario – spiega Di Amato – sono gli stessi che sono stati portati al vaglio della Cassazione nell’ambito del processo per disastro doloso. Vengono solo riproposti in modo diverso”. “In ogni caso – precisa il professore – anche queste accuse sono infondate nel merito. Schmidheiny si è sempre adoperato per la protezione dei lavoratori della Eternit e delle popolazioni delle città in cui sorgevano gli stabilimenti”.

“E’ una tragedia per la gente che soffre e piange i suoi morti. La giustizia deve dare segni concreti di fiducia e speranza”. L’arcivescovo di Torino, mons.Cesare Nosiglia, chiede alla politica “di mettere subito in agenda la riforma della giustizia e delle norme sulla prescrizione”. Parla anche l’ex procuratore capo a Torino: “Provo una sensazione di fortissimo disagio. Bisogna aspettare le motivazioni per capire di più, ma resta il fatto gravissimo di tremila morti che fino a questo momento non hanno avuto giustizia”.

Camusso, promessa premier diventi decreto – Sulla prescrizione del processo Eternit il segretario generale della Cgil Susanna Camusso auspica che ”la promessa del presidente del Consiglio non rimanga tale ma si trasformi in decreto” sulla prescrizione. ”Di decreti se ne fanno tanti – aggiunge – per una volta potremmo essere felici dello strumento della decretazione”.

Oncologi, troppi ritardi in eliminazione amianto – L’eliminazione dell’amianto in sicurezza ”procede con eccessiva lentezza nel nostro Paese, anche per l’esiguità delle risorse. È necessario accelerare i tempi. È forte infatti la preoccupazione per questo minerale presente ancora in grandi quantità e in varie forme in edifici, pubblici e privati, in tutte le nostre Regioni, con la lunga scia di morti per tumore e, in particolare, per mesotelioma”. Lo afferma Carmine Pinto, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), sottolineando la necessità di affrontare la problematica del riconoscimento della malattia professionale per i lavoratori già esposti. “Ogni anno nel nostro Paese sono circa 1200 le nuove diagnosi di mesotelioma – rileva Pinto -. Anche se tale tumore è stato inserito nell’elenco delle malattie professionali, vi sono ancora inconcepibili ritardi nel riconoscimento previdenziale. Vanno inoltre garantiti uguali diritti ai pazienti con mesoteliomi insorti dopo esposizioni ambientali ad amianto, ai familiari dei lavoratori e alla popolazione generale”. L’AIOM, sottolinea Pinto, ”è impegnata perché con un approccio sempre più multidisciplinare tutti i pazienti affetti da mesotelioma possano ricevere con equità e qualità in tutto il Paese i migliori approcci diagnostici, terapeutici e cura dei sintomi e perché, anche per il mesotelioma, si sviluppi la migliore ricerca biologica e clinica”. Il prossimo gennaio, annuncia il presidente AIOM, ”organizzeremo la III Consensus Nazionale per il controllo del mesotelioma della pleura a Bari, una delle aree a ‘rischio’. È fondamentale sensibilizzare le istituzioni e i cittadini sulla gravità e l’impatto della malattia”.

Da ministero Ambiente ulteriore milione a Casale – Dopo gli oltre tre milioni di euro stanziati lo scorso settembre, il dicastero guidato da Gian Luca Galletti, con un decreto firmato nella giornata di oggi, assegna 1 milione e 104 mila euro a Casale Monferrato. Lo rende noto il dicastero sottolineando che “prosegue l’impegno del ministero dell’Ambiente per la bonifica dall’amianto a Casale Monferrato”.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi