Nella mattinata di oggi, Antonio Taibi, 47 anni, maresciallo dei Carabinieri in servizio presso il Comando Provinciale di Massa, è stato ucciso a sangue freddo, con un colpo di pistola sparatogli a bruciapelo, sull’uscio di casa. Il presunto assassino è un ex postino di Carrara, Giuseppe Vignozzi, di anni 71, il quale, poco dopo l’omicidio, si è costituito dichiarando “mi sono vendicato”.
Erano le 07.30, quando il Vignozzi ha suonato il campanello della casa del Maresciallo Taibi, ubicata in via Monterosso, nel centro di Carrara, spacciandosi per un musicista. Il militare, ignaro che il destino lo stava conducendo all’appuntamento con la morte, si è recato all’ingresso, ha aperto e nello stesso istante il Vignozzi, armato di una pistola semiautomatica cal. 9, gli ha esploso contro un solo colpo, ma fatale.
Subito dopo, l’omicida si è allontanato a piedi, facendo perdere le sue tracce. Peraltro, un paio d’ore più tardi, mentre era in corso una capillare caccia all’uomo, si è recato alla Sezione di P.G. dei Carabinieri presso la Procura della Repubblica di Carrara, costituendosi. Nella circostanza, avrebbe dichiarato agli inquirenti: “quel maresciallo aveva rovinato la vita a me e ai miei figli, mi sono vendicato!”. Per il Vignozzi, quindi, il maresciallo Taibi rappresentava la causa dei tanti guai giudiziari dei suoi due figli, Riccardo ed Alessandro. In passato, infatti, la vittima, che dal 1996 al 2006 aveva fatto parte del Nucleo Operativo, pare avesse indagato su di loro per reati connessi con il mondo della droga. Uno dei due, Riccardo, 31enne, nel 2013 era stato anche fermato dopo una lunga serie di furti nelle scuole ed in un caso aveva persino lasciato un biglietto su cui si definì “Diabolik” per “colpa della crisi”. Proprio ieri, il Tribunale di Massa aveva condannati entrambi a poco più di un anno di carcere: in questo caso, il reato contestato ai fratelli Vignozzi non era grave (detenzione a fini di spaccio di pochi grammi di sostanze stupefacenti), ma il giudice Alessandro Vinci, considerati i numerosi precedenti dei due imputati, non aveva potuto concedere le attenuanti. Molto probabilmente, è stata proprio quest’ultima condanna a far nascere nella mente dell’ex postino l’idea della vendetta, innescando la scintilla della furia omiicida, ossessionato dal fatto che se i figli avevano problemi con la giustizia, la “responsabilità” era tutta del povero maresciallo Taibi!
Sottoposto ad immediato interrogatorio dal Sostituto Procuratore Alberto Dello Iacono, che coordina le indagini, il presunto assassino è stato poi sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio doloso aggravato. Resta da capire se il crimine sia stato ideato ed organizzato dal solo Giuseppe Vignozzi o se in accordo con altri, compresi i familiari, così come si sta indagando sulla provenienza della calibro 9, che il Vignozzi, prima di costituirsi in Procura, aveva lasciato all’interno della sua autovettura. Grande commozione ha suscitato la tragica scomparsa del maresciallo Antonio Taibi, definito da tutti “un professionista eccezionale”. Il sottufficiale lascia la moglie e due figli, di 21 e 16 anni…la sua unica colpa: quella di aver fatto il proprio dovere con integerrima professionalità.
di Umberto Buzzoni