Rapine con auto truccate e fucili, 7 arresti in Puglia

Avevano pensato proprio a tutto. Anche difendersi durante un eventuale conflitto a fuoco: infatti la banda di rapinatori arrestati, questa mattina, dagli agenti del Commissariato di Andria (Bari) usava delle auto modificate nel cui bagagliaio aveva fatto montare una lamiera di ferro per proteggersi dai proiettili.

Il gruppo criminale composto da 7 persone, tutte di Andria con un’età compresa tra i 30 ed i 50 anni e con numerosi precedenti di polizia, è ritenuto responsabile dei reati di rapina a mano armata, riciclaggio, ricettazione, detenzione e porto di arma clandestina.

Le indagini hanno permesso di ricostruire almeno una recente rapina, fatta ai danni di un autotrasportatore di olio, per un valore di 200 mila euro.

E, inoltre, durante le perquisizioni gli agenti, all’interno delle auto modificate hanno trovato anche un fucile a canne mozze calibro 12 con matricola abrasa, con 3 cartucce calibro 12 a palla singola, una pistola semiautomatica calibro 40 con marca e matricola abrasa, completa di caricatore rifornito di 5 cartucce calibro 40 marca Winchester, un lampeggiante magnetico di colore blu completo di cavo per alimentazione, simile a quelli usati dalle Forze di polizia.

fonte Polizia di Stato

Pansa in Nigeria per l’accordo per la lotta al traffico di esseri umani

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è stato accompagnato dal capo della Polizia Alessandro Pansa nel viaggio in Africa in cui sono stati stretti degli accordi dal governo italiano in particolare in merito all’immigrazione come il memorandum di cooperazione firmato in Nigeria dal prefetto Pansa con Solomon E. Arase.

L’accordo ha come obiettivo la lotta al traffico di esseri umani e la nascita di una collaborazione per il rimpatrio dei cittadini nigeriani che non possono restare in Italia ed in quest’ottica nell’accordo è previsto che i funzionari della polizia nigeriana seguiranno dei corsi di polizia di frontiera, immigrazione e tratta di esseri umani nelle varie scuole della Polizia presenti in Italia per fornire una formazione tecnico-scientifica agli ufficiali, con approfondimenti sulle strumentazioni e sulla falsificazione di documenti.

di Umberto Buzzoni

Sextortion: catanese minaccia di pubblicare foto hard su facebook

Di solito inizia tutto con una chat aperta su un social network, e poi il copione è quasi sempre lo stesso: scambi di messaggi infuocati, immagini erotiche e gli incontri sexy sul web si trasformano in vere e proprie estorsioni.

È la storia di una professionista romana che, qualche giorno fa si è rivolta alla Polizia postale per fermare il ricatto messo in piedi da un 48 enne siciliano a cui aveva inviato immaginihard“.

I fatti
Dopo aver inviato una richiesta di amicizia su facebook, l’uomo ha intrapreso con la signora una “relazione” basata su conversazioni sul social network poi proseguite su Whatsapp, ed è qui che è avvenuto lo scambio di foto particolari.

Il ricatto comincia qualche giorno dopo quando l’uomo inizia a minacciare di diffondere le immagini ai contatti facebook della vittima, se lei non avesse pagato 200 euro.

Gli investigatori hanno ricostruito le tracce informatiche lasciate dal 48 enne che, dopo esser stato identificato è stato denunciato.

La “Sextortion“, estorsione sessuale, è un fenomeno in crescita sui social network e spesso riguarda persone sole e si sta diffondendo anche tra i minorenni, di tutte le fasce sociali.

fonte Polizia di Stato

Roma: arrestato l'”Inglese”, il pedofilo della stazione Termini

Un cittadino americano di 52 anni è stato arrestato dagli uomini del commissariato Viminale di Roma, per pedofilia.

L’uomo da alcune settimane avvicinava dentro la stazione Termini minori stranieri ai quali proponeva poi dei rapporti sessuali; i rapporti venivano consumati in un appartamento poco distante dalla Stazione stessa, preso in affitto dall’uomo.

L’arrestato, che già si era fatto conoscere nell’ambiente della prostituzione tanto da meritarsi il soprannome de “l’Inglese“, è stato monitorato dagli investigatori con appostamenti e le telecamere di sorveglianza dello scalo ferroviario.

Finalmente “l’Inglese” è stato individuato mentre adescava un giovanissimo con il quale si è poi chiuso nel suo appartamento.

L’irruzione degli agenti nella casa ha sventato l’ennesimo abuso dell’uomo.

fonte Polizia di Stato

Pubblicato concorso pubblico per 559 allievi agenti

La polizia arruola 559 allievi agenti, e il relativo bando di concorso è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4^ Serie speciale – “Concorsi ed esami” del 29 gennaio 2016.

Si tratta di un concorso per titoli ed esami, ed è riservato, ai sensi dell’articolo 2199, comma 4, lettera a), del D.Lgs. 15 marzo 2010, n. 66, ai volontari in ferma prefissata di un anno o quadriennale ovvero in rafferma annuale i quali, se in servizio, abbiano svolto alla data di scadenza del termine di presentazione della domanda almeno sei mesi in tale stato o, se collocati in congedo, abbiano concluso tale ferma di un anno.

La domanda di partecipazione al concorso deve essere compilata utilizzando la procedura informatica della domanda online, che potrà essere presentata dalle ore 00,01 del 30 gennaio 2016 alle ore 23,59 del 29 febbraio 2016.

Al termine della procedura di acquisizione informatica della domanda di partecipazione al concorso, il candidato dovrà provvedere a stampare, attraverso l’apposita funzione, la ricevuta di avvenuta iscrizione. Tale documento dovrà essere obbligatoriamente presentato dai candidati, per la successiva sottoscrizione, il giorno della prova scritta d’esame, pena la non ammissione alla stessa.

I candidati in servizio dovranno consegnare tempestivamente una copia della ricevuta di avvenuta iscrizione al concorso presso il comando di appartenenza per le incombenze previste dall’art. 9 del bando di concorso.

Per essere sempre aggiornati su tutte le informazioni relative ai concorsi della Polizia di Stato è possibile utilizzare l’appConcorsi Polizia di Stato” per sapere tutto sulla pubblicazione di nuovi concorsi, comunicazioni su concorsi già in corso, convocazioni alle prove d’esame, graduatorie parziali e finali, news e tutto ciò che riguarda le procedure concorsuali della Polizia di Stato.

La pagina del concorso

fonte Polizia di Stato

Caccia ai latitanti: un sito internet unico per l’Europa

Nasce il sito europeo per la ricerca di latitanti. Sotto l’egida di Europol, l’agenzia europea di polizia, è stato creato un sito internet che raccoglie i ricercati più pericolosi. Alla realizzazione delle pagine web hanno partecipato 28 Stati membri dell’Unione europea che aderiscono all’Enfast (European network of fugitive active search teams).

Le funzionalità del sito prevedono le segnalazioni, anche anonime, su criminali di alto profilo ricercati a livello internazionale, condannati o sospettati di aver commesso reati gravi o attentati terroristici in Europa. I contenuti saranno gestiti e pubblicati dai Team nazionali Enfast.

Si è scelto di presentare una lista compatta con un numero ristretto di latitanti che verranno scelti e aggiornati in base alle priorità. L’Italia al momento ha inserito due latitanti Matteo Messina Denaro, boss di Cosa Nostra e Ernesto Fazzalari, pluriomicida della ‘Ndrangheta, condannato all’ergastolo.

Per l’Italia l’attività di aggiornamento delle pagine web e di coordinamento con gli altri team sarà svolta dalla Direzione centrale della polizia criminaleServizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip); proprio il direttore del servizio Gennaro Capoluongo, commentando l’iniziativa, ha dichiarato “La lotta al crimine passa attraverso la cooperazione e la condivisione in tempo reale di ogni informazione utile per la cattura dei latitanti ed in questo senso il sito web di Europol rappresenta un importante strumento di indagine”.

fonte Polizia di Stato

Roma, incendio in un appartamento: anziana muore intrappolata tra le fiamme

Tragedia ieri pomeriggio in via Appia Nuova a Roma dove una donna di 88 anni, disabile, è morta nell’incendio divampato nel suo appartamento sito al primo piano del palazzo. I residenti sono fuggiti in strada terrorizzati dalle fiamme e dalla nube di fumo che ha riempito le scale dello stabile ma la donna non è riuscita a fuggire in tempo e quando i Vigili del fuoco hanno fatto irruzione nell’appartamento con gli idranti e le maschere di ossigeno era troppo tardi. Altri inquilini sono rimasti intossicati dal fumo. Sembra nessuno in modo grave ed è stato sufficiente respirare ossigeno dalle ambulanze arrivate sul posto.

Il rogo si è sviluppato verso le ore 16 nello stabile ad angolo fra via Appia Nuova e via Enea, poco distante da Villa Lazzaroni e sul posto sono accorsi in aiuto e per spegnere le fiamme alcune squadre di Vigili del fuoco, Carabinieri, ambulanze e gli agenti di Polizia e dell’autoradio del vicino Commissariato Appio in Via Botero diretti dal Dirigente dott. Michele Peloso e coadiuvati dal Sovrintendente Capo Coppola Giuseppe e l’Assistente Capo Angela Pellegrina.

L’inchiesta è affidata ai Carabinieri che dovranno accertare le cause, ma potrebbe trattarsi del surriscaldamento di una stufetta elettrica usata dall’anziana.

di Umberto Buzzoni

Foggia: guerra di clan per il controllo del territorio, 7 fermi

È di nuovo guerra di mafia a Foggia dove la Polizia di Stato ha eseguito stamattina sette fermi di esponenti del clan Moretti-Pellegrino-Lanza. Una persona è tutt’ora ricercata.

I fermi nascono infatti dalle indagini svolte su cinque episodi di tentato omicidio nella lotta che contrappone due opposte famiglie per il controllo delle attività illecite. Da una parte il gruppo facente capo alle famiglie Moretti-Pellegrino-Lanza e dall’altra il clan Sinesi-Francavilla. Queste due bande da diversi mesi si contendono il territorio dell’intera provincia di Foggia.

I sette fermati sono accusati di detenzione e porto di armi da guerra e armi comuni da sparo, rapine, furto di autovetture; tutti questi reati sono aggravati dal metodo mafioso utilizzato.

Nel corso dell’Operazione è stato sequestrato anche un fucile d’assalto russo kalashnikov.

La stretta degli investigatori sul gruppo è stata accelerata anche da dichiarazioni emerse durante le intercettazioni telefoniche: nel mirino del clan era infatti finito un ispettore della Squadra mobile foggiana che nelle intenzioni di uno dei fermati doveva essere ucciso.

Le indagini sono state dirette dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Bari con il coordinamento del Servizio centrale operativo.

fonte Polizia di Stato

Carrara: maresciallo dei Carabinieri ucciso per vendetta

Nella mattinata di oggi, Antonio Taibi, 47 anni, maresciallo dei Carabinieri in servizio presso il Comando Provinciale di Massa, è stato ucciso a sangue freddo, con un colpo di pistola sparatogli a bruciapelo, sull’uscio di casa. Il presunto assassino è un ex postino di Carrara, Giuseppe Vignozzi, di anni 71, il quale, poco dopo l’omicidio, si è costituito dichiarando “mi sono vendicato”.

Erano le 07.30, quando il Vignozzi ha suonato il campanello della casa del Maresciallo Taibi, ubicata in via Monterosso, nel centro di Carrara, spacciandosi per un musicista. Il militare, ignaro che il destino lo stava conducendo all’appuntamento con la morte, si è recato all’ingresso, ha aperto e nello stesso istante il Vignozzi, armato di una pistola semiautomatica cal. 9, gli ha esploso contro un solo colpo, ma fatale.

Subito dopo, l’omicida si è allontanato a piedi, facendo perdere le sue tracce. Peraltro, un paio d’ore più tardi, mentre era in corso una capillare caccia all’uomo, si è recato alla Sezione di P.G. dei Carabinieri presso la Procura della Repubblica di Carrara, costituendosi. Nella circostanza, avrebbe dichiarato agli inquirenti: “quel maresciallo aveva rovinato la vita a me e ai miei figli, mi sono vendicato!”. Per il Vignozzi, quindi, il maresciallo Taibi rappresentava la causa dei tanti guai giudiziari dei suoi due figli, Riccardo ed Alessandro. In passato, infatti, la vittima, che dal 1996 al 2006 aveva fatto parte del Nucleo Operativo, pare avesse indagato su di loro per reati connessi con il mondo della droga. Uno dei due, Riccardo, 31enne, nel 2013 era stato anche fermato dopo una lunga serie di furti nelle scuole ed in un caso aveva persino lasciato un biglietto su cui si definì “Diabolik” per “colpa della crisi”. Proprio ieri, il Tribunale di Massa aveva condannati entrambi a poco più di un anno di carcere: in questo caso, il reato contestato ai fratelli Vignozzi non era grave (detenzione a fini di spaccio di pochi grammi di sostanze stupefacenti), ma il giudice Alessandro Vinci, considerati i numerosi precedenti dei due imputati, non aveva potuto concedere le attenuanti. Molto probabilmente, è stata proprio quest’ultima condanna a far nascere nella mente dell’ex postino l’idea della vendetta, innescando la scintilla della furia omiicida, ossessionato dal fatto che se i figli avevano problemi con la giustizia, la “responsabilità” era tutta del povero maresciallo Taibi!

Sottoposto ad immediato interrogatorio dal Sostituto Procuratore Alberto Dello Iacono, che coordina le indagini, il presunto assassino è stato poi sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio doloso aggravato. Resta da capire se il crimine sia stato ideato ed organizzato dal solo Giuseppe Vignozzi o se in accordo con altri, compresi i familiari, così come si sta indagando sulla provenienza della calibro 9, che il Vignozzi, prima di costituirsi in Procura, aveva lasciato all’interno della sua autovettura. Grande commozione ha suscitato la tragica scomparsa del maresciallo Antonio Taibi, definito da tutti “un professionista eccezionale”. Il sottufficiale lascia la moglie e due figli, di 21 e 16 anni…la sua unica colpa: quella di aver fatto il proprio dovere con integerrima professionalità.

di Umberto Buzzoni

Napoli: contrasto al narcotraffico, arresti in tutta Italia

Traffico internazionale di stupefacenti è l’accusa mossa nei confronti di un’organizzazione criminale che gestiva grossi carichi di droga, acquistandoli direttamente dai cartelli sud americani.

Questa mattina, la Squadra mobile di Napoli, il Servizio centrale Operativo (Sco) di Roma, insieme al Nucleo di polizia tributaria di Napoli e sotto il coordinamento della Direzione distrettuale Antimafia partenopea, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone.

L’organizzazione criminale è risultata legata al clan di camorra Amato-Pagano del cui appoggio godeva nella pianificazione logistica sul territorio dei traffici illeciti. Gli arresti sono stati effettuati in diverse regioni italiane.

L’indagine della Polizia di Stato, parallela con quella degli uomini del Gico della Guardia di Finanza, ha individuato oltre agli organizzatori, direttori e gestori della struttura di narcotraffico, anche i broker internazionali che si occupavano di riciclare le grosse somme di denaro derivante dal commercio della droga.

Per questo è stato disposto il sequestro di quote societarie, beni immobili ed imbarcazioni riferibili all’organizzazione stessa e situati in Spagna, nell’isola di Man e nell’Emirato arabo di Dubai.

In questa ultima località avveniva il maggiore investimento di denaro e il valore stimato dei sequestri nell’operazione odierna è stato quantificato in circa 10 milioni di euro.

fonte Polizia di Stato