Clonavano carte e rubavano i codici, due arresti a Milano

Li hanno bloccati mentre stavano smontando uno skimmer e una telecamera su uno sportello bancomat nella periferia nord di Milano.

Si tratta di due 39enni, un uomo pluripregiudicato e una donna incensurata di origine bulgara, arrestati dagli agenti del Compartimento polizia postale e delle comunicazioni del capoluogo lombardo. Sono entrambi accusati del reato di intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche.

I due criminali erano specializzati nel clonare carte di credito e bancomat utilizzando skimmer e microtelecamere piazzati sugli sportelli automatici.

BancomatL’attività investigativa nasce da una segnalazione dell’Unicredit inerente alcuni movimenti bancari sospetti. Grazie alla collaborazione dell’istituto di credito con gli specialisti della Postale sono stati evidenziati i movimenti anomali su numerose tessere magnetiche.

Infatti in pochi giorni i due criminali erano riusciti ad effettuare più di 600 clonazioni su carte di almeno quattro istituti bancari diversi.

Per monetizzare l’attività sfruttando i dati carpiti fraudolentemente, questi venivano trasmessi all’estero, mentre in Italia venivano utilizzati solo i codici di tessere clonate in altri Paesi, soprattutto negli Stati Uniti e Ucraina.

Durante la perquisizione nell’abitazione della coppia, gli agenti della Postale hanno sequestrato numerosi skimmer completi di telecamera e scheda di memoria, due smartphone, un computer portatile, una dozzina di carte clonate e diverse migliaia di euro in contanti.

Di particolare interesse un registro sul quale i criminali avevano annotato i numeri di tutte le carte clonate con i relativi codici pin associati.

Proseguono le indagini per accertare le responsabilità dei due indagati anche in relazione ad analoghi reati commessi nel territorio lombardo con le stesse modalità.

fonte Polizia di Stato

Catturato in Spagna latitante della ‘Ndrangheta

Considerato tra i vertici dell’omonima famiglia di ‘Ndrangheta, Antonio Gallace, 46 anni, latitante da 4 anni, è stato arrestato ieri dalla Squadra mobile di Roma, dagli uomini del Servizio centrale operativo (Sco) e dai poliziotti iberici, all’aeroporto spagnolo di Valencia.

Gallace, per molti anni aveva operato nel litorale romano, soprattutto a Anzio, Ardea e Nettuno ma in passato era stato indagato e poi condannato in via definitiva alla pena di 5 anni di detenzione dal Tribunale di Milano per estorsione, detenzione illegale di armi e traffico di stupefacenti.

Gli investigatori sono riusciti a rintracciarlo seguendo i familiari che avevano organizzato un viaggio in Spagna per festeggiare il suo compleanno. Quindi sono stati attivati servizi di pedinamento e osservazione all’aeroporto di Valencia in collaborazione con i poliziotti spagnoli.

Arrivato in aeroporto per prendere i propri familiari l’uomo è stato riconosciuto e arrestato.

fonte Polizia di Stato

Brasile: nell’ultimo anno oltre 52 morti da proiettili vaganti.

Che il Brasile sia un Paese con gravi problemi di criminalità è ormai noto ai più: secondo l’UNDOC (l’ufficio dell’ONU che si occupa di crimini e traffico di droga), è il primo Paese al mondo per numero di persone assassinate (oltre 58.500 nel 2014).

Ciò che probabilmente molti ignorano, invece, è un altro problema enorme che investe il Paese verde oro, sempre legato alla sicurezza: le morti determinate da “bala perdida” (proiettili vaganti).

Vite spezzate di persone innocenti, in maggioranza bambini e adolescenti, che vengono colpite a morte da proiettili esplosi per lo più in occasione di conflitti a fuoco tra criminali e forze dell’ordine, dispute tra bande rivali, risse e litigi stradali.

Si stima che nel corso del 2015, le vittime da “bala perdida” siano almeno 52, mentre le persone rimaste ferite sarebbero 86.

Il dato, fornito pochi giorni fa dalla rete televisiva “O Globo” di San Paolo, è stato ricavato da notizie e servizi giornalistici andati in onda in occasione dei vari episodi verificatisi: la Polizia Civile, organo deputato a indagare su questi eventi, non è in possesso di una contabilizzazione precisa.

Il numero più rilevante, sia di morti (15) che di feriti (45), è quello registrato a Rio de Janeiro (il 44% del totale), città che, è bene ricordarlo, il prossimo agosto ospiterà i Giochi della XXXI Olimpiade.

Il dato non sorprende: il “programma di pacificazione” delle favelas più grandi e pericolose di Rio (Rocinha, Complexo do Alemao, Cantagal, Vidigal, Jacarezinho, Manginhos, Morro da Providencia, solo per citarne alcune), messo in atto dal Governo dello Stato di Rio de Janeiro da alcuni anni, supportato anche dal Governo Federale, è ben lungi dall’essere realizzato. Le operazioni di polizia finalizzate ad arginare il dominio incontrastato dei trafficanti di droga armati quasi come un esercito regolare, spesso sfociano in conflitti a fuoco interminabili, che si differenziano in poco dagli scontri bellici “tradizionali”, ed in cui le armi utilizzate da ambo le parti sono fucili e carabine ad alta potenzialità, con gittata efficace superiore ai 2 km. In mezzo al fuoco incrociato, i residenti delle favelas, lavoratori poveri costretti a convivere con indici di violenza e mortalità dei Paesi attraversati da guerre civili.

Ma nessuno può considerarsi immune dal rischio derivante da queste “operazioni belliche”: le favelas, infatti, sorgono spesso a pochi metri dai luoghi più rinomati e turistici della città.

Anche se in misura minore, il problema delle vittime da “bala perdida” riguarda quasi l’intero Brasile: in altri 21 Stati si sono verificati casi di decessi o ferimenti.

E al dramma delle tante vite perse e delle numerose persone rimaste ferite, anche in modo grave e con danni permanenti, si aggiunge quello della difficoltà estrema di individuare i colpevoli.

Taynà era una bimba di sette anni, stava giocando in strada quando un proiettile vagante la colpì mortalmente alla testa; Mirìa, professoressa 40enne, quando fu colpita a morte si stava recando presso la scuola in cui insegnava; Asafe aveva nove anni, un proiettile vagante spezzò la sua vita quando stava uscendo da una piscina; Matheus aveva sei anni, anche lui morì mentre stava giocando in strada; Echiley aveva 8 anni, stava andando a scuola insieme a suo fratello, undicenne: un colpo attinse lei mortalmente, un altro il fratello, lasciandolo paraplegico; Patricia, studentessa 18enne, rimase uccisa all’uscita di scuola: si sarebbe dovuta incontrare con sua madre per pranzare insieme. Sono solamente alcune delle vittime innocenti di questa barbarie, e i rispettivi familiari, oltre al dolore indicibile per la scomparsa dei loro cari, molto probabilmente non avranno mai nemmeno la lieve, seppur illusoria consolazione che potrebbe derivare dal sapere chi è stato a distruggere quelle vite.

di Umberto Buzzoni

Trieste: fermato traffico di droga, sette arresti

Con l’operazioneLa Veloce” la Polizia ha smantellato un gruppo criminale, capeggiato da un uomo di 35 anni di Fondi (Latina) e da un giovane napoletano di 27 anni, che concentrava la sua attività di spaccio di droga in Friuli Venezia Giulia.

Questa mattina, a finire in manette, sono state sette persone per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Durante un anno di indagine i poliziotti hanno scoperto una fitta rete di spaccio nel capoluogo giuliano arrestando in flagranza di reato 10 persone e sequestrando inoltre 12 chili di hashish, quattro di “skunk“, una varietà di cannabis molto potente, e 100 grammi di cocaina.

Gli uomini della Squadra mobile triestina, hanno accertato quotidiane cessioni di importanti quantitativi di droga in varie zone della città, in favore di spacciatori che, a loro volta, la distribuivano in maniera capillare.

Del gruppo faceva parte anche un noto pluripregiudicato che rapinava banche per finanziare gli acquisti di grosse quantità di stupefacente.

Gli indagati, che si procuravano la droga in Campania e nel Lazio, erano molto attenti e sospettosi; non solo utilizzavano vari nomi in codice per definire lo stupefacente, ma erano soliti noleggiare autovetture in Slovenia ogni volta che dovevano rifornirsi.

Inoltre, stoccavano la droga all’interno di autovetture intestate a terze persone, lasciate parcheggiate lungo le vie cittadine. A volte utilizzavano un appartamento in affitto, di proprietà di una persona insospettabile, per depositare lo stupefacente e preparare le dosi.

In totale sono state indagate 22 persone e sequestrati anche 8 mila euro in contanti.

fonte Polizia di Stato

Sci di fondo: Pellegrino re dello sprint vince la Coppa del mondo

“Ho portato a casa un trofeo che nessuno aveva mai conquistato in Italia e strapparlo ai nordici è una grande gioia”. Sono le prime parole di Federico Pellegrino dopo la vittoria della Coppa del mondo di sci di fondo nella specialità sprint.

Al portacolori delle Fiamme oro bastavano nove punti per assicurarsi la vittoria e, nella tappa di Quebec City (Canada), nonostante una caduta che gli ha precluso l’accesso in finale, Federico ha conquistato dieci punti, più che sufficienti ad assicurargli il trionfo.

Si tratta di un risultato storico per questa disciplina, una vera e propria svolta epocale perché Federico è il primo fondista non scandinavo a vincere l’ambita Coppa di cristallo.

Prima di lui solo un altro italiano, Pietro Piller Cottrer nel 2009, aveva fatto una cosa simile ma nella specialità “distance”.

“Non ci avrei mai creduto ad inizio stagione – ha detto il fondista del Gruppo sportivo della Polizia di Stato – e invece è successo, significa essere competitivo per tutta una stagione, e battere un campione come Northug è molto bello”.

Pellegrino è arrivato alla vittoria grazie a una prima parte fenomenale, nella quale ha incamerato quattro vittorie (Davos, Dobbiaco, Lenzerheide e Planica), andando comunque quasi sempre a punti, anche nelle tappe a lui meno congeniali, dimostrando così di essere veramente lo sprinter più forte del mondo.

“È stata una seconda parte di stagione molto difficile da gestire – ha sottolineato il campione cremisi – però ho cercato di essere quanto più professionista possibile per rimanere concentrato sia per l’allenamento sia per tutti gli aspetti che circondano la nostra professione. Nonostante la seconda parte di stagione sia stata al di sotto delle attese, è una grande soddisfazione perché le gare non erano più a mio vantaggio, sono arrivate le prove cittadine in tecnica classica, molto più ostiche per le mie caratteristiche, ma alla fine ce l’ho fatta ugualmente”.

Nonostante la vittoria Federico ha comunque “un piccolo rammarico: avrei potuto chiudere con un bel risultato perché lo sentivo nelle gambe. L’anno scorso fui terzo, non pensavo che a 25 anni avrei centrato un obiettivo del genere, anche perché era l’annata più difficile per farlo visto che, senza mondiali e olimpiadi era l’unico obiettivo degli sprinter”.

Con la Coppa di cristallo tra le mani Pellegrino ha voluto ringraziare coloro che lo hanno aiutato a raggiungere questo storico risultato: “Il mio primo grazie va alla Federazione e alla Fiamme oro, ma voglio ricordare anche il ruolo fondamentale che hanno la mia famiglia e la mia fidanzata Greta Laurent“.

fonte Polizia di Stato

Donne al centro: la Polizia contro la violenza sulle donne

Molti sostengono che la Giornata internazionale della donna, che si celebra l’8 marzo, sia solo un’inutile passerella, altri che andrebbe abolita per non rimarcare la differenza, la distanza dal genere maschile.

Noi pensiamo invece che questa ricorrenza serva per tenere accesi i riflettori sulle mille storie di violenze, abusi e discriminazioni che accadono in tutto il mondo, Italia compresa.

Ed è per questo che la Polizia di Stato ha organizzato ieri un convegno “La Polizia di Stato con le donne“, al quale hanno partecipato i massimi vertici istituzionali ed esponenti della magistratura e del mondo giornalistico. Nell’incontro, che si è svolto a Roma alla Camera dei deputati, è stata tracciata l’evoluzione del ruolo della donna nella Polizia di Stato, dalla legge di riforma del Corpo del 1981 ad oggi, ed il determinante impegno dell’Istituzione a salvaguardia dell’universo femminile.

Nel suo intervento il capo della Polizia Alessandro Pansa ha detto che “Nella Pubblica Amministrazione il ruolo delle donne è riconosciuto e importante. In Polizia non esistono quote rosa o corsie preferenziali, le donne se lo devono guadagnare, e quando le donne arrivano a livelli apicali sono veramente brave, sono le migliori”.

Per quanto riguarda la violenza sulle donne il prefetto Pansa ha aggiunto che “esiste un numero sommerso: il numero di denunce non corrisponde ai fatti reali. È un fenomeno che avviene spessissimo all’interno dei rapporti familiari e per noi diventa difficile intervenire”.

E proprio oggi il capo della Polizia Alessandro Pansa ha lanciato gli hashtag #donnalcentro e #focusonwomen. Grazie ad una collaborazione stretta con le leghe calcio di serie A e B giocatori, arbitri e piccoli accompagnatori scenderanno in campo, prima del match, il 5 ed il 6 marzo, indossando magliette su cui saranno stampati i due hashtag.

La Polizia ha anche realizzato un video che è stato proiettato durante il convegno. Piccolo gesti, atti dovuti contro tutte le violenze che si consumano nel silenzio e nell’indifferenza. Lo dobbiamo ad Halima (un nome di fantasia), una donna tunisina che a Caltanissetta insieme alle sue tre figlie veniva maltrattata e pestata dal marito; solo la violenza sessuale sulla prima figlia, nata da un precedente matrimonio, ha convinto la donna a denunciare, giusto qualche giorno fa, quell’uomo indegno di appartenere al genere umano.

Lo dobbiamo anche a Saira (anche questo un nome di fantasia), una donna di trenta anni arrivata a Roma dal Pakistan dieci anni fa e che per tutto questo tempo sino a pochi giorni orsono, ha tollerato le violenze fisiche e psicologiche del marito, nel silenzio e nella paura di non poter mantenere, da sola, in un Paese straniero, i due figli piccoli.

Lo dobbiamo alla forza di queste donne che hanno trovato il coraggio di denunciare i loro persecutori e a tutte quelle Halima e Saira che abitano nelle nostre città e che ancora questo coraggio non lo hanno trovato.

Lo dobbiamo infine anche a tutti quegli operatori delle forze dell’ordine delle Onlus e ai volontari che quotidianamente, in silenzio, costruiscono con mattoni piccolissimi la casa della tolleranza e della giustizia per tutte le donne vittime della violenza.

fonte Polizia di Stato

Il prefetto Pansa inaugura a Roma il palazzetto delle Fiamme oro

Inaugurato questa mattina a Roma il palasportA. Vespucci“, un impianto sportivo polifunzionale che ospiterà le sezioni giovanili del Gruppo sportivo della Polizia di Stato.

In particolare il palazzetto delle Fiamme oro, che si trova in via Vertumno, all’interno del plesso scolastico dell’istituto alberghiero Amerigo Vespucci, sarà utilizzato dai giovani atleti cremisi di pugilato, karate e sciabola.

La struttura è stata tenuta a battesimo dal capo della Polizia Alessandro Pansa insieme al presidente del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) Giovanni Malagò; presenti anche il presidente delle Fiamme oro Francesco Montini, il vice sindaco della Città metropolitana di Roma e il presidente della Federazione pugilistica italiana (Fpi) Alberto Brasca. A tagliare il nastro inaugurale è stata la preside dell’Istituto scolastico Teresa Corea.

Testimonial dell’evento l’olimpionico del pugilato e plurimedagliato delle Fiamme oro Roberto Cammarelle.

“La sinergia tra l’istituto scolasticoVespucci“, il Coni e la Polizia di Stato – ha dichiarato il capo della Polizia, Alessandro Pansa – ha consentito di realizzare non solo un impianto sportivo, ma il futuro degli studenti e dei giovani che praticheranno attività sportive, ovvero il futuro della nostra società. Iniziative come queste, infatti, offrono la possibilità ai ragazzi di imparare una disciplina, ma soprattutto di apprendere i valori che lo sport può insegnare, per metterli in pratica nella vita di tutti i giorni. La Polizia di Stato è già impegnata in queste iniziative, come la sezione di pugilato di Marcianise, dove con la guida dei tecnici Fiamme oro sono stati già formati giovanissimi campioni. L’invito che rivolgo ai ragazzi – ha concluso il Prefetto – è quello di avvicinarsi alle discipline del nostro Gruppo sportivo e iniziare il cammino nella società che li porterà a diventare i campioni di domani, ma anche di trovare un futuro lavorativo nella sicurezza e quindi diventare poliziotti”.

“Quella di oggi è una giornata importante – ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò – Faccio i miei complimenti al capo della Polizia per la realizzazione di questo impianto e soprattutto ai suoi collaboratori per aver creduto da subito in questa iniziativa, che rispecchia la direzione che il C.O.N.I. ha intrapreso e che sin dall’inizio del mio mandato avevo indicato a tutto il mondo sportivo ed in particolare ai gruppi sportivi militari: avere progetti e finalità per la diffusione della pratica sportiva”.

Al termine della cerimonia inaugurale, coordinata dal direttore tecnico della scherma cremisi Stefano Pantano, si sono esibiti alcuni atleti delle Fiamme oro delle tre specialità che avranno sede nel palazzetto.

Per il karate i campioni della nazionale italiana Sara Battaglia, Michela Pezzetti, Viviana Bottaro e Luca Maresca, insieme a Silvia Sassano e Federica Grillo; per la scherma gli sciabolatori Riccardo Nuccio, Stefano Scepi e Fabrizio Marino, mentre per il pugilato hanno incrociato i guanti sul ring alcuni ragazzi della sezione giovanile guidati da Roberto Cammarelle.

L’impianto sportivo polivalente di circa mille metri quadrati, annesso all’Istituto Vespucci, è stato dato in concessione trentennale alla Fpi, con il presupposto della riqualificazione della struttura sportiva e dell’area antistante.

A tal fine è stato stipulato un protocollo tra Fpi e Fiamme oro che avranno la gestione dell’impianto per lo svolgimento di attività agonistica e l’avvio delle sezioni giovanili di pugilato, karate e scherma.

fonte Polizia di Stato

Assoluti di Lotta: le Fiamme oro vincono 9 ori, 3 argenti e 1 bronzo

Grande successo per i portacolori delle Fiamme oro ai Campionati italiani assoluti di lotta libera, greco romana e femminile, la principale competizione nazionale che quest’anno rivestiva un’importanza particolare in quanto tappa fondamentale per la selezione degli atleti che parteciperanno ai prossimi Campionati europei di Riga (Lettonia), validi ai fini della qualificazione ai giochi olimpici di Rio 2016.

Come ormai tradizione, sui tappeti del PalaPellicone di Ostia (Roma) i lottatori cremisi hanno primeggiato in tutte e tre le specialità olimpiche, portando a casa un ricco bottino di 13 medaglie, di cui 9 d’oro, 3 d’argento e una di bronzo.

Grazie ai podi e agli ottimi piazzamenti conquistati, il Gruppo sportivo della Polizia di Stato è risultato al primo posto della classifica per società sia nella greco romana che nella libera, mentre nella lotta femminile ha portato a casa un ottimo secondo posto.

I campioni italiani cremisi nella lotta greco romana sono Lorenzo Gentile nei 66 chilogrammi, Tiziano Corriga, che nei 71 chili ha vinto il derby per la medaglia d’oro contro il compagno di squadra Davide Cascavilla, e Ciro Russo che si è aggiudicato la finale dei 75 chili.

Medaglia d’argento per Carlo Giunta nella categoria 98 chilogrammi. Nello stile libero Angelo Costa, Giuseppe Rinella ed El Mahdi Roccaro si sono piazzati sul gradino più alto del podio rispettivamente nelle categorie 70, 74 e 97 chilogrammi.

Argento per Salvatore Crisanti negli 86 chili mentre Marco Tincani vince il bronzo nei 125.

Tripletta d’oro per le tre ragazze terribili della lotta femminile: Silvia Felice nei 53 chili, Francesca Mori nei 55 e Carola Rainero nei 58 hanno dimostrato di non avere rivali nelle rispettive categorie di peso.

fonte Polizia di Stato

Cosenza: 2 arresti per la rapina al portavalori

Lo scorso 14 dicembre due uomini a volto coperto avevano bloccato una guardia giurata davanti a un centro commerciale di Zumpano (Cosenza) e, dopo averla aggredita, le avevano sottratto l’incasso di circa 102 mila euro, che aveva appena prelevato dall’esercizio commerciale.

Durante la colluttazione i malviventi avevano violentemente spinto il portavalori contro le pareti del blindato, impossessandosi anche della sua pistola.

Sulla rapina iniziarono ad indagare gli uomini della Squadra mobile di Cosenza che la notte scorsa hanno arrestato i presunti autori. Si tratta di due uomini, uno di 47 anni e l’altro di 48, residenti a Monza e a Cologno Monzese, anche se originari della provincia di Napoli.

Molto importante è stata la testimonianza di un poliziotto libero dal servizio che si trovava nella zona della rapina e che era riuscito ad annotare alcuni numeri di targa dell’auto usata dai malviventi.

Gli investigatori della Mobile cosentina infatti sono riusciti ad arrivare ai due indagati incrociando i dati dei transiti autostradali con quelli dei tabulati telefonici.

Dopo aver individuato alcuni numeri di telefono sospetti, le successive intercettazioni telefoniche hanno consentito di raccogliere elementi di colpevolezza nei confronti degli arrestati, entrambi con precedenti penali.

Le indagini sono ancora in corso per accertare eventuali collegamenti con la criminalità calabrese che potrebbe aver dato supporto ai due rapinatori.

In una casa che i due avevano preso in affitto a Lamezia Terme, gli investigatori hanno trovato una pistola calibro 9, con la matricola abrasa.

Si sta indagando sull’ipotesi che gli arrestati facciano parte di un gruppo specializzato in rapine effettuate in tutta Italia, e che l’appartamento di Lamezia possa essere una delle basi operative della banda.

fonte Polizia di Stato

Donazioni di sangue: le date di marzo

Anche nel mese di marzo continua l’attività di raccolta sangue dell’Associazione donatori e volontari personale della Polizia di Stato. L’invito a donare è rivolto a tutti i cittadini in buona salute e di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Per poter donare il sangue è necessario avere un peso corporeo non inferiore ai 50 chili e recarsi al prelievo a digiuno ma è possibile bere un caffè, un tè o un succo di frutta. Non è consentito ingerire latte e derivati.

Gli appuntamenti di marzo prevedono le città di Roma, Agrigento, Avellino, Genova, Napoli, Milano e Imperia:

ROMA
♦ VENERDÌ 4 MARZO
CASTRO PRETORIO
Via del Castro Pretorio, 5

♦ VENERDÌ 11 MARZO
ISTITUTO SPIRITO SANTO DELLE FIGLIE DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI BUENOS AIRES
Via asinio Pollione, 5

♦ VENERDÌ 18 MARZO
POlO ANTICRIMINE TUSCOLANO
Via tuscolana 1550

♦ VENERDÌ 18 MARZO
ISTITUTO PER ISPETTORI DI POLIZIA DI STATO
Via santa BarBara, 94 nettuno

AGRIGENTO
♦ DA LUNEDÌ AL SABATO
OSPEDALE SAN GIOVANNI DI DIO CENTRO TRASFUSIONALE
Contrada Consolida

AVELLINO
♦ MARTEDÌ 8 E DOMENICA 20 MARZO
OSPEDALE “MOSCATI” CENTRO TRASFUSIONALE
Contrada Amoretta

GENOVA
♦ MARTEDÌ 1 MARZO
VI REPARTO MOBILE
Via sardorella, 57 Bolzaneto

♦ VENERDÌ 18 MARZO
QUESTURA DI GENOVA
Via armando diaz, 2 lato Caravelle

NAPOLI
♦ VENERDÌ 18 MARZO
OSPEDALE “FONDAZIONE G. PASCALE” CENTRO TRASFUSIONALE
Via C. dei Cangiani, 1

MIlANO
♦ DAL LUNEDÌ AL SABATO
IRCCS OSPEDALE SAN RAFFAELE SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE
Via olgettina, 60
Lunedì: 8.00/12.00 e 13.30/15.30; dal Martedì al Giovedì: 8.00/13.00; Venerdì: 8.00/13.00 e Sabato: 8.00/11.00

♦ DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ
OSPEDALE SAN CARlO
Via Pio ii, 3
ore 8.00/10.30 (il sabato su Prenotazione)

IMPERIA
♦ TUTTI I GIORNI DI MARZO
OSPEDALE DI IMPERIA AZIENDA usl
CENTRO TRASFUSIONALE
Via sant’agata, 31
ore 8.00/12.00

di Umberto Buzzoni