Droga: maxi sequestro di droga in Sardegna

Il fiuto di Odry è stato fondamentale per scovare 500 chili di hashish nascosti all’interno di un vano di un motoscafo a Cagliari. Gli uomini della Squadra mobile hanno arrestato due giovani cagliaritani.

I fatti risalgono ad alcuni giorni fa, quando una pattuglia della Squadra volante ha fermato casualmente a Cagliari due giovani del posto trovati in possesso di 2 mila euro in contanti e una ricevuta di accredito di 42 mila euro.

Insospettiti dalla consistente somma di denaro e dai precedenti per stupefacenti che uno dei due risultava avere, gli agenti hanno approfondito con un’indagine lampo.

Infatti la Squadra mobile, dagli accertamenti bancari effettuati su uno dei due, ha scoperto che erano stati pagati 3mila euro in favore di una società nautica di Napoli. L’imbarcazione era arrivata al porto di Cagliari con una nave.

Immediatamente intercettato, il natante è stato portato in caserma per effettuare un’accurata perquisizione.

Infatti sotto il pavimento della prua, completamente sigillato, gli agenti hanno trovato numerosi pacchi di hashish in panetti di circa 100 grammi per un totale di circa 500 chili.

Sono ancora in corso le indagini per stabilire la provenienza e l’effettiva destinazione della droga.

fonte Polizia di Stato

Milano: pazienti psichiatrici picchiati da operatori della Asl

Picchiavano, insultavano, in modo gratuito, per motivi futili o addirittura senza alcun motivo, pazienti psichiatrici ricoverati in una casa di cura a Milano.

Si trattava di cinque impiegati della Asl di Milano, di origine peruviana. Uno di questi è stato arrestato in flagranza nei mesi scorsi; per gli altri è scattata la denuncia a piede libero.

Tutti sono stati licenziati al termine delle indagini preliminari notificate in questi giorni.

Le investigazioni erano iniziate alla fine del 2014 quando gli stessi responsabili della casa di accoglienza avevano notato segni di possibili percosse sui pazienti.

Gli investigatori del commissariato di “Comasina“, dopo aver raccolto la denuncia e sentito anche i familiari dei degenti, decidevano di chiedere alla magistratura l’istallazione di telecamere per intercettare le immagini delle violenze.

Puntualmente, soprattutto nelle ore notturne, veniva accertato che i cinque prendevano a calci, pugni, schiaffi alcuni pazienti, a volte percuotendoli con scope e “pappagalli”; le violenze erano spesso accompagnate da ingiurie rivolte ai pazienti.

Le immagini venivano visionate in differita dagli inquirenti che isolavano i singoli episodi e li legavano ai cinque operatori socio-sanitari indagati; le attività sono state particolarmente complicate anche per la scarsa attendibilità delle dichiarazioni delle vittime tutte persone interdette.

In un caso si è riusciti ad intervenire nella flagranza e ad arrestarne uno; per gli altri è scattata invece la denuncia in stato di libertà.

fonte Polizia di Stato

‘Ndrangheta: 23 arrestati nel Vibonese

È scaturita dalle intercettazioni ambientali effettuate nel quartier generale del boss del clan Mancuso, l’operazioneCosta Pulita“, eseguita stamattina dagli agenti della Polizia di Stato, dai Carabinieri e dalla Guardia di finanza nelle province di Vibo Valentia, Cosenza, Como, Monza.

Ventitre le persone fermate, accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivo.

Le indagini, iniziate nei primi mesi del 2013, hanno interessato principalmente persone appartenenti, o comunque vicine, al clan della ‘Ndrangheta guidato dalla famiglia Mancuso e agli affiliati Accorinti, La Rosa e Il Grande attivi nei comuni del litorale tirrenico della provincia vibonese.

L’indagine ha colpito anche personaggi politici locali di passate amministrazioni dei comuni di Briatico e Parghelia. Gli agenti hanno documentato inoltre episodi di ritorsione attraverso una lettera minatoria contro un giornalista della zona autore di articoli sulla mala gestione del municipio briaticese.

Attraverso questa operazione gli investigatori hanno bloccato i canali finanziari del clan sequestrando beni per un valore di circa 70 milioni di euro. Tra i beni sequestrati più di 100 immobili, quote societarie e rapporti bancari, oltre a due villaggi vacanze e tre compagnie di navigazione con altrettante motonavi che assicuravano, sostanzialmente in regime di monopolio, i collegamenti turistici con le isole Eolie.

fonte Polizia di Stato

Rapinatori in trasferta arrestati ad Asti

Gli uomini della Squadra mobile si sono appostati tutti intorno ad un ufficio postale di Asti, attendendo l’arrivo dei rapinatori, e, puntualmente, alle 9 di ieri, i banditi si sono presentati.

Sono stati arrestati così tre rapinatori palermitani che sono entrati armi in pugno in un ufficio postale della Città, in pieno centro.

L’ufficio era gremito di persone ma i soldi in cassa erano ancora pochi perché il furgone portavalori era in ritardo.

I criminali, a volto coperto, hanno preso quello che hanno trovato, poche centinaia di euro e sono scappati.

Fuori, ad attenderli a pochi metri dall’ingresso, gli agenti della questura astigiana che da giorni avevano ricevuto la notizia della probabile rapina e che sono intervenuti solo a colpo effettuato, per evitare situazioni di pericolo per i clienti dell’ufficio postale.

Le indagini non sono concluse perché gli investigatori, in contatto con i colleghi di Palermo, stanno cercando di valutare il “peso” criminale degli arrestati e gli eventuali collegamenti con la criminalità mafiosa del capoluogo siciliano.

fonte Polizia di Stato

Napoli: catturato il latitante Manganiello

È stato arrestato Roberto Manganiello, boss del clan camorristico scissionista Marino e uno dei 100 latitanti considerati più pericolosi. Manganiello 35 anni è stato catturato in un covo nel casertano ed era latitante dal 2013.

La cattura è stata eseguita dagli investigatori della questura di Napoli con quelli di Caserta e coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco).

Era ricercato per concorso nell’omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Salierno, fedelissimi del clan camorristico Di Lauro, avvenuto a Napoli il 28 ottobre del 2004.

Un omicidio che aveva segnato l’avvio di una delle più cruente faide di Camorra e che vide contrapposte le famiglie camorristiche scissioniste Abete/Abbinate/NotturnoAmato/Pagano e la stessa famiglia Marino.

I poliziotti per irrompere nell’appartamento si sono finti pony express per la consegna di pizze a domicilio.

L’uomo, che stava guardando l’incontro di calcio Inter-Napoli ed era in compagnia di una ragazza, non era armato e non ha opposto resistenza all’arresto.

Gli investigatori hanno accertato che cambiava covo continuamente per non essere localizzato.

Da latitante, Manganiello, gestiva personalmente gli affari illeciti, legati al traffico di sostanze stupefacenti ed alle estorsioni del clan camorristico Marino, tuttora attivo nell’area nord di Napoli.

“L’arresto di Roberto Manganiello – ha dichiarato il capo della Polizia Alessandro Pansa, commentando l’arresto – dimostra ancora una volta come la cattura dei latitanti rappresenta uno dei pilastri della lotta al crimine organizzato. Esprimo – ha continuato il Prefetto – il mio forte apprezzamento al questore, agli uomini e alle donne della Polizia di Stato del capoluogo partenopeo che, con costante impegno e dedizione, hanno lavorato per assicurare alla giustizia un così importante criminale”.

fonte Polizia di Stato

Pavia: combattimenti clandestini di cani, denunciati gli organizzatori

A Pavia sono state denunciate cinque persone che avevano organizzato un combattimento clandestino tra cani.

Gli uomini delle Squadre mobili di Genova e Imperia che indagavano insieme sui combattimenti clandestini in Liguria, sono arrivati nella città lombarda seguendo un imprenditore genovese che aveva la disponibilità di alcuni Pitbull addestrati al combattimento.

L’uomo che presso la propria abitazione aveva allestito un piccolo ”campo di addestramento”, teneva uno dei cani, destinato ai combattimenti, per molto tempo ”segregato” in una piccola recinzione o nel trasportino e fatto uscire solo per pochi minuti al giorno.

E sabato scorso quando l’imprenditore è andato a Pavia, con il pitbull tenuto in “cattività”, è stato seguito dai poliziotti. L’uomo ha dapprima incontrato un quarantenne milanese, poi insieme, sono entrati in un circolo sportivo adibito a palestra. Ad attenderli c’erano il proprietario con altri due amici, uno dei quali con il proprio Pitbull.

Durante l’irruzione degli agenti nella palestra, i cinque liberavano i cani e si davano alla fuga in aperta campagna attraverso un cunicolo che conduceva nella taverna di una villetta limitrofa. Quattro delle persone fuggite sono state comunque fermate la notte stessa.

Sul pavimento della taverna e nei prati lungo la via di fuga i poliziotti hanno rinvenuto alcuni stracci sporchi di sangue con cui avevano tamponato le ferite degli animali.

Nel corso della successiva perquisizione, in un manufatto in uso al proprietario della palestra, gli agenti hanno scoperto un allevamento abusivo con circa quaranta cani di varie razze; mentre le perquisizioni eseguite nelle abitazioni degli altri denunciati hanno consentito di scoprire altri cani di razza Pitbull privi di micro-chip, numerosi medicinali e attrezzature idonee all’allenamento degli animali.

Le cinque persone, quattro uomini ed una donna, sono stati denunciati per il reato di divieto di combattimenti tra cani e tutti gli animali sono stati messi a disposizione delle ASL del territorio.

fonte Polizia di Stato

Ragusa: 10 arresti nell’operazione Flex

Pianificavano con scrupolo i furti, che avvenivano sempre di notte, ma non prima di aver visitando i luoghi prescelti e individuando le possibili vie di fuga; ne hanno commessi per quasi un milione di euro ai danni di concessionarie, negozi di elettronica, impianti fotovoltaici e tabaccherie.

La Squadra mobile di Ragusa con quella di Catania hanno individuato e arrestato un gruppo criminale i cui componenti, tutti di nazionalità rumena, in poco tempo hanno messo a segno colpi in tutta la Sicilia.

Pochi i dati in mano agli investigatori che però in poco più di 3 mesi d’indagini sono riusciti a catturare 10 persone, denunciarne 14 e a sventare 12 furti.

Durante la perquisizione, è stata arrestata anche una ricercata, sempre di nazionalità rumena, che ha tentato di nascondersi all’interno dell’abitazione.

Tra gli arrestati anche una donna che faceva da autista alla banda.

Le indagini hanno preso il via dopo un grosso furto avvenuto a novembre scorso nella provincia di Ragusa, per un valore di 100mila euro; gli uomini della Squadra mobile hanno ritrovato la merce rubata a Catania e attraverso il confronto con le riprese video, le testimonianze e le intercettazioni hanno individuato i componenti del gruppo criminale.

La base operativa era Catania e da qui si muovevano, alternandosi.

Per mettere a segno i colpi utilizzavano soprattutto i Suv rubati alle concessionarie che venivano usati come arieti per sfondare le vetrine blindate dei locali presi di mira.

L’uso di un elettroutensile chiamato flex per tagliare le grate e i cancelli durante i furti dà il nome all’operazione.

fonte Polizia di Stato

Enna: sequestrati 240 reperti archeologici

Anfore, unguentari, lucerne, monete, terracotte figurate e votive e tanti altri reperti archeologici sono stati sequestrati dalla Squadra mobile di Enna ad un 56enne pregiudicato italiano.

Gli oggetti, 240 in tutto, sono stati trovati all’interno di un locale adibito a ripostiglio dell’abitazione dell’uomo ed erano nascosti in scatole di cartone, cassette in plastica ed in una cassapanca in legno, avvolti con dei semplici fogli di giornale.

Ancora al vaglio degli esperti, si ritiene che gli oggetti abbiano un valore inestimabile storico ed artistico e si collochino presumibilmente tra il V ed il II secolo A.C.

Per alcuni reperti, la presenza di segni di incrostazione salina sulla superficie, fa ipotizzare che possano essere stati recuperati nei fondali marini.

Tra questi figurano oggetti provenienti da altri centri ellenici, prevalentemente della Magna Grecia, e dagli insediamenti abitativi o necropoli di siti indigeni ellenizati.

I beni archeologi sono stati affidati alla Soprintendenza ai beni culturali di Enna, che ha collaborato con gli investigatori durante il recupero mentre l’uomo è stato denunciato in stato di libertà, per il reato di ricettazione.

fonte Polizia di Stato

Milano: “I 24” hanno fermato i clonatori di bancomat

Realizzavano cloni delle carte pago bancomat grazie ai codici sottratti illecitamente, e li utilizzavano per effettuare ricariche da sportelli ATM di Milano verso altre carte prepagate superflash.

Questa mattina però la Polizia postale e delle comunicazioni di Milano, con la collaborazione del commissariato di P.S. Greco Turro, ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare, per spaccio di sostanze stupefacenti connesso alla clonazione delle carte di credito.

Le indagini della Polizia, partite dalla manomissione del Pos di un distributore di carburanti milanese, hanno fatto scoprire inoltre che le prepagate, attivate appositamente per far confluire i soldi sottratti attraverso i bancomat, erano intestate a persone che si erano prestate come beneficiari.

I profitti di tale servizio erano tali da spingere questi “muli” (in gergo tecnico si utilizza tale termine per indicare persone che offrono la propria identità per l’apertura di conti correnti o carte di credito, sui quali vengono poi accreditate le somme frodate a ignari cittadini) a offrire la propria disponibilità in modo costante, tant’è che i loro nomi ricorrevano spesso nelle varie indagini.

Gli investigatori hanno individuato anche un dipendente bancario che suggeriva all’organizzazione criminale le modalità per il trasferimento del denaro dalle carte clonate a quelle attivate dai vari indagati.

Lo stesso dipendente, che faceva uso di droga, riceveva dal gruppo sostanze stupefacenti come contropartita per reclutare i prestanome necessari ad attivare le carte di credito di comodo.

Gli indagati, inoltre, per sviare le investigazioni, utilizzavano un gergo ispirato alla smorfia napoletana: l’indicazione “ci sono i 24” oppure “occhio ai 24” veniva usata per innalzare il livello di attenzione alla vista di pattuglie della polizia che gravitavano nella zona in cui operavano i criminali (nella smorfia il 24 indica le “guardie”).

Durante le indagini i poliziotti hanno sequestrato 114 grammi di cocaina, un bilancino di precisione, il libro contabile dei crediti dello spaccio, somme di denaro e hanno identificato numerosi acquirenti di droga.

fonte Polizia di Stato

Massa: scoperti da un drone 4 trafficanti di droga

È stato un drone utilizzato dalla Squadra mobile di Massa che ha permesso ai poliziotti di documentare tutto quello che avveniva all’interno di un appartamento della zona del Candia, nelle colline massesi, e di arrestare quattro persone per traffico di droga e di armi.

Il blitz dei poliziotti è avvenuto dopo 4 mesi di indagine. L’abitazione era diventata una vera e propria centrale operativa del narcotraffico ed alimentava il mercato locale della droga. Le sostanze stupefacenti provenivano principalmente da Milano.

All’interno del covo gli agenti hanno trovato quattro uomini, tutti massesi tra 30 e 40 anni, colti di sorpresa e non hanno avuto il tempo di accorgersi di ciò che stava accadendo.

Inoltre durante la perquisizione i poliziotti hanno trovato e sequestrato quasi 20 chili di hashish, circa 4 etti di cocaina e oltre 40 grammi di eroinaBrown sugar” impacchettata, già raffinata e pronta per essere immessa nel mercato apuano.

Sono state rinvenute anche tre pistole tipo revolver, risultate proventi di furto e quattro fucili, legalmente detenuti, appartenente ai familiari di uno dei malviventi.

Sequestrati circa 10 mila euro in contanti in banconote di vario taglio verosimilmente provento di attività illecite.

fonte Polizia di Stato