Consigli della Polizia di Stato su Botti di fine anno

Risultati immagini per botti di fine annoQuando si utilizzano artifici pirotecnici, non bisogna mai dimenticare le regole imposte dalla legge e quelle suggerite dall’esperienza e dal buon senso.
Per trascorrere un Capodanno in sicurezza, sul sito della Polizia di Stato e su tutte le piattaforme social (Facebook, Twitter e Instagram) sono presenti molti consigli utili  per conoscere i fuochi d’artificio legali e quelli proibiti.

In particolare, sul sito istituzionale www.poliziadistato.it è presente una sezione dedicata ai fuochi d’artificio con gli articoli, le guide, i consigli, i video e le interviste agli esperti.
Sulle pagine Facebook dell’Agente Lisa e della Polizia di Stato, alcuni post invitano gli utenti a prestare particolare attenzione ai “botti” di fine anno, mentre sull’account  Twitter della Polizia di Stato i consigli sull’uso corretto degli artifici pirotecnici sono pubblicati anche in inglese.
Infine su Instagram alcune foto mettono in guardia i cittadini dai rischi che possono derivare dall’uso sconsiderato di prodotti illegali.
Perchè divertirsi è bene, ma farlo in sicurezza è meglio.

Fonte Foto Polizia di Stato

Anis Amri il Killer di Berlino è stato Ucciso a Milano dalla Polizia

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Il killer di Berlino, Anis Amri è morto durante un conflitto a fuoco con una pattuglia di Polizia a Sesto San Giovanni, nel Milanese. Nel corso di un normale controllo stradale in piazza I Maggio, intorno alle 3 del 23 dicembre), Amri ha estratto una pistola e sparato agli agenti di una volante che hanno risposto al fuoco uccidendolo.
Una normale attività di controllo del territorio svolta da due agenti che “hanno seguito le procedure stabilite”: è finita così la fuga di Anis Amri, fermato e controllato a Sesto San Giovanni non perchè individuato come il killer di Berlino ma solo perchè alle 3 di notte si aggirava vicino alla stazione di Sesto San Giovanni. “Era degno di controllo”, le parole del questore di Milano e il vice questore aggiunto, dirigente del commissariato di Sesto San Giovanni raVisualizzazione di AMRI in Stazione Centrale alle ore 00.58 del 23.jpgcconta così la dinamica dello scontro a fuoco: “Era solo e fermo, dalla volante è sceso il capopattuglia che gli ha chiesto i documenti, mentre l’autista era un agente in prova. Amri era tranquillissimo, parlava italiano anche se con accento straniero”. Spiega di essere di Reggio Calabria ma l’accento non convince Christian Movio, l’agente che sta eseguendo il controllo, che gli chiede di rovesciare il contenuto del suo zainetto sul cofano della macchina. A quel punto Amri estrae la pistola calibro 22 dalla giacca carica e pronta per l’uso e spara, colpendo Movio a una spalla. Immediata e decisiva è la reazione dell’agente in prova che si nasconde dietro la volante e risponde al fuoco, mentre Amri urla “Poliziotti bastardi”. Due i colpi esplosi dall’agente, uno mortale finito nel costato di Amri. Inutile il tentativo di rianimarlo, dopo dieci minuti è morto.
Ad uccidere il terrorista Anis Amri è stato un agente in prova al Commissariato di Sesto San Giovanni. Si chiama Luca Scatà, ha 29 anni.
L’agente di polizia che è stato ferito da Amri si chiama Christian Movio, ha 36 anni, ed è del Commissariato di Sesto San Giovanni. L’agente scelto è stato ricoverato all’ospedale di Monza con un proiettile conficcato in una spalla,fortunatamente, senza essere stato mai in pericolo di vita.

Fonte foto Polizia di Stato

Genova, falsificazione di documenti per l’espatrio, arrestati dalla Polizia

La Polizia di Stato di Genova ha sgominato una banda criminale dedicata alla falsificazione dei documenti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le indagini, partite dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Rapallo, nell’autunno del 2015, hanno permesso di riscontrare che diverse persone in particolare tossicodipendenti, molto spesso denunciavano lo smarrimento o il deterioramento dei documenti di identità, richiedendone un nuovo rilascio all’Ufficio Anagrafe del Comune.
Dall’attività investigativa, condotta dal Commissariato di Rapallo in collaborazione con la Squadra Mobile di Genova, è emerso che i nuovi documenti di identità erano destinati ad albanesi clandestini che volevano raggiungere, con identità fittizie, il Regno Unito.
Il punto di riferimento per i clandestini era un genovese di 56 anni, con precedenti di Polizia. Quest’ultimo, con complicità  altrui, riusciva a fornire ai clandestini sia una nuova identità che il supporto logistico necessario per conseguire il loro scopo.
I clandestini venivano così dotati di una carta d’identità italiana alterata con la sostituzione della fotografia, di una tessera sanitaria europea, che gli dava diritto alle cure mediche sul suolo britannico, dei titoli di viaggio necessari. Spesso vi erano anche degli accompagnatori con il compito di aggirare la cosiddetta “intervista di frontiera” fingendosi amici del clandestino e rispondendo alle domande che erano poste prima dell’imbarco in aereo.
Dell’alterazione della carta di identità si occupava un terzo genovese 25enne, che provvedeva in prima persona a fare espatriare clandestini albanesi verso il Regno Unito.
Nel corso delle indagini i poliziotti hanno segnalato diversi soggetti in procinto di raggiungere clandestinamente il Regno Unito, consentendone l’arresto da parte di Uffici di Polizia del nord Italia e di Polizie estere.
Questi arresti hanno indotto il sodalizio criminale a modificare le modalità di espatrio dei clandestini e a progettare di stabilirsi a Calais per traghettare con un’imbarcazione senza intermediari i clandestini, grazie alle competenze di uno degli arrestati.
Il prezzo da pagare per chi voleva raggiungere Londra variava dai seimila ai diecimila euro per la sola parte spettante agli italiani.
Con l’odierna operazione è stata data esecuzione a 21 misure di sicurezza, a cui si aggiungono altre dieci persone fra italiani e albanesi arrestati nel tentativo di espatrio.

di Umberto Buzzoni
e Renato D’Angelo

Fonte Foto Polizia di Stato

Ventimila confezioni di fuochi d’artificio sequestrate in periferia ad Aprilia

Scandagliando il mercato illegale dei “botti”, i militari si sono soffermati su un uomo residente nei Castelli Romani e, seguendone gli spostamenti, sono pervenuti ad un capannone situato alla periferia di Aprilia, al cui interno erano stoccati giochi pirotecnici per un quantitativo nettamente superiore a quello prescritto dall’autorizzazione dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, in vista delle festività natalizie e di Capodanno.

Il deposito era anche sprovvisto del certificato di prevenzione dei Vigili del Fuoco e, per la sua ubicazione vicino al centro abitato, avrebbe potuto mettere in pericolo l’incolumità dei residenti.

I proprietari del magazzino, due fratelli romani, sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Latina per commercio abusivo di materiale esplodente e violazione della normativa in materia di prevenzione incendi.

L’intervento ha impedito che i manufatti finissero nelle mani di minori o di adulti impreparati al loro maneggio.

L’operazione delle Fiamme Gialle del Gruppo di Frascati rientra nell’ambito dei dispositivi di controllo del territorio predisposti dal Comando Provinciale di Roma per contrastare la detenzione e la vendita illegali di materiale esplodente.

Fonte Foto: mobile.ilcaffe.tv

1° CORSO Advanced Combat Medic per i N.O.C.S.


Visualizzazione di DSC_0260.JPGVisualizzazione di DSC_0212.JPGNel mese di novembre Medici della Polizia di Stato della Direzione Centrale di Sanità, con la collaborazione dell’Associazione scientifica Anti Crimine (ASAC Italia), hanno tenuto il 1° Corso Advanced Combat Medic per operatori non sanitari del NOCS. (Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza, reparto ELITE della Polizia di Stato)

Alla fine degli anni 90 nasce in America la TEMS (Tactical Emergency Medical Support), mutuata dalla medicina militare, la medicina tattica è quella branca dell’emergenza applicata a scenari nei quali i soccorsi ordinari sono impossibilitati ad intervenire. Si codifica la figura del MEDIC, un operatore della squadra a cui sono insegnati i rudimenti delle tecniche di primo soccorso nell’ottica del più rapido intervento sul ferito, almeno quando la situazione tattica lo permette, per evitare il peggioramento delle sue condizioni, in attesa dell’intervento di personale specializzato.

Gli operatori del NOCS sebbene, nelle attività più delicate, siano affiancati da medico ed infermiere della Polizia di Stato, sono quelli che per la natura dei loro compiti rappresentano i principali destinatari di tale formazione.

Basato sulle linee guida internazionali del TCCC (Tactical Combat Casualty Care) e sulle indicazioni del Journal of Special Operation Medicine, il corso è stato specificatamente strutturato per formare i primi 12 operatori che hanno messo in pratica quanto appreso in un addestramento in cui è stata portata a termine la liberazione di ostaggi in scenari con active shooter e feriti. 

Foto Polizia di Stato

In arrivo Accorpamento Forestale-Carabinieri

carabforestUna delle manovre più rivoluzionarie della riforma della Pubblica Amministrazione voluta dal Ministro Marianna Madia è la riorganizzazione dei vari corpi di Polizia presenti in Italia, in cui è previsto l’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri.
Il riordino delle Forze di Polizia nei mesi scorsi è stato prorogato di 6 mesi, ma comunque la riforma non è in discussione. Infatti l’accorpamento tra Forestale e Carabinieri dovrebbe avvenire entro la fine del febbraio 2017.
Tra i sindacati del settore però regna un malcontento generale, in quanto sono convinti che il passaggio non sarà indolore e ne deriveranno dei peggioramenti di servizio soprattutto per il Corpo Forestale.
Il motivo è quello per cui i Carabinieri dispongono di un modello organizzativo e operativo che garantisce un potenziamento della tutela agroambientale. Inoltre, nei Carabinieri ci sono dei nuclei specializzati (NAC, NOE, NAS) con competenze specifiche in questo campo.
Il personale del Corpo Forestale manterrà le proprie competenze e continuerà a svolgere l’incarico ricoperto attualmente nella stessa sede di lavoro. Per questo motivo è prevista la nascita dei Ruoli forestali nell’Arma, mentre le progressioni di carriera vengono salvaguardate secondo i criteri in vigore. Tuttavia, ricordiamo che la riorganizzazione del Corpo Forestale prevede il trasferimento di circa 750 agenti in altre Forze di Polizia, come ad esempio nei Vigili del Fuoco.carabforest1
La riorganizzazione del Corpo Forestale prevede la nascita di un Comando per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare all’interno dell’Arma dei Carabinieri. In tal senso ci sarà un’attenzione maggiore verso la tutela del patrimonio paesaggistico grazie all’impiego sul campo di circa 7 mila uomini specializzati.
Ci sarà un rafforzamento dell’attuale assetto riguardante il presidio sul territorio tramite un potenziamento della capacità investigative e delle proiezioni internazionali per le attività preventive delle strutture dell’Arma.
Nonostante l’accorpamento nei Carabinieri, anche nel nuovo comando al Corpo Forestale verrà assicurato lo svolgimento di mansioni in linea con la loro specializzazione. Anzi, anche i nuovi immessi verranno formati in maniera approfondita così da garantire un alto livello professionale nelle materie agroambientali.
Nella conferenza stampa si è parlato anche del risparmio che deriverà dall’accorpamento del Corpo Forestale, svelando i motivi che hanno portato il Ministro Madia a volere la riorganizzazione. Nel dettaglio, in tre anni ci sarà un risparmio di circa 100 milioni di euro. Sarà il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, invece, ad avere il comando del nuovo reparto.

Fonte Foto Polizia di Stato

EUROPOL IN ITALIA PER FAR FRONTE COMUNE SU L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E SITUAZIONE LIBICA

Visualizzazione di workshop Libia foto 1.jpgSi è tenuta, presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, una riunione tecnica sul contrasto all’immigrazione clandestina ed implementazione degli strumenti di cooperazione internazionale di polizia, con un particolare focus sulla situazione della Libia.

L’iniziativa, che è stata sviluppata nell’ambito della priorità “Faciliting Illegal Immigration” della piattaforma comunitaria EMPACT guidata dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia,  organizzata in cooperazione con l’Agenzia Europol, ha visto la partecipazione di esperti provenienti dai maggiori Paesi europei interessati dal fenomeno migratorio, rappresentanti dei Paesi del Nord Africa e degli Stati Uniti, membri delle principali Organizzazioni ed Agenzie internazionali impegnate nel settore.

Nel corso dei lavori è stata condotta un’analisi sulle principali attività operative in essere nel bacino del Mediterraneo con particolare riferimento ai flussi provenienti dalla Libia, cristallizzando le criticità esistenti. L’occasione, inoltre, ha consentito di individuare le possibilità per porre le basi di una cooperazione congiunta con le Nazioni di origine, transito e destinazione dei migranti, ai fini della realizzazione di una piattaforma informale di esperti volta a facilitare lo scambio info-operativo fra i diversi attori internazionali coinvolti.

Fonte Foto Polizia di Stato

BEIRUT LIBANO: IL VICE DIRETTORE GENERALE DELLA PUBBLICA SICUREZZA PREFETTO CUFALO INCONTRA CAPO ISF INTERNAL SECURITY FORCE GEN BASBOUS

Una delegazione italiana, guidata dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza –  Prefetto Cufalo, ha incontrato ieri i vertici delle forze di Sicurezza del Libano, paese che riveste importanza nodale nell’aerea del medio oriente e che è impegnato quotidianamente sul fronte della lotta all’estremismo islamico.

Tra i vari temi trattati, il Prefetto Cufalo ha rappresentato al Generale Ibrahim  Basbous , capo dell’ ISF Internal Security Forces , l’interesse del Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli a realizzare, nel quadro della già proficua collaborazione info-investigativa con il Libano, ulteriori e più avanzate forme di cooperazione per una valida strategia di contrasto al terrorismo internazionale.
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di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Fonte Foto Polizia di Stato

Arrestato 17 palermitano

La Polizia di Stato di Palermo ha arrestato un 17enne pregiudicato del capoluogo, ricercato dallo scorso ottobre per una violenta rapina ai danni della  filiale Unicredit di piazza Aldo MORO a Ficarazzi .Risultati immagini per rapinatore polizia
Nonostante la sua giovane età, vanta numerosi precedenti penali per rapine, trascorrendo già lunghi periodi di detenzione in carcere, per poi passare in regime cautelare presso una comunità della provincia di Trapani. Dallo scorso ottobre era stato, inoltre, dichiarato “latitante” dal Tribunale dei Minori e ricercato per la rapina commessa il 22 luglio scorso in danno della filiale della Banca Unicredit sita in Ficarazzi. In tale circostanza due individui apparentemente di giovane età hanno fatto irruzione nell´istituto bancario; uno dei due malviventi con il volto coperto da un passamontagna, mentre l´altro a volto scoperto con in mano un taglierino. I due dopo essersi introdotti all´interno dei locali della banca hanno minacciato con l’arma in possesso  due dipendenti. Il rapinatore, a volto scoperto, ha afferrato violentemente per un braccio un´impiegata puntandole contro il taglierino; l’altro  ha prelevato il contante contenuto nella cassa, ammontante a circa 2.700 euro. Contestualmente veniva rapinato anche un cliente a cui veniva sottratta la somma di 1,050 euro, che l´uomo avrebbe dovuto versare. Anche in questo caso il giovane a volto scoperto  Ha minacciato l´uomo di “squartare la direttrice” se non avesse consegnato il denaro.
Quindi i due si sono dati alla fuga, facendosi accompagnare  fino all´uscita da un´impiegata, tenuta costantemente sotto minaccia del taglierino.
Le indagini immediatamente avviate  dai poliziotti del Commissariato di P.S. Bagheria consentivano identificare i rapinatori.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Fonte Foto Polizia di Stato

Guardia di Finanza : sequestrato ai “Castelli Romani laboratorio artigianale di accessori per moto con marchio’’Harley Davidson” contraffatto

Avevano pensato persino al sito on line e al profilo su Facebook per promuovere e piazzare i loro prodotti gli artefici di un traffico di accessori contraffatti per motociclette “Harley Davidson” scoperto dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma nell’agro di Monteporzio Catone, ai “Castelli Romani”.
E proprio dai canali web sono partite le indagini che hanno portato alla scoperta di un opificio in cui venivano realizzati artigianalmente prodotti in cuoio recanti la griffe della nota e prestigiosa casa motociclistica statunitense che annovera numerosi appassionati in tutto il mondo.  Dopo alcune settimane di pedinamenti e appostamenti, raccolti sufficienti elementi che confermavano l’iniziale pista investigativa, è scattata la perquisizione delle Fiamme Gialle del Gruppo di Frascati, nel corso della quale sono stati rinvenute decine di articoli – tra borse, selle e tracolle – riproducenti modelli commercializzati dalla “Harley Davidson” sia con il marchio già impresso che “vergini”, oltre agli utensili, macchinari e strumenti necessari per la loro realizzazione. Due persone sono state denunciate per il reato di fabbricazione di prodotti contraffatti all’Autorità Giudiziaria di Velletri che ha anche disposto l’oscuramento del sito utilizzato per la pubblicazione del “catalogo”. Inoltre, sono in corso approfondimenti per ricostruire il giro d’affari della illecita attività.
L’operazione si inquadra nell’ambito del più ampio dispositivo di controllo del territorio predisposto dal Comando Provinciale di Roma e coordinato dalla Sala Operativa.

Fonte Foto: LAVOCEdelLAZIO.IT