Incontri a luci rosse, arrestata organizzatrice

La Polizia di Stato di Benevento ha arrestato una donna di 60anni per sfruttamento della prostituzione minorile.
I poliziotti della Squadra Mobile, dopo un  lungo appostamento notturno ed un blitz lampo, coordinato dalla locale Procura della Repubblica, hanno scoperto un’insospettabile casa di prostituzione che vedeva coinvolte alcune giovani ragazze minorenni, abitanti in un piccolo centro della provincia.
La donna organizzava incontri in casa, tramite alcuni social network, dove in cambio di sesso con lei, prometteva ad adulti alcune giovanissime adolescenti, che riusciva a soggiogare attraverso ricatti di vario genere.
Tre clienti sono stati denunciati per aver avuto rapporti con le giovanissime vittime, attraverso il singolare meccanismo di scambio.

di Umberto Buzzoni  e Renato D’Angelo

Foggia, controlli a tappeto

Al via il piano straordinario di controllo che interesserà l’intera provincia di Foggia, annunciato ieri dal Ministro dell’Interno Marco Minniti e definito stamattina dal Questore Mario Della Cioppa d’intesa con i Comandanti Provinciali dell’Arma dei Carabinieri Colonnello Marco Aquilio e della Guardia di Finanza Colonnello Francesco Gazzani.

E’ la risposta dello Stato dopo il quadruplice omicidio di San Marco in Lamis del 9 agosto, che prevederà l’affiancamento alle Forze territoriali dei rinforzi della Polizia di Stato, con 27 equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine per 81 unità, con 73 militari dell’Arma dei Carabinieri e 18 degli Squadroni dei Cacciatori di Calabria e di Sardegna e con 8 pattuglie della Guardia di Finanza per 20 unità. Un rinforzo di 192 persone complessivamente che sono state concentrate a Foggia provenienti da tutta Italia per rispondere ad un allarme che ha portata nazionale.

La Provincia di Foggia nella sua estensione verrà suddivisa in cinque macroaree, affidate in via esclusiva o concorrente alle varie Forze di Polizia : oltre alla città di Foggia, è stata individuata la macroarea di San Severo-Apricena-San Marco in Lamis, quella di Manfredonia-Monte Sant’Angelo-Mattinata, quella di Vieste ed, infine, quella di Cerignola-Ortanova. L’obiettivo è quello di realizzare un’incisiva e capillare  attività di controllo del territorio, che scoraggi e faccia da deterrente al perpetrarsi dell’attività criminale e che, d’altra parte, contrasti quel silenzio e quell’idea di abbandono da più parti lamentato dalla cittadinanza, contribuendo invece ad aumentare la percezione di sicurezza.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

CANE POLIZIOTTO TROVA LA DROGA E AVVERTE IL SUO CONDUTTORE SUONANDO IL CLACSON

 Risultati immagini per cane poliziotto“Gimbo” il cane poliziotto, dell’Unità Cinofila della Questura di Rimini , nel corso di una perquisizione all’interno di un Tir rinviene oltre mezzo etto di eroina, abilmente occultata all’interno di un vano portaoggetti e avverte il suo conduttore suonando 2 volte il clacson. Sul profilo twitter della Polizia di Stato il video del cane.
Era da qualche tempo che i poliziotti di Rimini seguivano le mosse di un 45enne residente a Rimini ma originario della Basilicata, camionista di professione. Convinti che durante i frequenti viaggi di lavoro trasportasse non solo merci ma anche droga, nella notte appena trascorsa, avuta notizia che l’uomo stava rientrando dalla Puglia ove si era recato per lavoro, si sono appostati al casello di Rimini sud e lo hanno aspettato. Verso le 04,00 il mezzo è uscito dal casello ed è stato bloccato dagli agenti, i quali hanno immediatamente sottoposto a controllo sia l’uomo che il Tir.
La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire e sequestrare ulteriore eroina per alcuni grammi oltre ad altro materiale comprovante l’attività delinquenziale. Al termine degli accertamenti l’uomo è stato tratto in arresto per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e condotto presso la locale casa circondariale a disposizione dell’A.G.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Roma. Appio Nuovo, Tentato Omicidio

Intorno alle 17:20 la  Sala Operativa del COMMISSARIATO DI P.S. SEZIONALE ” APPIO NUOVO ” inviava un equipaggio  via  Quinzio Flaminio   dove era stata segnalata una lite in strada.
Le volanti giunte  sul posto,  identificavano N.F. di Roma che era stato aggredito, da parte di un tizio che  provava ad investirlo con una Smart,  tentando di schiacciarlo contro un muro perimetrale di recinzione. Fortunatamente la vittima riusciva a divincolarsi gettandosi a terra. L’uomo alla guida della Smart, non riuscendo nel suo intento, scendeva dal veicolo impugnando una bottiglia in plastica verde contenente della benzina che gettava all’altezza del torace della vittima,   tentando di dargli fuoco azionando un accendino che aveva nell’altra mano, evento che non si concretizzava  a causa della reazione della vittima che colpiva con un pugno al volto. In relazione ai violenti eventi, venivano richiamate in strada numerose persone, con conseguente fuga del colpevole. Sul posto venivano rinvenute e poste in sequestro dalla Polizia la maglia indossata dal colpevole sporca di liquido con l’odore tipico di benzina. Il colpevole veniva rintracciato presso il policlinico “Casilino” dove era giunto per farsi medicare a seguito della colluttazione con la vittima, dopo le visite veniva tratto in arresto dalla sezione di polizia giudiziaria del suddetto commissariato.

Il direttore unitamente a tutto lo staff del giornale  “Mensile Polizia di Stato” si complimenta con gli uomini e con il dirigente del Commissariato di P.S.  Appio Nuovo, per il coraggio e la dedizione nell’adempiere il proprio lavoro, garantendo così l’incolumità e la sicurezza di noi cittadini.

Di Umberto Buzzoni  

EVASIONE FISCALE, POLIZIA E DOGANA ESEGUONO 10 ARRESTI

I destinatari di misura cautelare emessa dall’A.G. di Roma avevano costruito un sistema che consentiva loro di commercializzare prodotti tecnologici, tramite due siti internet riconducibili ad una società maltese, che risultavano godere in Italia di un alto tasso di gradimento tra gli appassionati del settore. Il complesso sistema creato dagli “stockisti”, consentiva di porre in vendita prodotti fortemente scontati grazie all’evasione dell’iva, che non veniva versata nelle casse dello Stato. In tal modo la società che gestiva il sito era in grado di fare concorrenza ai colossi del mercato online, proprio perché il mancato pagamento dell’iva consentiva una riduzione dei corsi del 20% circa.  La società maltese che gestisce il sito interessato, sin dal 2012 ha operato nominando ogni anno una diversa società concessionaria esclusiva per l’Italia, che in realtà erano una figura a metà strada tra le cosiddette “cartiere” e le cosiddette “scatole vuote” e si prefiggevano lo scopo di rendere difficili i controlli dell’Amministrazione fiscale italiana, rendere occulta la relativa documentazione contabile/amministrativa ed irreperibili i relativi rappresentanti legali.  Gli Investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni e dell’Ufficio delle Dogane, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma,  hanno svolto anche attività intercettativa che ha reso possibile individuare tra gli appartenenti al sodalizio criminale anche tre commercialisti ed un collaboratore fiscale che, con modalità diverse, si sono prestati a svolgere l’attività fraudolenta dal punto di vista degli adempimenti tributari. La Polizia Postale sta procedendo  ad oscurare il sito dove venivano commercializzati i prodotti che aveva un volume di affari di oltre 250 milioni di euro.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Polizia di Stato

4 Arresti nei confronti di una BABY GANG a Milano

La Polizia di Stat o di Milano ha eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro cittadini italiani minorenni di 15, 16 e due di 17 anni,(ispirati ad “Arancia Meccanica”) ritenuti responsabili di 12 rapine commesse con l’utilizzo di passamontagna, guanti e armi.
I 4 minori con cittadinanza italiana, ma di origini  egiziane e albanesi, erano noti agli agenti del Commissariato di Quarto Oggiaro già da alcuni anni quando si erano resi responsabili di alcuni atti di bullismo presso gli oratori del quartiere. L’attività investigativa condotta dal Commissariato, con l’ausilio di mezzi tecnici, ha permesso di accertare che il modus operandi della baby gang era caratterizzata da azioni particolarmente efferate, violente e aggressive nei confronti delle vittime, per lo più titolari di esercizi commerciali, di un hotel e passanti.
In alcuni casi hanno ferito le vittime colpendole alla testa procurando delle ferite lacero-contuse procurate con il calcio della pistola, in altri casi hanno procurato la frattura del dito di una vittima e contusioni varie. Le violenze gratuite ai danni di esercenti commerciali o di ignari cittadini miravano a dimostrare ai pregiudicati del quartiere le loro capacità criminali, dimostrandone il disvalore sociale e la crudeltà. Gli agenti nel corso delle perquisizioni hanno rinvenuto armi, tra cui una carabina, un fucile a pompa e delle pistole oltre alla refurtiva: soldi, bancomat, computer, smartphone e droga.

Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Polizia di Stato

“MERCURIO EYE INSURANCE” operazione di Polizia

Si è conclusa la prima operazione alto impatto “Mercurio Eye Insurance” condotta dalla Polizia di Stato, in collaborazione con l´ANIA, e volta al contrasto massiccio su tutto il territorio nazionale della mancata copertura assicurativa dei veicoli, fenomeno che va ad alimentare odiosi episodi di pirateria stradale e spesso finisce per colpire soprattutto chi rimane vittima di un incidente stradale.
I controlli, effettuati sotto la regia della Direzione Centrale Anticrimine e della Direzione Centrale delle Specialità della Polizia di Stato, sono stati oltre 400.000 con un impiego medio giornaliero, per l´intera settimana, di oltre 4000 pattuglie e di oltre 8.000 poliziotti appartenenti ai Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato, alla Polizia Stradale ed agli U.P.G.S.P. delle Questure italiane.
La novità assoluta è stata l´impiego del tecnologico e rinnovato sistema Mercurio che, attraverso il collegamento diretto alla banca dati dell´ANIA, ha permesso ai poliziotti di effettuare controlli rapidi ed in tempo reale, anche durante il pattugliamento, sulle targhe dei veicoli in circolazione sulle principali arterie stradali ed autostradali della nostra penisola.

Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Polizia di Stato

CATANIA 39 ARRESTI ESEGUITI DALLA SQUADRA MOBILE

La Polizia di Stato di Catania sta eseguendo 39 misure cautelari per i  reati di associazione per delinquere di stampo mafioso (clan Scalisi), con l´aggravante di essere l´associazione armata, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime, tentato omicidio, estorsione, rapina, furto, ricettazione, reati in materia di armi, danneggiamento seguito da incendio, con l´aggravante di aver commesso il fatto in nome e per conto dell´associazione di tipo mafioso denominata clan Scalisi e al fine di agevolarne le attività illecite.
Le misure eseguite dai poliziotti della squadra mobile e del Commissariato di P.S. di Adrano, consentono di disarticolare la cosca Scalisi operante in territorio di Adrano, costituente locale articolazione della famiglia mafiosa Laudani di Catania, decapitandone i vertici.
Le indagini hanno consentito di verificare come la “famiglia” sottoponeva sistematicamente ad estorsione la gran parte delle attività commerciali ubicate in territorio adranita, in primo luogo il mercato ortofrutticolo.

Di Uberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Polizia di Stato

Adescava minori in chat, dirigente sportivo arrestato

La Polizia Postale di Torino ha eseguito un´ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un 24enne residente nel cuneese, Direttore sportivo di una squadra di calcio giovanile, responsabile di aver adescato per oltre 3 anni più di 100 minori.
I ragazzi caduti nella trappola del loro aguzzino sono quasi tutti appartenenti al mondo del calcio giovanile e militavano in varie squadre.
Il modus operandi utilizzato dal giovane adescatore era molto semplice: con alcuni stratagemmi riusciva sistematicamente a fingersi donna sui social Facebook, Whatsapp, Kik e Telegram con i ragazzi per avere contatti “privilegiati” con gli stessi. Successivamente si impossessava dei selfie erotici che di volta in volta venivano dagli stessi prodotti su richiesta del giovane adescatore.
Una volta ottenuto il materiale pedopornografico, in molti casi scattava il ricatto: dichiarando di essere una persona diversa dall´avvenente interlocutrice, il criminale induceva minacciosamente i minori a produrne ancora, in cambio del suo silenzio.
In altre situazioni il criminale proponeva invece un fantomatico “mènage à trois”, salvo poi tirarsi apparentemente indietro in modo da proporre alle vittime di incontrare solo il suo fidanzato, cioè egli stesso. Ciò, comunque, non è mai avvenuto, così come non è intervenuto alcun rapporto fisico tra l´adescatore e le sue vittime.
L´indagine è partita dalla Sezione Polizia Postale di Asti circa due anni fa, quando un giovane calciatore in erba, allora 14enne, aveva raccontato agli investigatori di essere stato oggetto di tentativi di adescamenti secondo le predette modalità ad opera dalla sedicente “coetanea” con artifici e lusinghe, e quindi di essere stato costretto dall´ abile “seduttrice” a inviare altro materiale dietro la minaccia di diffusione delle foto appena inviate.
Grazie ad un´importante attività investigativa, si è subito compreso che quanto denunciato dal minore non era un caso isolato. Infatti una serie di episodi addebitabili alle diverse identità fake sono state ricondotte allo stesso soggetto, riuscendosi in tal modo ad enucleare con certezza le utenze telefoniche da cui erano state effettuate le connessioni internet.
Ne è seguita una perquisizione a carico dell´indagato, la prima di tre complessivamente eseguite dai poliziotti presso la sua abitazione, sulla base dell´ipotesi – poi confermata – di reiterazione delle condotte criminali contestate.
La successiva analisi del materiale sequestrato ha consentito di ricostruire compiutamente l´attività criminale del giovane dirigente sportivo: lo stesso utilizzava ben 4 diverse identità femminili nella sua disponibilità e selezionava tra i minori i target da colpire per soddisfare, sempre e solo attraverso l´invio di materiali pedopornografici,  le proprie perversioni sessuali.
L´attività degli investigatori si è pertanto concentrata sulla identificazione delle numerose vittime, più di un centinaio, tutte di sesso maschile, contattate e sentite nelle forme dell´audizione protetta affinché spiegassero quanto accaduto online, a conferma dell´iter criminoso di tipo seriale.
Per tali motivi, considerata la gravità dei fatti e la sussistenza delle esigenze cautelari previste per legge, la Procura della Repubblica di Torino ha richiesto e ottenuto la misura cautelare degli arresti domiciliari per il giovane, nel corso della cui esecuzione si sono riscontrati ulteriori elementi probatori a suo carico, a conferma della reiterazione dei fatti delittuosi.

Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

FORLI´ CESENA, ESERCIZIO ABUSIVO DELLA PROFESSIONE MEDICA E MALTRATTAMENTI

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La Polizia di Stato di Forlì Cesena, ha avviato nei mesi scorsi un´attività d´indagine relativa ad una segnalazione nei confronti della nota santona “Mamma Ebe”,  ritenuta responsabile di aver esercitato abusivamente la professione medica nei confronti di una giovane donna italiana costretta dal proprio marito a sottoporsi a diversi trattamenti mediante l´applicazione sul proprio ventre di una sostanza a suo dire dall´effetto miracoloso.
La donna, 37enne italiana, che aveva problemi di fertilità, era stata costretta dal marito, un professionista di 35 anni, a recarsi da “Mamma Ebe”, interrompendo da un lato le proprie cure di medicina tradizionale, e dall´altro ad intraprendere delle cure della santona, consistenti nell´applicazione sul ventre di una pomata con la quale la donna avrebbe risolto i suoi problemi di infertilità.
La donna, pur di non vedere sgretolare il proprio matrimonio, è stata costretta ad annullare tutte le pratiche mediche per procedere alla fecondazione assistita ed in ultimo anche a pratiche adottive.
L´uomo, secondo quanto riferito dalla moglie, su indicazione di “Mamma Ebe”, avrebbe dovuto convincerla ad evitare il ricorso alle cure della fecondazione assistita in quanto sarebbero potuti nascere bambini con dei problemi mentali.
La santona, ha dunque iniziato a somministrarle una pomata, ritenuta capace di “sfiammare” le tube, che sin da subito le ha provocato una perdurante forma di irritazione cutanea e delle lesioni sul basso ventre ove veniva spalmata.
La 37enne ha raccontato alla Polizia che tutto ebbe inizio alla fine del 2014, quando “Mamma Ebe”, che voleva farsi chiamare “Gigliola”, era stata finalmente scarcerata  e dunque, secondo il marito, poteva curare il loro problema, ossia farli diventare genitori. L´uomo affermava che la santona era stata incompresa dalla giustizia italiana e dall´opinione pubblica e che solo alla sua morte si sarebbero riconosciuti i suoi miracoli.
La 37enne ha dunque raccontato di essersi sottoposta alle cure di “Gigliola” che nella prima seduta l´aveva visitata imponendole le mani sul ventre, diagnosticando un´infiammazione della tuba che sarebbe stata “aperta” e che avrebbe risolto con circa 5 trattamenti.
Le volte successive si era sottoposta all´applicazione di  una sostanza cremosa di colore arancione che le procurava una forte irritazione ma che non poteva rimuovere restando immobile per alcuni minuti ed in attesa che facesse “effetto” sotto il controllo diretto di “Mamma Ebe”.
La vittima, resasi conto che ormai anche tutta la sua vita era “gestita” dalla santona, e che terminati i 5 trattamenti gliene vennero prescritti altri,  prese la decisione,  nel 2016 di separarsi dal marito dopo che per anni aveva subito contro la sua volontà, pratiche umilianti, dolorose, e snervanti, in virtù delle continue pressioni psicologiche del coniuge che in alcuni casi era anche arrivato a minacciarla e a maltrattarla, fino a farle perdere il lavoro, qualora non avesse continuato a frequentare “Mamma Ebe”.
Le indagini della Polizia di Stato hanno portato alla scoperta di questo “farmaco” che “Mamma Ebe” avrebbe applicato sul ventre della donna:  si tratta di una pomata altamente pericolosa che se somministrata per usi non consentiti e in sovradosaggio comporta anche disturbi neurologici come convulsioni in neonati e bambini. Non solo non deve essere utilizzata una dose superiore a quella raccomandata proprio per evitare facili reazioni e disturbi associati al farmaco, ma lo stesso risulta infiammabile e non deve essere assolutamente applicato su parti del corpo lese o già infiammate. Il suddetto farmaco era infatti indicato nei casi di distorsioni e lombaggini per alleviare dolori.
La vittima ha raccontato che gli adepti di “Mamma Ebe” erano numerosi, così come accertato dai poliziotti nel corso di un controllo domiciliare.
E´ emerso dunque che Giorgini Ebe ha continuato a svolgere questa sua attivita´ illecita nonostante fosse ai domiciliari dal dicembre 2014 per essere stata condannata in via definitiva ad anni 4 di reclusione per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all´esercizio abusivo della professione medica.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

foto polizia di stato