Commissariato Appio Roma. Intercettato e arrestato latitante internazionale

Uomini del Commissariato Appio Nuovo diretto dal V.Q.A. Dott.ssa Pamela DE GIORGI, in data odierna, ha rintracciato un latitante internazionale di origine Spagnola,   capo di un organizzazione criminale  operante in tutta Europa dedita al furto , riciclaggio e ricettazione di capi di abbigliamento di alta moda, gioielli e orologi di pregio quali Rolex , Audemars Piquet ed altro. L’uomo  latitante dal 2015, era evaso  dagli arresti domiciliari ove era ristretto a seguito di una indagine condotta dai Carabinieri della Stazione di Piazza delle Medaglie d’Oro,   facendo perdere le proprie tracce, guadagnando quindi l’impunità sino alla data odierna. Lo stesso  veniva rintracciato e fermato mentre si trovava a bordo di una vettura con targa spagnola mentre era unitamente al figlio, all’interno del bagagliaio del veicolo  venivano rinvenuti indumenti di pregio per un valore di circa 10.000 euro , alcuni dei quali con etichette e per i quali gli indagati non sapevano dare spiegazioni in merito al possesso. Una volta scoperti i  due indagati, erano reticenti sul riferire il loro domicilio e solo dopo l’analisi di un telefono che i rei tentavano di occultare sotto il sedile del veicolo durante le operazioni, si addiveniva alla dimora degli stessi, la stessa analisi permetteva di verificare che i due uomini prima di giungere in Italia erano partiti da Valencia in Spagna , per poi giungere in Francia, Germania,Inghilterra e poi in Italia. Presso il domicilio di via Cristoforo Colombo 500  veniva effettuata una perquisizione che permetteva di sequestrare indumenti identici a  quelli rinvenuti in auto, due borse schermate usate di solito per perpetrare furti nei negozi ed un orologio di grande valore. A seguito degli atti il capo dell’organizzazione criminale  veniva tradotto dal personale del Commissariato Appio Nuovo  presso il carcere Capitolino di Regina Coeli.

di Umberto Buzzoni 

Foto Polizia di Stato

BOLOGA, Shopping in Galleria Cavour con carte di credito rubate

La Polizia Postale di Bologna ha arrestato in flagranza presso il negozio di una nota griffe della Galleria Cavour un pregiudicato di 45 anni mentre tentava di acquistare dei beni di lusso per migliaia di euro con carte di credito rubate. Le indagini dei poliziotti del Compartimento Polizia Postale hanno accertato che nella stessa mattinata tre diversi portalettere, nella zona del centro storico, erano stati derubati, durante il giro di recapito, di varie assicurate contenenti le carte di credito inviate ai titolari per il rinnovo. I furti, che si ripetevano con continuità dal novembre 2017, hanno colpito numerosi portalettere che venivano seguiti durante il recapito e ai quali veniva forzato poi il bauletto del mezzo, dove era custodita la preziosa corrispondenza. Le indagini accertavano altresì la predilezione del gruppo criminale per i negozi della famosa Galleria Cavour; infatti il 22 gennaio scorso erano stati fatti acquisti presso il negozio di altra nota griffe per migliaia di euro con carte rubate. Questa volta, però, i criminali hanno dovuto interrompere gli acquisti per l’intervento della Polizia che monitorava le transazioni delle carte rubate. Anche in questo caso era stato preferito “il salotto dello shopping bolognese” in Galleria Cavour; in un negozio erano stati tentati acquisti per 1400 euro e nel negozio di una nota griffe erano stati definitivamente bloccati. Le indagini, condotte con la collaborazione di Poste Italiane S.p.a e delle società emittenti delle carte di credito, hanno permesso di individuare i responsabili dei furti e degli indebiti utilizzi delle stesse.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Polizia di Stato

BOLOGNA: Traffico internazionale di stupefacente. 21 arresti della Polizia di Stato

Nel mirino degli investigatori il mercato della cocaina e dell’hashish gestito da due differenti organizzazioni criminali costituite da marocchini e albanesi. Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacente. La droga, importata dal Marocco, veniva distribuita nel Lazio, in Emilia Romagna e nel resto del Nord Italia. L’operazione, denominata “Rexton”, condotta dagli investigatori della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Bologna e coordinata dalla Direzione Centrale Antidroga e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha consentito di ricostruire le rotte del narcotraffico dal Nord Africa, con trafficanti che hanno curato nei minimi dettagli l’importazione dello stupefacente dal Marocco tramite corrieri che trasportavano l’hashish a bordo di camion via terra attraverso la Spagna. In una occasione gli investigatori della Squadra Mobile di Bologna sono riusciti a sequestrare un carico di una tonnellata di  hashish fatto arrivare a Roma per poi essere distribuito nel Nord Italia. Collaudato e particolare il modo di comunicare tra i vari anelli della catena di distribuzione della droga che utilizzavano un linguaggio criptato che gli investigatori della Polizia di Stato sono riusciti nel corso dell’indagine  a decriptare. Come tutte le aziende che si rispettino, il prodotto deve avere un marchio – un “brand” – che lo faccia riconoscere agli acquirenti. Così si è accertato che la droga era indicata con pseudonimi a seconda del tipo e della qualità: “Capitale”, “Vueling”, “Roma” “Top”, ovvero del marchio impresso sui singoli panetti. Gli appuntamenti venivano fissati nel corso di incontri, poche e veloci erano le comunicazioni per telefono. Contemporaneamente, sotto la lente di ingrandimento degli investigatori è finita un’altra organizzazione criminale operante in Provincia di Reggio Emilia e composta da personaggi di origine Albanese che aveva come merce di vendita la cocaina. I contatti e lo scambio di materiale era frequente tra le due organizzazioni che portava a viaggi sulla via Emilia di cocaina ed hashish. Il flusso di droga: gli investigatori hanno quantificato che la movimentazione dei distributori di hashish poteva essere di circa 300 chilogrammi mensile solo per la Provincia di Bologna, mentre di circa 1000 chilogrammi quella giunta nella Capitale per la successiva distribuzione in altre Province del Nord Italia, per quanto riguarda la cocaina, invece, era dell’ordine di circa un chilogrammo ogni settimane che veniva fatto arrivare nel capoluogo emiliano.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Polzia di Stato

 

The Guardian, Polizia di Stato

In riferimento all’articolo pubblicato sul sito del quotidiano inglese The Guardian dal titolo “Interpol circles list suspected Isis fighters belivied to be in Italy”, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza precisa quanto segue. Non trova alcun riscontro l’informazione di 50 “combattenti stranieri” approdati sulle coste italiane appartenenti all’Isis e pronti a compiere attentati.
Nell’ambito di un consolidato, costante e prolifico  rapporto di collaborazione e scambio d’informazioni tra le autorità italiane e tunisine, quest’ultime hanno segnalato nel tempo al nostro Paese il probabile ingresso in Italia di appartenenti a presunti gruppi integralisti. Il proficuo rapporto di cooperazione internazionale di polizia tra i due Stati ha permesso di rintracciare un esiguo numero di persone segnalate le quali, a seguito delle previste procedure d’identificazione, sono state immediatamente rimpatriate. Ovviamente è massima l’attenzione verso tutti coloro che raggiungono illegalmente il nostro territorio e l’immediata espulsione di alcuni soggetti segnalati ne è una incontrovertibile conferma. Giova inoltre ricordare che grazie alla citata collaborazione con le Autorità tunisine, due volte alla settimana vengono effettuati rimpatri collettivi verso quel Paese.

fonte foto Polizia di Stato

Incidente ferroviario nella zona di Segrate (MI)

Sul luogo dell’incidente ferroviario avvenuto stamattina tra Segrate e Pioltello sono intervenuti i poliziotti del Nucleo Operativo Incidenti Ferroviari della Polizia Ferroviaria.Il Nucleo è stato istituito nel 2011 con Decreto del Capo della Polizia, con lo scopo di supportare in modo sempre più qualificato l’Autorità Giudiziaria in indagini relative a incidenti ferroviari di particolare complessità. E’ composto da personale della Polizia Ferroviaria con specifica e consolidata esperienza nella rilevazione di incidenti ferroviari.
Alcuni componenti hanno partecipato in modo diretto e significativo alle indagini per il disastro di Viareggio e a quelle del gravissimo incidente di Andria.Il Nucleo, dipendente dal Servizio Polizia Ferroviaria, si avvale della professionalità di poliziotti “Polfer” presenti sul territorio nazionale ed è coordinato dal V.Q.A. della Polizia di Stato dott. Marco Napoli.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Elicottero Polizia di Stato

POLIZIA: OPERAZIONE “WHITEWASH”

Nella mattinata di oggi, la Polizia di Stato di Pistoia, nelle province di Pistoia, Prato, Lucca, Pisa, Firenze e Roma, ha eseguito 24 misure cautelari una custodia cautelare in carcere, 18 arresti domiciliari e 5 misure interdittive, emesse dal GIP presso il Tribunale di Pistoia dott. Alessandro Buzzegoli su richiesta del Pubblico Ministero dott. Claudio Curreli, a carico di altrettante persone gravemente indiziate, a vario titolo, di reati quali il procurato ingresso illegale e l’agevolazione della permanenza nel territorio dello Stato di più di 200 cittadini stranieri, in prevalenza provenienti dal Pakistan, corruzione, violazione del segreto d’ufficio, traffico di influenze illecite, riciclaggio, truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e materiale, furto, omissione di atti d’ufficio e cessioni di sostanze stupefacenti. Le 19 persone arrestate sono cittadini pachistani, albanesi, marocchini e italiani.
I destinatari delle misure interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio, invece, sono due impiegati del Comune di Pistoia e un impiegato della Prefettura di Pistoia, mentre per una ragioniera consulente del lavoro e un commercialista è stato disposto il divieto temporaneo di esercizio dell’attività professionale. Inoltre, sono state denunciate in stato di libertà altre 240 persone. L’attività investigativa della Squadra Mobile di Pistoia ebbe inizio nel dicembre del 2015 quando, a seguito di alcune incongruenze riscontrate dal personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura, si accertò che decine di cittadini pachistani confluivano a Pistoia da varie zone d’Italia e dall’estero per rinnovare il permesso di soggiorno oppure per ottenere il visto per il ricongiungimento familiare. Questi risultavano tutti assunti come imbianchini dalla stessa ditta intestata ad un cittadino pachistano da anni residente a Pistoia. Da qui il nome dell’operazione “White Wash”, cioè imbiancare. Le successive indagini, sviluppatesi anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali e supportate da servizi di osservazione e pedinamento, hanno consentito di accertare l’irregolarità di più di 200 procedimenti amministrativi per rilascio o rinnovo di permesso di soggiorno, di cui 17 per ricongiungimenti familiare. Beneficiari finali dei permessi erano in prevalenza cittadini pachistani, ma anche afgani, albanesi e marocchini abitanti in Italia e in altri paesi dell’Unione Europea quali Francia, Belgio, Olanda, Norvegia, Svezia e Grecia. Gli stranieri pagavano per il rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno dai 1000 ai 1500 euro e per i ricongiungimenti familiari dai 4500 agli 8000 euro. Il principale artefice dell’attività illecita è risultato essere proprio il titolare della ditta di imbiancatura (destinatario della misura della custodia cautelare in carcere), il quale si avvaleva della collaborazione di un commercialista con studio a Montecatini Terme, di una ragioniera consulente del lavoro con studio ad Agliana e di un revisore contabile con studio a Pistoia e Montecatini Terme per la formazione della falsa documentazione reddituale e lavorativa da allegare alle istanze, nonché di vari cittadini italiani che dichiaravano falsamente l’ospitalità o di avere alle loro dipendenze gli stranieri da regolarizzare. Inoltre, beneficiava dei favori di impiegati postali compiacenti addetti alla ricezione dei Kit che gli consentivano di depositare la documentazione in assenza dello straniero che in quel momento si trovava all’estero. Infine, per agevolare le varie fasi del procedimento, corrompeva alcuni pubblici ufficiali in servizio presso gli uffici dei vari Enti competenti. Il revisore contabile con studio a Pistoia e Montecatini Terme, oltre a collaborare con il cittadino pachistano titolare della ditta di imbiancatura, gestiva in proprio, grazie allo studio di consulenza di cui è titolare, 28 false pratiche di rinnovo di permesso di soggiorno di cittadini albanesi e marocchini. Inoltre, con il concorso di vari cittadini italiani che dichiaravano falsamente di avere alle proprie dipendenze i cittadini stranieri, riusciva a far ottenere a questi ultimi contributi di disoccupazione dall’INPS.
Nel corso delle indagini è emerso anche che i proventi dell’attività delittuosa del cittadino pachistano che gestiva l’attività illecita venivano trasferiti in Pakistan e investiti in immobili e terreni con la complicità di alcuni suoi connazionali che sono stati indagati per riciclaggio. Ai due impiegati comunali è stato contestato il reato di truffa ai danni dello Stato per le loro assenze ingiustificate dal lavoro. Molte di queste assenze avvenivano quando i due, dopo aver contatto una cittadina albanese che li riforniva, si recavano a comprare dosi di cocaina che assumevano successivamente in ufficio. Le cessioni di sostanza stupefacente di cui si è appena detto hanno consentito di sviluppare una parallela e contemporanea attività investigativa che ha portato all’individuazione di 6 soggetti (due albanesi di cui una donna, un italiano e tre magrebini) destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari, tutti dediti allo spaccio di cocaina e hashish in questo capoluogo.
Alla fase di esecuzione delle misure cautelari, coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di stato, hanno collaborato anche la Squadra Mobile di Prato, il Reparto Prevenzione Crimine “Toscana” e due unità cinofile con cani antidroga provenienti da Firenze e da Bologna.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Polizia di Stato

Arresti da parte della Squadra Investigativa del Commissariato Appio Nuovo

Due arresti ed un denunciato in poche ore dalla squadra investigativa e le volanti del commissariato Appio nuovo diretto dal vqa d.ssa Pamela de Giorgi.il primo a cadere nel 2018 è stato uno spacciatore minorenne sorpreso a spacciare marijuana ad un coetaneo nel parco di villa lazzaroni nei pressi del municipio VII di Roma.
La stessa squadra di PG dopo aver effettuato servizio di Op presso la sede degli Irriducibili della SS Lazio…riceveva la notizia che un’anziana disabile di 75 anni era stata rapinata della pensione dal proprio figlio tossicodipendente che poi si dava alla fuga e veniva arrestato in nottata dagli agenti in borghese con l’ausilio delle unità Appio 1 e san Giovanni 1.
La pattuglia Appio 10 nonostante il lavoro eseguito fino a tarda notte, riceveva la notizia del possibile luogo ove si trovava un ricercato rumeno.
La squadra investigativa quindi si metteva sulle tracce dell’uomo e riusciva ad arrestare il ricercato che dovrà scontare 3 anni di carcere per vari reati ed è stato associato al carcere di Rebibbia.

di Umberto Buzzoni 
Foto Polizia di Stato

POLIZIA FERROVIARIA: CHIUDE IL 2017 CON OLTRE UN MILIONE DI CONTROLLI

Nel corso del 2017 la Polizia Ferroviaria ha svolto la propria attività di controllo all’interno delle stazioni e sui treni per garantire la sicurezza dei viaggiatori, attraverso la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni delittuosi e di degrado presenti in ambito ferroviario. Durante l’arco dell’anno sono state impiegate oltre 196.000 pattuglie in stazione e più di 43.500 a bordo treno. Sono stati scortati complessivamente 93.029 convogli ferroviari (con una media di circa 254 treni al giorno). Sono stati inoltre predisposti 15.399 servizi antiborseggio in abiti civili, sia negli scali che sui convogli. Grazie a tale dispositivo la Specialità ha tratto in arresto ed indagato in stato di libertà rispettivamente 1.255 e 8.963  persone, procedendo complessivamente a 1.078.738 controlli. Durante l’anno sono state incentivate le attività di prevenzione con un aumento dei servizi straordinari di controllo del territorio, +9% rispetto al 2016, per un totale di 2.016 operazioni. Sono continuati i servizi congiunti di vigilanza e scorta anche sui treni viaggiatori transfrontalieri con il concorso delle polizie europee, in particolare di Austria e Germania, per prevenire attività illecite a carattere transnazionale, con particolare riferimento all’immigrazione clandestina. Le attività congiunte, oltre a quelle ordinarie, svolte in stazione ed a bordo treno, hanno permesso di rintracciare complessivamente 2.894  stranieri in posizione irregolare e di scortare3.386 treni sulla tratta Trento – Brennero. L’attività di contrasto ai furti di rame, che in ambito ferroviario spesso causano ritardi alla circolazione dei treni e consistenti disagi per i viaggiatori, si è tradotta in oltre 2.200 controlli ai centri di raccolta e recupero metalli, in circa 8.580 servizi di pattugliamento delle linee ferroviarie ed in 1.726 servizi di controllo su strada a veicoli sospetti. Tale articolato dispositivo ha consentito il recupero di oltre 44 t del cosiddetto “oro rosso” di provenienza illecita, l’arresto di 28 persone e la sottoposizione ad indagini preliminari di 117soggetti. Il fenomeno in ambito ferroviario ne è risultato ulteriormente ridimensionato con un calo di furti del -13 % ed un incremento del rame recuperato del 18% rispetto allo scorso anno. Nel corso del 2017 il personale della Specialità ha rintracciato 1.241 persone scomparse, di cui1.143 minori.  In flessione le aggressioni denunciate dal personale ferroviario (-15%,  da 524 a 447) rispetto al 2016. Diminuiscono gli episodi, sia a bordo treno (-6%, da 414 a 390) che in stazione (-50%, da 110 a 55). Nel 66% dei casi l’autore è stato individuato. 52 le lesioni con conseguenze gravi subite dal personale della Specialità. In calo il numero di incidenti in ambito ferroviario nella loro totalità ed in calo anche la mortalità connessa (da 66 a 54, pari a -18%). Continua ad essere sensibile il dato che riguarda i comportamenti scorretti o le imprudenze dei viaggiatori come ad es. l’attraversamento dei binari o la presenza indebita lungo linea. Ciò conferma l’importanza dell’attività di prevenzione e formazione, che la Polizia Ferroviaria persegue con forza attraverso diverse campagne di educazione alla legalità ed alla sicurezza, avviate già da diversi anni, che hanno lo scopo di sviluppare in particolare nei ragazzi la cultura della sicurezza in ambito ferroviario, attraverso la conoscenza e l’applicazione delle regole di un corretto comportamento, al fine di contribuire alla riduzione degli eventi incidentali che vedono coinvolti, spesso, proprio i giovani. Con il progetto “Train…to be cool” gli operatori della Polizia Ferroviaria hanno incontrato, durante l’anno scolastico 2016/2017, oltre 39.000 studenti. 16.000, inoltre, i ragazzi coinvolti nelle iniziative di piazza nate dalla collaborazione tra la Polizia Ferroviaria, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e le Federazioni sportive del Rugby e della Pallavolo: 8 tappe in tutta Italia (Norcia, Ancona, Catania, Firenze, Milano, Bari, Modena e Torino) per sensibilizzare i giovani del movimento rugbistico e pallavolistico sui temi della legalità e della sicurezza individuale nell’ambito del sistema di trasporto ferroviario.

Di Umberto Buzzoni

Foto Polizia di Stato

Botti di fine anno

La Polizia di Stato anche quest’anno è fortemente impegnata nella campagna d’informazione e sensibilizzazione sull’uso corretto e consapevole dei fuochi artificiali, il cui utilizzo caratterizza solitamente il passaggio tra il nuovo e vecchio anno.
Sul sito della Polizia di Stato sono infatti disponibili dei video tutorial nei quali un medico, un artificiere ed un cinofilo della Polizia di Stato mettono in guardia i cittadini sui rischi connessi all’uso degli artifici pirotecnici soprattutto quando vietati e non conformi alla normativa europea.
Negli ultimi anni, anche grazie a questi consigli, sono diminuiti i feriti ed i decessi, in particolare durante la notte di Capodanno.
Nei giorni che precedono le festività natalizie e i festeggiamenti di fine anno le Forze dell’Ordine sono, inoltre, impegnate a controllare e a sequestrare il materiale pericoloso e non conforme alla normativa vigente. Nell’attività di contrasto svolta nei giorni che precedono i festeggiamenti, la sola Polizia di Stato ha sequestrato oltre 2.800 proiettili, più di 2 mila chili di prodotti esplodenti classificati, 2.300 chili di giochi pirotecnici marcati Comunità Europea e oltre 11 mila pezzi non pesati per la difficoltà e la pericolosità di manipolazione degli stessi.
Gli operatori di Polizia Amministrativa hanno anche sequestrato quasi 2.600 chili di polvere da sparo. Le ultime operazioni in ordine di tempo sono avvenute a Pavia con 55 chili di fuochi rinvenuti, e a Taranto con 59 chili. In totale sono state denunciate 104 persone da tutte le Forze di Polizia (52 dalla Polizia di Stato).

Di Umberto Buzzoni
Foto Polizia di Stato

NAPOLI. OPERAZIONE POLIZIA DI STATO E CARABINIERI

Alle prime ore del giorno, personale dei Carabinieri e della Polizia di Stato ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 40 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini della cessione di sostanza stupefacente, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, ricettazione, con l´aggravante prevista dall´art.7 L.203/91.
Le indagini, corroborate dalle attività tecniche e dal contributo dichiarativo dei collaboratori di giustizia, hanno documentato le responsabilità, in seno al clan Lo Russo, denominato “dei capitoni”, degli affiliati dediti in prevalenza al traffico di sostanze stupefacenti, individuando i responsabili dell´intera filiera, dai narcotrafficanti, che hanno operato nell´interesse del clan sfruttando alcuni canali di fornitura esteri, agli spacciatori che si sono occupati della distribuzione al minuto della sostanza.
Il provvedimento si fonda sugli esiti delle attività investigative frutto di un lavoro di sinergia, svolto di concerto dalla Compagnia CC  Napoli Vomero  e dalla Squadra Mobile.
Le indagini svolte dalla Squadra Mobile hanno consentito di individuare i narcotrafficanti che, oltre a rifornire le piazze di spaccio gestite dal clan Lo Russo, pagavano al medesimo clan una tangente mensile di 10.000 euro per poter vendere, in nome e per conto proprio, la sostanza stupefacente anche alle altre organizzazioni criminali.
Sono stati, altresì, raccolti elementi di prova a carico di personaggi ancora in libertà che vantano una lunga militanza nel clan Lo Russo.
Il materiale probatorio raccolto è stato confermato dal decisivo apporto dichiarativo dei collaboratori di giustizia un tempo ai vertici del clan Lo Russo (Mario Lo Russo, Carlo Lo Russo, Antonio Lo Russo e il suo braccio destro Claudio Esposito) e di altri recenti collaboratori di giustizia (Ferrara Ciro e De Simini Antonio) ben inseriti nel tessuto criminale dei quartieri in cui opera il clan Lo Russo.
Tra gli arrestati spiccano le figure di Damiano Pecorelli e Miraglia Salvatore Angelo, legato da vincoli di parentela alla famiglia Lo Russo, definiti dai collaboratori di giustizia, trafficanti di elevato spessore con importanti contatti con il Sud America e di Bosti Ettore, nipote di Bosti Patrizio (figura apicale del clan Contini) che in alcune occasioni ha rifornito Carlo Lo Russo di grossi quantitativi di sostanza stupefacente poi ceduta alle numerose piazze di spaccio, gestite direttamente dal clan.
Durante le indagini dei Carabinieri della Compagnia Vomero è stata accertata la partecipazione degli indagati alle attività dell´associazione camorristica, in particolare allo spaccio di droga e ad azioni di fuoco per il controllo o il predominio sul territorio, la custodia e la cura delle armi del clan.
Individuate responsabilità e ruoli degli indagati nella gestione di svariate “piazze” per la cessione di cocaina, eroina, marijuana ed hashish.
Rinvenuto e sequestrato un vero e proprio arsenale pronto all´uso che era stato messo a disposizione degli affiliati nascondendolo, ma a portata di mano, nel vano ascensore di uno degli edifici di via Janfolla, nel cuore del rione di origine del clan.
In un borsone, durante un intervento  ad alto impatto con perquisizioni per blocchi di edifici, furono rinvenute armi oliate ed efficienti e circa 1000 munizioni, un deposito di armi in piena regola pronto ad armare un commando per azioni di fuoco degne di scenari di guerra composto da un kalashnikov, un fucile a pompa, 3 fucili a canne mozze e un sovrapposto, una calibro 45 e una colt mk4, 2 revolver calibro 38 e due pistole semiautomatiche.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Polizia di Stato