Archivio della categoria: FORZE DELL’ORDINE
ROMA. ARRESTATO UNO DEI DUE RAPINATORI DI SUPERMERCATI E FAST FOOD
Quadraro, Appia e Tuscolana ecco dove agivano i rapinatori di supermercati e fast food.
Ad indagare su entrambi i fatti la Sezione Investigativa del Commissariato Appio, diretto dalla dott.ssa Pamela de Giorgi. Gli investigatori, grazie alle riprese di alcuni sistemi di video sorveglianza a circuito chiuso, avevano individuato un ragazzo che, prima di consumare la rapina nel supermercato, effettuava un sopralluogo a volto scoperto, tenendo legata in vita una camicia a scacchi, con a vista l’impugnatura di un coltello. La stessa camicia poi è stata trovata nel bauletto dello scooter usato per fuggire dopo la seconda rapina.
Successivamente, sarà un equipaggio del Reparto Volanti, diretto Giuseppe Sangiovanni, a notare lo stesso ragazzo che, a bordo di un motorino risultato poi rubato, stava osservando due negozi in piazza dei Tribuni. Dopo un breve inseguimento, hanno fermato il rapinatore con la camicia a scacchi che aveva con se un coltello in acciaio di circa 30 centimetri.
Considerate le evidenti somiglianze con l’autore delle 2 rapine, oltre al fatto di girare armato di coltello su uno scooter rubato, è stato sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria per rapina aggravata, ricettazione, porto di oggetti atti ad offendere e resistenza a pubblico ufficiale e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Intanto gli investigatori del commissariato Appio proseguono le indagini per identificare il secondo rapinatore.
di Umberto Buzzoni foto Polzia di Stato
PALERMO OPERAZIONE TANTALO
La Polizia di Stato di Palermo sta eseguendo un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo, volta a disarticolare due pericolosissime organizzazioni criminali dedite alle frodi assicurative realizzate attraverso le mutilazioni di arti di vittime compiacenti. Le due associazioni criminali disarticolate dalla Polizia di Stato con le indagini dirette dalla Procura di Palermo hanno evidenziato la particolare cruenza degli adepti delle due organizzazioni che scagliavano pesanti dischi di ghisa come quelli utilizzati nelle palestre sugli arti delle vittime, in modo da procurare delle fratture che spesso menomavano le parti coinvolte costringendole anche per lunghi periodi all´uso di stampelle e a volte alla sedia a rotelle. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Palermo, hanno permesso di ricostruire anche la triste vicenda che aveva coinvolto un cittadino tunisino, trovato morto su una strada alla periferia di Palermo, nel gennaio del 2017. La morte, in un primo momento considerata come conseguenza di un sinistro stradale, in realtà era stata determinata dalle fratture multiple cagionate da appartenenti ad una delle due associazioni criminali al fine di inscenare un finto incidente. La Polizia di Stato ha accertato che le vittime compiacenti venivano reclutate dai membri delle organizzazioni in luoghi frequentati da soggetti ai margini della società, tra questi tossicodipendenti, persone con deficit mentali o affetti da dipendenza da alcol, e con grandi difficoltà economiche, attratti dalle promesse di facili e cospicui guadagni, mai corrisposti dalle organizzazioni criminali. Le associazioni criminali disarticolate a seguito dell´esecuzione del fermo organizzavano le frodi assicurative su vittime alle quali a volte i membri delle associazioni in maniera rudimentale somministravano dosi di anestetico procurate da una dei soggetti fermati tra cui un´infermiera in servizio presso l´ospedale Civico di Palermo. Ciò al fine di attenuare le grida di dolore delle vittime.
Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
Foto polizia di stato
GENOVA OPERAZIONE LABIRINTO
La Polizia di Stato di Genova, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, ha portato a conclusione l “Operazione Labirinto 2” con l´adozione di 13 provvedimenti tra misure cautelari e di “arresto ritardato” per altrettanti spacciatori operanti nel centro storico.
L´attività investigativa ha preso avvio dal maggio scorso condotta dai poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato Centro. Si tratta del secondo blitz, dopo quello compiuto nel mese di dicembre dello scorso anno, contro il radicamento dello spaccio al dettaglio.
La raccolta di materiale investigativo, documentato e riscontrato dalle immagini delle telecamere posizionate strategicamente nei “punti rossi” dell´area, ha permesso di fotografare caratteristiche e dimensioni del fenomeno: vicoli e piazze del centro storico “controllati” da un sistema a rete costituito da molteplici uomini ciascuno con un proprio ruolo tra “corriere”, “vedetta”, “depositario” e “pusher”. Una catena di montaggio dello spaccio che, dopo aver apportato alcune modifiche operative a seguito degli arresti dello scorso anno, sfruttava gli anfratti dei vicoli del centro. Centinaia di cessioni di crack, hashish e marijuana, da parte di cittadini centroafricani in maggioranza richiedenti asilo, anche a soggetti minorenni o vicino a luoghi di aggregazione giovanile.
L´esito della complessa attività investigativa, grazie all´istituto giuridico del ritardato arresto, ha consentito di mettere a sistema tasselli investigativi che, letti in combinato, aumentano esponenzialmente la gravità e la pregnanza del quadro probatorio.
Affinando la tecnica investigativa, gli agenti dediti al contrasto al crimine diffuso della Squadra Mobile hanno anche individuato alcuni appartamenti, divenuti luoghi di stoccaggio delle dosi, sequestrando oltre 170 dosi di crack.
Numerosi sono gli acquirenti identificati e segnalati alla Prefettura per l´avvio dell´iter amministrativo.
Nel contempo sono stati eseguiti provvedimenti restrittivi scaturiti da aggravamento di misure cautelari violate da taluno degli imputati del precedente processo che avevano violato il divieto di accesso al Centro storico.
di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato
FIRENZE: spaccio di stupefacenti da parte di alcuni cittadini marocchini irregolari nella zona di Peretola
Nella mattinata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Firenze, della Stazione di Firenze-Peretola e gli Agenti della Polizia di Stato – Commissariato P.S. Rifredi Peretola – supportati da due unità cinofile antidroga, hanno eseguito un´ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Firenze (Dott. Gianluca Mancuso) su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze (Sost.Proc. Dott. Giovanni Solinas), nei confronti di dieci cittadini di origine marocchina, senza fissa dimora, irregolari sul territorio nazionale, dediti all´attività di spaccio di sostanze stupefacenti nella zona di Peretola. L´attività investigativa, eseguita dal mese di ottobre 2017 ad oggi mediante numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli odierni arrestati e di altri tre connazionali denunciati a piede libero per lo stesso reato. Poliziotti e Carabinieri sono riusciti a documentare una persistente e fiorente attività di spaccio, che avveniva nell´arco dell´intera giornata, nell´area dove insiste uno stabile, all´epoca occupato anche dagli indagati, posto tra via Pistoiese e via dell´Osteria. L´immobile, di notevoli dimensioni e a più piani, si trova nelle immediate vicinanze di un istituto scolastico della zona ed era diventato la base logistica per gli spacciatori ove l´attività poteva essere effettuata “senza rischi”: infatti la struttura, sia per grandezza sia per la presenza di numerose vie di ingresso/uscita, risultava di difficile controllo da parte delle Forze di polizia. Inoltre, dai servizi di appostamento, si è potuto appurare come, pur non trovandosi in presenza di una struttura associativa, gli indagati fossero ben affiatati tra loro, organizzando servizi di vedetta al piano superiore dell´immobile o di ronda in bicicletta per verificare la presenza o meno delle pattuglie delle Forze dell´Ordine.
L´attività ha fatto emergere un ormai noto spaccato di realtà: si è notato come la platea degli acquirenti fosse estremamente eterogenea, comprendendo giovani e meno giovani, uomini e donne, studenti e lavoratori, tutti spinti verso quell´area, ormai considerata franca, per l´acquisto dello stupefacente. Era talmente nota l´esistenza di tale sito che molti acquirenti, spesso provenienti anche da fuori città, si avvicinavano a uno dei cancelli per ottenere quanto desiderato senza particolari formalismi, sicuri di soddisfare le proprie necessità.
Gli odierni indagati dovranno rispondere di spaccio di sostanza stupefacente aggravato dal fatto che lo stesso fosse consumato nei pressi del vicino istituto scolastico.
di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
Foto Polizia di Stato
MILANO, POLIZIA ARRESTA UN RUMENO CON MANDATO DI CATTURA INTERNAZIONALE
La Polizia Postale di Milano ha arrestato un cittadino rumeno, già presidente dell’Agenzia Nazionale dell’Amministrazione Fiscale rumena, colpito da un mandato d’arresto internazionale emesso nei suoi confronti dall’Autorità Giudiziaria di quel Paese che lo ha condannato a cinque anni di detenzione per corruzione, in una vicenda che lo aveva visto coinvolto unitamente a diversi alti funzionari degli organi di governo di quel Paese. Lo stesso avrebbe ricevuto nel 2015 l’ingente somma di 230.000 euro per insabbiare la posizione di un noto imprenditore locale implicato a sua volta in una vicenda dai contorni ancora tutti da accertare. La vicenda, attorno alla quale ruotano noti personaggi facenti parte dell’establishment della Romania, aveva suscitato un enorme scalpore presso l’opinione pubblica. Lo straniero è stato rintracciato in un ufficio postale di Como dove si era recato per aprire un conto corrente ma il suo atteggiamento sospetto non è passato inosservato ai dipendenti di Poste Italiane che hanno allertato i poliziotti del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano i quali, dopo aver verificato l’effettiva identità dell’uomo lo hanno tratto in arresto in attesa dell’estradizione nel proprio Paese.
di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto polizia di stato
Potenza, 4 Arresti della Polizia
La Polizia di Stato di Potenza ha arrestato quattro persone ree di condotte estorsive, azioni intimidatorie e di ritorsione, compiute anche attraverso l’utilizzo di armi da fuoco, tra agricoltori/pastori impegnati nella raccolta, imballaggio e commercializzazione della paglia nei territori della zona sub-provinciale del “basso-melfese” e “alto bradano”, territori a forte vocazione cerealicola e, di conseguenza, a elevata produzione di paglia. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Potenza e dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Melfi. Nel corso dell’ esecuzione delle citate misure cautelari, è stata data esecuzione anche a decreti di perquisizione personale e locale disposti dal Pubblico Ministero sia nei confronti delle persone destinatarie delle misure cautelari, sia nei confronti di altri due indagati.
di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto polizia di stato
TORINO. 15 MISURE CAUTELARI ESEGUITE NEI CONFRONTI DEI PRINCIPALI ESPONENTI DI “ASKATASUNA”
La Polizia di Stato di Torino ha eseguito 15 misure cautelari (9 ai domiciliari e 6 obblighi di presentazione alla Polizia Giudiziaria) nei confronti dei principali leader e militanti del locale centro sociale marxista “Askatasuna” resisi responsabili del reato di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale commesso in occasione delle celebrazioni per la festa dei lavoratori del primo maggio 2017. In quella circostanza, si verificarono gravi atti di violenza contro le Forze dell´Ordine impiegate in servizio di ordine pubblico. Come evidenziato da un´articolata indagine della Digos di Torino – coordinata dalla locale Procura della Repubblica – gli indagati, posizionatisi in testa allo spezzone antagonista (subito dopo il furgone solitamente utilizzato dal centro sociale Askatasuna durante le manifestazioni pubbliche), giunti in via Roma angolo piazza Castello, “uniti fra loro con manici di piccone e bastoni avvolti da una bandiera rossa” tentavano di forzare il cordone delle forze dell´ordine che intervenivano con azioni di contenimento, dopo aver inutilmente richiesto ai manifestanti di desistere dall´azione di forza ed aver vanamente tentato una mediazione al fine di evitare che i facinorosi entrassero in piazza San Carlo ove era ancora in corso l´intervento conclusivo della Segretaria della CGIL. I predetti 15 militanti di Askatasuna (unitamente ad altri 14 manifestanti denunciati in stato di libertà per condotte meno gravi) si rendevano responsabili di azioni violente nei confronti degli appartenenti alle forze dell´ordine che venivano colpiti con calci, bastoni ed ombrelli nonché fatti oggetto di lanci di aste di legno e metallo, bottiglie di vetro ed uova. Nel medesimo contesto operativo è stata altresì eseguita una perquisizione locale delegata dall´Autorità Giudiziaria all´interno del centro sociale “Askatasuna”, nel corso della quale sono stati rinvenuti e sequestrati: tre manici di piccone tagliati ed avvolti da un drappo rosso; una maschera del personaggio “Anonymous”, una mazza da baseball in legno; -una roncola di ferro; tre coltelli di cui uno a scatto; un berretto di ordinanza da Carabiniere.
Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
Foto Polizia di Stato
CONTROLLI POLIZIA STRADALE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE
L’imponente operazione ad alto impatto denominata “Safe driving for good transport”, voluta dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha interessato, in questa terza replica, la rete autostradale di ben 31 provincie in 12 regioni coinvolgendo, al nord, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria e Toscana; e, al centro-sud della penisola, Lazio, Campania, Basilicata e Calabria. L’ Operazione ha interessato la circolazione diurna di veicoli commerciali e mezzi pesanti, compresi autobus, per i quali sono state effettuate verifiche sia delle autorizzazioni al trasporto di merci e persone, anche ai fini di rintraccio dei migranti clandestini, sia delle condizioni psico-fisiche dei conducenti e del rispetto dei tempi di guida e di riposo. Nell’operazione sono stati complessivamente 1.712 i soggetti controllati dalla Polizia Stradale e 1.587 i veicoli sottoposti al controllo. Hanno operato nr. 257 equipaggi della Polizia Stradale e delle Questure sul territorio. Le violazioni amministrative e penali al Codice della Strada e leggi complementari sono state complessivamente 708. Tra i comportamenti più pericolosi rilevati: 2 violazioni dell’art. 186 C.d.S. (guida in stato di alterazione a seguito di assunzione di sostanze alcooliche); 97 violazioni dell’art. 79 C.d.S.(veicolo con alterazioni nelle caratteristiche costruttive); 76 violazioni dell’art. 142 C.d.S.(superamento dei limiti di velocità), di cui 38 accertate a carico di veicoli adibiti all’autotrasporto professionale, mediante cronotachigrafo; 118 violazioni dei tempi di guida e di riposo dei conducenti professionali (art. 174 C.d.S); 8 violazioni dell’art. 193 C.d.S. (guida di veicolo privo di copertura assicurativa); 16 violazioni dell’art. 80/14° C.d.S. (veicolo privo della revisione); 7 violazioni dell’art. 176/18° C.d.S. (guida in autostrada di veicolo privo della revisione); 6 violazioni della legge 298/1974 (normativa sull’autotrasporto professionale di cose); 84 altre violazioni del C.d.S., tutte in grado potenzialmente di costituire fonti di pericolo per la sicurezza della circolazione. Sono state ritirate 17 carte di circolazione e 17 patenti di guida, nonché sequestrati 21 veicoli.
A Pisa, sull’A/12, la Polstrada ha bloccato un camionista di 36 anni che era appena sbarcato al porto di Livorno e doveva giungere a Parma con un carico di rifiuti. L’uomo, originario della Sicilia, per eludere i controlli sui tempi di guida e di riposo aveva inserito nel tachigrafo digitale del camion la card del conducente di un collega anziché la sua. I poliziotti gli hanno ritirato la patente e lui, per la sua scellerata condotta, dovrà pure pagare una multa di quasi 2.000 euro.
A Massa, sempre sull’A/12, al casello di Massa, un altro camionista originario di quella zona è stato fermato con il suo TIR stracarico di blocchi di marmo, che lui stava portando verso il porto di Carrara. Gli agenti hanno appurato che c’erano a bordo 250 quintali di troppo e, per tale motivo, hanno notificato all’autista, un uomo di 40 anni, un verbale di quasi mille euro.
A Monteriggioni (SI), sull’Autopalio, un camionista di 44 anni, originario di Siena, stava trasportando amianto che aveva recuperato da un’azienda della zona. Poiché si tratta di rifiuti tossici, lui doveva avere con sé una specifica autorizzazione di cui, invece, ne era privo. I poliziotti gli hanno sequestrato il camion, denunciandolo per violazione delle norme a tutela dell’ambiente. L’amianto, che rischiava di essere buttato chissà dove, è stato affidato a una ditta specializzata.
A Pontedera (PI), sulla S.G.C., un uomo di circa 60 anni, originario della provincia di Salerno, era alla guida di un camion con a bordo scarti di materiale edile, ma aveva disattivato il tachigrafo digitale, staccando un fusibile nel vano motore. Lui ha confessato il misfatto, giustificandosi che non poteva riposare, ma doveva raggiungere Milano senza perdere tempo. La Polstrada gli ha ritirato la patente, sanzionandolo per circa 2.000 euro.
di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
“Operazione Hermes”
Questa mattina la Polizia di Stato nel corso di un’operazione, denominata “Hermes”, ha arrestato 15 persone accusate di far parte di un’associazione di tipo ‘ndranghetistico operante principalmente sulla città di Crotone dedita alla commissione di una serie di reati contro la persona e contro il patrimonio nonché in materia di armi. Gli arresti, effettuati dai poliziotti del Servizio Centrale Operativo, della Squadra Mobile di Crotone e Catanzaro e dei Reparti Prevenzione Crimine di Cosenza, Napoli, Siderno e Potenza, sono il risultato di una complessa attività d’indagine diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro che ha portato a individuare l’esistenza e soprattutto la riorganizzazione, dopo una serie di operazioni svolte dalle Forze di Polizia e in particolare l’operazione denominata “Old family”, di una cosca di ‘ndrangheta legata alle storiche cosche VRENNA–CORIGLIANO-BONAVENTURA-CIAMPA’retta dalle famiglie BARILARI-FOSCHINI con a capo il boss BARILARI Gaetano. Le indagini hanno dimostrato come i membri del sodalizio avessero un radicato controllo del territorio, in particolare delle attività commerciali su cui esercitavano forti pressioni e richieste estorsive: pena tutta una serie di danneggiamenti soprattutto di tipo incendiario. Le intercettazioni hanno consentito di rendersi conto di come la voracità degli arrestati fosse tale per cui tutti dovevano pagare anche piccole somme, ma tutti dovevano sottostare ai voleri della cosca. Inquietante, poi, era il condizionamento che i membri e gli affiliati delle famiglie BARILARI-FOSCHINI, esercitavano in occasione della fiera della Madonna di Capocolonna nel corso della quale i commercianti ambulanti erano costretti ad acquistare, a prezzi maggiori, i prodotti, specie panini e carne, che la famiglia imponeva loro. Proprio le vicende documentate nel corso delle ultime edizioni della festa hanno consentito di comprendere non solo la gravità delle condotte perpetrate dagli indagati, ma anche la pericolosità delle loro azioni ai danni dei commercianti giunti da diverse zone dell’Italia per lavorare e vendere i loro prodotti, portando la Procura Distrettuale a fare scattare gli arresti.
di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato