CATANIA – OPERAZIONE “SHOWCASE” DELLA POLIZIA POSTALE

 La Polizia Postale di Catania , coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania, ha coordinato una vasta operazione contro la pedopornografia on-line ,conclusasi con 15 italiani denunciati, di cui 1 tratto in arresto, e circa 200 stranieri che saranno segnalati alle autorità di vari Paesi. L’operazione denominata “Showcase”, svolta dalla Polizia Postale di Catania sotto la direzione del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, trae origine da una attività di monitoraggio sul web e dal successivo rinvenimento, su una piattaforma di un Paese estero, di un forum con pagine dedicate alla pornografia minorile contenenti immagini di quella natura nonché commenti che istigavano pubblicamente alla commissione di atti sessuali in danno di minori postati da centinaia di utenti. Il meticoloso lavoro svolto dai poliziotti, anche con attività investigative sottocopertura, condotte per oltre un anno sotto il costante coordinamento della Procura catanese e seguendo gli standard operativi ormai consolidati in tema di attività d’indagine transnazionali per il contrasto all’online child abuse, hanno consentito agli investigatori etnei di acquisire elementi di colpevolezza nei confronti di numerosi soggetti. La magistratura catanese ha, pertanto, disposto numerose perquisizioni domiciliari ed informatiche nei confronti di 15 indagati, residenti in varie parti d’Italia, contestando loro i reati di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico nonché di istigazione a pratiche di pedofilia. Nel corso delle perquisizioni è stato tratto in arresto un indagato di anni 32 residente a Verona poiché trovato in possesso di centinaia di file pedopornografici di rilevante gravità. Il Gip del Tribunale di Verona ha convalidato l’arresto. Numeroso il materiale informatico sequestrato che sarà sottoposto ad approfondite analisi informatiche.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Roma, arrestata la banda dei “latinos”

La squadra investigativa del Commissariato Appio Nuovo diretta dal VQA  dottoressa Pamela De Giorgi, a seguito di numerose indagini ha ricostruito gli eventi legati ai numerosi furti di borse a danno di donne. La banda composta da sud americani, una volta individuata la vittima, la seguivano fino all’auto e una volta salita in macchina cercavano di richiamare l’attenzione bussando al finestrino e gettando un mazzo di chiavi a terra come “trappola” per far scendere la malcapitata. Le vittime preferite erano donne sole.
L’operato della “Polizia Giudiziaria” del Commissariato Appio Nuovo, unitamente alle numerose testimonianze delle vittime che riconoscevano i vari componenti della banda, scaturivano le ordinanze di custodia cautelare per reati di furto aggravato in concorso emessa dal Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di tutti i “Latinos” provenienti da Ecuador, Perù, Venezuela e Colombia.

Di Umberto Buzzoni
Foto Polizia di Stato

Biella, fermato il responsabile dell´efferato omicidio del pensionato di Pralungo.

Dall’autopsia è emerso che le cause del decesso erano riconducibili a fratture multiple della scatola cranica, inferte con violenza con un corpo contundente. Venivano, inoltre, rilevate diverse fratture su entrambe la mani e segni da difesa sulle dita della vittima. Nel corso dell’attività info-investigativa della Squadra Mobile, era emerso che, in data 18settembre scorso, il 90enne aveva denunciato il furto del proprio bancomat, dal quale erano stati eseguiti dei prelievi a lui sconosciuti per un valore di circa 2.135 euro, nonché di monili in oro, capi di abbigliamento e documentazione privata. Dall’analisi della lista movimenti relativa al bancomat sottratto alla vittima, era emerso che, dopo il furto, erano stati eseguiti dei prelievi presso sportelli bancomat di Biella e di Genova, nonché vari acquisti sempre a Genova. I poliziotti, al fine di esperire accertamenti presso gli esercizi commerciali di quel capoluogo ove era stato utilizzato il bancomat sottratto all’uomo, hanno rilevato che erano stati acquistati capi di abbigliamento giovanili e alla moda, di cui si acquisivano fotografie, nonché prodotti per la cura della persona e un particolare profumo. Tramite la Banca dati della Polizia di Stato gli agenti hanno visionato la lista dei soggiornanti, individuando così l’indagato. Lo stesso, già noto per precedenti specifici in materia di reati contro il patrimonio, attualmente senza fissa dimora, aveva soggiornato a Genova in un albergo zona ove erano stati effettuati gli acquisti, Sulla base degli elementi raccolti, le indagini venivano indirizzate in via prioritaria nei confronti del 36enne il quale nella mattinata odierna, nel corso dell’esecuzione di ulteriore sopralluogo sulla scena del crimine, effettuato con l’ausilio del personale della Polizia Scientifica del Gabinetto interregionale di Torino e provinciale di Biella, veniva individuato dal personale operante, all’interno dell’abitazione dei defunti genitori, ormai disabitata, sita nelle immediate vicinanze dell’abitazione della vittima. Con il pretesto di chiedere informazioni, i poliziotti sono entrati all’interno dell’abitazione del 36enne notando tra i suoi effetti personali alcuni oggetti che corrispondevano alle fotografie di quelli acquistati a Genova con il bancomat sottratto al 90enne.
Inoltre, a seguito di un controllo degli effetti personali del 36enne venivano rinvenute all’interno di un zainetto, due chiavi visivamente compatibili con le serrature dell’abitazione della vittima, risultate poi tali a seguito di effettivo controllo. Nel corso della perquisizione venivano rinvenuti e sequestrati altri oggetti riconducibili all’abitazione della vittima e veniva riscontrata la presenza di tracce ematiche all’interno dell’abitazione. Tali riscontri lasciavano ragionevolmente supporre la responsabilità del 36enne non solo del furto ma anche dell’omicidio pertanto, lo stesso, messo di fronte all’inconfutabilità degli elementi raccolti a suo carico, ammetteva di essere l’autore di entrambi i reati, accompagnando gli operatori sul luogo ove si era disfatto dell’arma del delitto, un piede di porco, e degli indumenti indossati al momento dell’omicidio, che venivano rinvenuti e sequestrati. Il fermato confessava di essere l’autore dell’omicidio, nel corso di un ulteriore tentativo di furto all’interno dell’abitazione dell’anziano il quale, svegliato dai rumori, si accorgeva della presenza del ladro, che pertanto, lo colpiva ripetutamente alla testa con un piede di porco, per poi darsi alla fuga.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
Foto Polizia di Stato

POLIZIA DI STATO: OPERAZIONE BENGALA

La Polizia di Stato di Stato di Ventimiglia ha  eseguito  7 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettanti cittadini del Bangladesh, responsabili di associazione a delinquere e  favoreggiamento aggravato  dell´immigrazione clandestina di stranieri privi di idonei documenti. L´operazione, iniziata oltre un anno fa, alla  quale hanno contribuito anche i colleghi della corrispondente  Polizia di Frontiera Francese, stronca così l´organizzazione che ha messo salde radici nel comprensorio di Ventimiglia, ma con contatti anche nelle città di Torino e Milano.
Il materiale investigativo e probatorio ha permesso al GIP di emettere una ordinanza di custodia cautelare a carico di  7 stranieri,  arrestati nella notte, con l´impiego di circa 40 uomini della Polizia di Stato. I poliziotti della squadra investigativa hanno collezionato una serie di prove – monitorando i soggetti a distanza, adottando ogni utile strategia al fine di non essere individuati anche dalle cosiddette “vedette”, che si posizionavano in luoghi strategici proprio per tentare di identificare le auto della polizia ed avvertire immediatamente i “passeur”.  Anche l´utilizzo delle intercettazioni telefoniche hanno permesso di scoprire il complesso sodalizio criminale. Tra gli arrestati, spiccano elementi particolarmente violenti e privi di scrupolo, che non hanno esitato a mettere a repentaglio la vita di molte povere persone, stipandoli all´inverosimile dentro angusti portabagagli privi di aria, pur di ottenere il proprio guadagno, che ormai aveva raggiunto  proporzioni imponenti, tanto è vero che ogni “passaggio” fruttava anche fino a 500 euro per migrante, somma che doveva essere corrisposta in anticipo.   Significativo  il “guadagno” per viaggio, che  raggiungeva cifre  che potevano anche superare i  6000 euro.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto polizia di stato

Attività di spamming a scopo estorsivo

La Polizia Postale informa che è in corso una massiva attività di spamming a scopo estorsivo con l´invio di email in cui gli utenti vengono informati dell´ hackeraggio del proprio account di posta elettronica ad opera di un gruppo internazionale di criminali. Tale email comunica che l´account sarebbe stato hackerato attraverso l´inoculamento di un virus mentre venivano visitati siti per adulti; da qui la minaccia di divulgare a tutti il tipo di sito visitato e la conseguente richiesta di denaro in criptovaluta.  ATTENZIONE, nulla di tutto ciò è reale: rappresenta  un´invenzione dell´autore del reato, elaborata al solo scopo di gettarci nel panico ed indurci a pagare la somma illecita: è tecnicamente impossibile, infatti, che chiunque, pur se entrato abusivamente nella nostra casella di posta elettronica, abbia potuto – per ciò solo – installare un virus in grado di assumere il controllo del nostro dispositivo, attivando la webcam o rubando i nostri dati. Ecco dunque alcuni consigli su come comportarsi: Mantenere la calma: Il criminale non dispone, in realtà, di alcun filmato che ci ritrae in atteggiamenti intimi né, con tutta probabilità, delle password dei profili social da cui ricavare la lista di nostri amici o parenti; Non pagare assolutamente alcun riscatto: l´esperienza maturata con riguardo a precedenti fattispecie criminose (come #sextortion e #ransomware) dimostra che, persino quando il criminale dispone effettivamente di nostri dati informatici, pagare il riscatto determina quale unico effetto un accanimento nelle richieste estorsive, volte ad ottenere ulteriore denaro. Proteggere adeguatamente la nostra email (ed in generale i nostri account virtuali): cambiare  – se non si è già provveduto a farlo – la password, impostando password complesse; non utilizzare mai la stessa password per più profili; abilitare, ove possibile, meccanismi di autenticazione “forte” ai nostri spazi virtuali, che associno all´inserimento della password, l´immissione di un codice di sicurezza ricevuto sul nostro telefono cellulare; Tenere presente che l´inoculazione (quella vera) di virus informatici capaci di assumere il controllo dei nostri dispositivi può avvenire soltanto se i criminali informatici abbiano avuto disponibilità materiale dei dispositivi stessi, oppure qualora siano riusciti a consumare, ai nostri danni, episodi di phishing informatico: è buona norma quindi non lasciare mai i nostri dispositivi incustoditi (e non protetti) e guardarsi dal cliccare su link o allegati di posta elettronica sospetti.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto polizia di stato24

LODI. OPERAZIONE AKRON

La Polizia di Stato di Lodi ha arrestato 19 persone per il per i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, traffico di sostanze stupefacenti e lesioni personali gravissime. Le indagini dei poliziotti della squadra mobile hanno rivelato una sistematica e diffusa attività di corruzione messa in atto da 5 detenuti, ristretti per reati vari nella Casa Circondariale di Lodi, nei confronti di due pubblici ufficiali in servizio presso la suddetta struttura. In particolare, i detenuti, mediante la corruzione di un Assistete Capo della Polizia Penitenziaria e dell’addetta all’infermeria della Casa Circondariale di Lodi, riuscivano ad introdurre e commerciare all’interno del carcere sostanze stupefacenti e altre utilità quali schede Sim Card prepagate intestate a presta-nomi e telefoni cellulari. Attraverso l’utilizzo di quest’ultimi, dall’interno delle celle, i detenuti stabilivano un costante contatto con i sodali (all’esterno della struttura carceraria) al fine di continuare a impartire ordini volti a gestire il traffico di sostanze stupefacenti sia all’interno che all’esterno della struttura. Inoltre, l’attività di ascolto telefonico ha permesso di rilevare gravi indizi di colpevolezza nei confronti di due detenuti in relazione ad una violenta aggressione compiuta all’interno della Casa Circondariale di Lodi, in danno di un altro detenuto reo di aver “mancato di rispetto” ad un recluso. Nella circostanza la vittima, per le gravi ferite riportate, ha dovuto subire l’asportazione della milza. Per l’esecuzione degli arresti sono impegnati dipendenti della Polizia di Stato delle Questure di Lodi, Milano e Cremona; personale delle unità speciali Cinofile; unità operative dell’Amministrazione Penitenziaria Regionale della Lombardia.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Catania. La Polizia ha arrestato il secondo autore della rapina in abitazione commessa ai danni di un Commissario di Polizia

La Polizia di Stato ha arrestato il secondo autore della rapina avvenuta nell’abitazione di un Commissario della Polizia di Stato, la notte del 30 agosto: un cittadino gambiano del 2000.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso a seguito delle indagini, coordinate dalla Procura di Catania e condotte dalla Squadra Mobile, a seguito della rapina commessa a Catania la notte del 30 agosto, allorquando due individui avevano fatto ingresso all’interno dell’abitazione di un Commissario della Polizia di Stato della Questura di Catania, il quale aveva ingaggiato una violenta colluttazione con i rapinatori, riportando diverse ferite da taglio. Nella circostanza, uno di essi, cittadino ghanese, veniva tratto in arresto per rapina aggravata e lesioni personali, mentre il complice riusciva a darsi alla fuga. Le indagini, condotte dai poliziotti della Squadra Mobile di Catania e iniziate con un meticoloso sopralluogo da parte della Polizia Scientifica all’interno ed all’esterno dell’abitazione, permettevano di ritrovare, in corrispondenza del balcone dell’abitazione, un paio di ciabatte abbandonate dal fuggitivo, su cui venivano disposti accertamenti tecnici.
Al fine di identificare il complice, venivano acquisiti ed analizzati i nominativi dei soggetti ospiti della comunità ove era stato collocato il soggetto già arrestato e veniva effettuata attività di ricerca sul suo profilo facebook
Dal controllo di facebook emergeva una foto che ritraeva il cittadino ghanese, postata nella tarda serata del 29 agosto – poche ore prima del delitto-  insieme ad un soggetto di colore, di giovane età e con acconciatura “rasta”, con una canotta a righe bianche e blu e motivi rossi e gialli, che risultava assolutamente compatibile con il giovane datosi alla fuga e ripreso dalle immagini di un sistema di video-sorveglianza installato nelle vicinanze dell’abitazione del Commissario. Analizzando i profili degli amici del ghanese arrestato, si giungeva, quindi, all’individuazione di un profilo che ritraeva il medesimo soggetto con l’acconciatura “rasta” e ritratto nell’immagine sopra esaminata. Le ulteriori indagini permettevano di appurare, poi, che il giovane in questione si era allontanato da Catania, essendo stato immortalato in un filmato acquisito presso la locale stazione ferroviaria.
Dalla disamina del tabulato telefonico dell’utenza emergeva anche che la sera del 29 e 30 agosto 2018, la predetta utenza telefonica aveva agganciato un ponte radio del centro cittadino, nelle immediate vicinanze dell’abitazione del Commissario di Polizia. Nella tarda serata del decorso 8 settembre, a seguito di mirato servizio nei pressi della locale stazione ferroviaria, il predetto cittadino gambiano veniva notato mentre scendeva da un’autovettura e, alla vista degli agenti, tentava di darsi alla fuga, opponendo resistenza agli operanti, ma veniva prontamente bloccato e condotto presso gli uffici della Squadra Mobile ove veniva notificato il decreto di fermo.

Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

foto polizia di stato

Brescia. Furti in abitazione: arrestati dalla Polizia di Stato.

S.A.R.I., il nuovo e sofisticato programma della Polizia Scientifica di riconoscimento delle immagini, ha permesso oggi alla Polizia di Stato di Brescia di arrestare due soggetti di origine georgiana ritenuti responsabili di un furto in abitazione commesso lo scorso 17 luglio.
Decisiva, infatti, per le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, è stata l’acquisizione delle immagini di una telecamera di video sorveglianza installata all’interno dello stabile che aveva immortalato i due malfattori.
I fotogrammi sono stati poi analizzati con l’applicativo in uso alla Polizia Scientifica che permette di confrontare le immagini dei rei con i volti dei milioni di soggetti schedati, restituendo una ristretta platea di sospettati. A completare il quadro indiziario a carico dei due stranieri, domiciliati in provincia di Verona, è stato il ritrovamento degli indumenti indossati durante il furto e l’analisi dei tabulati telefonici.
Sono in corso ulteriori indagini per verificare il coinvolgimento degli indagati in analoghi fatti criminosi. La criminalità georgiana, invero, è tra quelle maggiormente specializzate nei reati predatori e spesso gli esecutori materiali dei furti fanno parte di vere e proprie organizzazioni caratterizzate da rigide gerarchie e con ramificazioni in più paesi europei.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto polizia di stato

Latina: polizia lavoro nero e sfruttamento

La Polizia di Stato di Latina, nell’ambito di servizi di contrasto al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed allo sfruttamento del lavoro nell’agro pontino, ha controllato alcune case rurali in località Borgo Le Ferriere abitate da diversi cittadini indiani all’interno delle quali sono stati identificati cinque cittadini di etnia Sikh, in possesso di permesso di soggiorno, che hanno dichiarato di svolgere l’attività di braccianti  agricoli in diverse aziende presenti in quel territorio.

Gli approfondimenti investigativi svolti dalla Squadra Mobile hanno consentito di individuare all’interno di una camera occupata da uno degli stranieri alcune buste contenenti bulbi di papavero essiccati, le stesse inflorescenze da cui viene estratta l’eroina. I narcotest effettuati presso il locale Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica hanno consentito di rilevare la presenza del principio attivo dei derivati dell’oppio.

Gli stranieri utilizzavano il vegetale essiccato per la preparazione di infusi e bevande che assumevano prima e durante i pesanti turni di lavoro nei campi per vincere la fatica ed il senso di spossamento.

Sono stati controllati, inoltre, alcuni caseggiati ubicati in località Pontinia a ridosso di alcune grandi serre per la produzione di ortaggi esotici; all’interno di tre fabbricati sono stati individuati una decina di cittadini indiani in pessime condizioni igienico-sanitarie, quattro dei quali clandestini sul territorio nazionale.

Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Grottaglie Nubifragio salvato un bimbo intrappolato in macchina

Ore di intenso lavoro ieri pomeriggio per la Polizia di Stato di Taranto a causa del nubifragio con grandine che si è abbattuto ieri a Grottaglie
Numerose sono state le chiamate al 113 per segnalare la presenza di diverse autovetture sommerse dall´acqua, con i passeggeri a bordo.
L´equipaggio di una Volante del Commissariato di Grottaglie è stato immediatamente attratto da una macchina, sommersa dall´acqua fino ai finestrini ed occupata da una famiglia, l´acqua era già entrata nell´abitacolo ed aveva raggiunto il volante e sui sedili posteriori, ancorato sul seggiolino, era seduto un bambino di circa quattro anni.
L´equipaggio ha immediatamente tratto in salvo il bambino: è stato preso in braccio da uno degli operatori, portato sull´auto di servizio e tranquillizzato. Subito dopo, sono stati tratti in salvo anche i giovani genitori ed accompagnati in Commissariato per le prime cure.
Lo stesso equipaggio, tornando nelle zone allagate, ha tratto in salvo anche il conducente di un´altra vettura e dopo averlo messo in sicurezza ha prestato soccorso ad una donna che era uscita dall´abitacolo a seguito dell´inondazione e si era rifugiata in un´area completamente circondata dalle acque.
Inoltre, sulla Strada Provinciale 83, gli agenti hanno salvato un dipendente di Poste Italiane, con l´incarico di portalettere che a bordo dello scooter aziendale è stato investito lateralmente da un torrente di fango e acqua.

Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo