Lucca. Arrestato per tentato omicidio

Questa mattina è stato fermato dalla Polizia di Stato, per tentato omicidio, il responsabile che la sera del 4 febbraio scorso ha aggredito e ferito gravemente alla testa un poliziotto delle Volanti del Commissariato di Viareggio (LU), impegnato in un servizio di contrasto allo spaccio nella Pineta di Ponente.  La sera dell’aggressione il 20enne magrebino, irregolare sul territorio nazionale, privo di una fissa dimora e con precedenti penali, era a spacciare nella Pineta, con altri connazionali. Sentendosi braccato, lo straniero ha impugnato un corpo contundente, probabilmente una grossa pietra, e ha colpito il giovane poliziotto, appostato tra la vegetazione in servizio di osservazione discreta.  Condotto in ospedale con trauma cranico, forte emorragia e una grave frattura dell’osso frontale, l’operatore è stato dichiarato fuori pericolo solo da poche ore. Dalla sera dell’aggressione è stata incessante l’attività investigativa dei poliziotti del Commissariato di Viareggio e della Squadra Mobile. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lucca, già poche ore dopo il fatto, aveva permesso di individuare il probabile responsabile in uno dei soggetti che spacciano nella Pineta di Ponente, noti agli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato di Viareggio anche grazie ai numerosi controlli operati negli ultimi mesi e alla recente operazione di polizia giudiziaria, condotta nel dicembre scorso e conclusasi con l’arresto di 17 stranieri, tutti responsabili di spaccio aggravato, consumato anche in danno a minori e in prossimità di scuole. Infatti, il 20 dicembre scorso, il soggetto fu fermato ed identificato dai poliziotti riuscendosi a disfare di 100 grammi di hashish che furono rinvenuti, tra fitta vegetazione, solo il giorno successivo anche grazio all’impiego delle unità cinofile di Firenze. Ancora prima, il 6 ottobre scorso, sempre il 20enne era stato controllato nella stanza di un albergo di Viareggio; in quella occasione fu trovato, con altri connazionali, nella disponibilità di quasi 2mila euro in contanti, probabilmente provento di spaccio.
Ieri sera, gli investigatori del Commissariato e della Squadra Mobile, acquisiti ulteriori elementi a carico del soggetto, anche grazie alla sinergia investigativa con la Compagnia dei Carabinieri di Viareggio, individuata la sua abitazione, hanno avviato un discreto servizio di osservazione, concluso di stamattina con il fermo d’iniziativa, reso necessario dall’evidente pericolo di fuga trattandosi di un soggetto privo di fissa dimora, di legami famigliari ed interessi lavorativi nel territorio nazionale.  

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

 

Crotone, tentato omicidio

La Polizia di Stato di Crotone ha arrestato dieci persone ritenute responsabili del reato di tentato omicidio e porto abusivo di arma clandestina, coinvolte, anche in una fiorente attività di spaccio di droga. L´indagine, denominata “Ora di Punta”, è iniziata in un quartiere della città chiamato Fondo Gesù, nel primo pomeriggio dello scorso 9 gennaio in una via piena di gente sono stati esplosi numerosi colpi d´arma da fuoco da parte di un commando composto da tre persone, a bordo di un´autovettura, che hanno colpito un´auto parcheggiata davanti a un negozio di frutta, ed altri esercizi commerciali nelle vicinanze.
I poliziotti allertati da diverse chiamate giunte al 113, hanno notato numerosi bossoli di pistola e di fucile a pallettoni. Grazie alla visione dei filmati estrapolati dalle telecamere presenti nelle vicinanze, è stata ricostruita la dinamica dei fatti ed acquisiti elementi utili per poter identificare, uno dei materiali attentatori. A distanza di pochi giorni, gli agenti della Squadra Mobile di Crotone hanno arrestato due persone, uno degli autori della sparatoria e uno dei destinatari dell´agguato in quanto, armato di pistola per rispondere al fuoco senza riuscirvi. Le successive indagini hanno consentito non solo di identificare gli altri due membri del commando, ma anche di far emergere una diffusa quanto florida attività di spaccio di droga costituente il movente dell´agguato.
Alle operazioni di cattura degli indagati, tutti noti alle forze dell´ordine per numerosi precedenti, hanno fatto seguito e sono tuttora in corso, con la collaborazione dei poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine di Cosenza e Vibo Valentia nonché delle Unità Cinofile della Polizia di Stato, numerose perquisizioni all´interno di locali e appartamenti presumibilmente impiegati per il confezionamento e lo spaccio dell´eroina e della cocaina gestita dagli indagati.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
Foto Polizia di Stato

Polizia di Stato e Alitalia siglano l’accordo sulla prevenzione e il contrasto dei crimini informatici

La convenzione, firmata dal Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, e dai Commissari Straordinari di Alitalia Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari rientra nell’ambito delle direttive impartite dal Ministro dell’Interno per il potenziamento dell’attività di prevenzione alla criminalità informatica attraverso la stipula di accordi con gli operatori che forniscono prestazioni essenziali.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni è infatti quotidianamente impegnata a garantire l’integrità e la funzionalità della rete informatica delle strutture di livello strategico per il Paese attraverso il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC). Alitalia è la principale compagnia aerea italiana, in termini di flotta, voli nazionali e internazionali, destinazioni e passeggeri trasportati e svolge attività ritenute vitali per la mobilità del paese. Ciò è reso possibile grazie anche alla struttura dei sistemi informatici, tecnologici e delle reti telematiche che supportano tutte le operazioni di volo di Alitalia e, pertanto, la loro sicurezza rende necessaria una intensiva attività di prevenzione ovvero una tempestiva ed efficace risposta a qualsivoglia minaccia informatica e cybernetica. Il CNAIPIC, che da anni si occupa della tutela delle reti informatiche di realtà, sia pubbliche che private, di rilievo nazionale e di importanza strategica per il paese, risulta quindi essere uno strumento necessario di collaborazione e di condivisione delle informazioni su tutto il territorio nazionale. Alla firma della convenzione erano presenti per il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato, Roberto Sgalla e il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Nunzia Ciardi. Mentre per ALITALIA, i Commissari Straordinari Enrico Laghi e Stefano Paleari, Filippo Dispenza – Responsabile Sicurezza, Massimo Iraci – Responsabile Operazioni, Costanza Esclapon de Villeneuve -Responsabile Corporate Communications, Federico Garimberti- Responsabile Comunicazione e Danilo De Angelis- Responsabile Sicurezza Informatica, Roberto Tundo Responsabile information tecnology.

 di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
Foto Polizia di Stato

Parma, arresti della Polizia di Stato

Parma. La Polizia di Stato, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Gip presso il Tribunale di Parma su richiesta della Procura della Repubblica, ha tratto in  arresto due soggetti, entrambi ex collaboratori di giustizia, con precedenti per reati riferibili al traffico di sostanze stupefacenti ed a suo tempo contigui ad un’organizzazione criminale  di stampo mafioso, perché ritenuti responsabili di plurimi episodi di usura in danno di cittadini e piccoli imprenditori dal 2011 ad oggi.
A partire dalla fine dell’anno 2017, attraverso le indagini condotte dalla Questura di Parma, era emersa un’anomala disponibilità di denaro da parte di un collaboratore di giustizia presente nella provincia di Parma da circa 10 anni; l’uomo, infatti, appariva condurre uno stile di vita ben superiore alle possibilità consentite dallo stipendio percepito per la sua attività lavorativa nota.
I primi approfondimenti svolti sul suo conto e sul conto della sua compagna, anch’essa già collaboratrice di giustizia e riconducibile alla medesima consorteria criminosa in cui l’uomo aveva avuto un ruolo di primo piano nel traffico dello stupefacente, consentivano di verificare che i due erano gli effettivi titolari di un esercizio commerciale nella città di Parma, formalmente intestato ad un prestanome e rilevato da una donna parmigiana che, dopo averlo ceduto, era stata assunta nel medesimo esercizio come dipendente.
Sulla scorta di questi primi elementi, grazie anche alle dichiarazioni rese dall’ex titolare dell’esercizio e da altre persone che, per varie ragioni, si erano interfacciate con la coppia, gli inquirenti hanno avuto conferma che i due effettivamente avessero un’importante disponibilità economica ed erogassero prestiti a soggetti in difficoltà economica, pretendendone la restituzione con tassi di interesse esorbitanti.
La successiva attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Parma, ha consentito di acquisire elementi a conforto dell’iniziale ipotesi investigativa, mediante l’identificazione di alcune delle vittime e la verifica in ordine al carattere usurario dei tassi applicati.
Dalle indagini, in particolare, sono stati raccolti significativi elementi indiziari per sostenere che l’uomo -approfittando della credibilità che gli era garantita dal suo status  di  collaboratore di giustizia (che egli ostentava con colleghi e conoscenti) e millantando amicizie, conoscenze e coperture- si rendeva disponibile ad “aiutare” persone che (avendo battuto inutilmente i canali ordinari per ottenere prestiti legali) necessitavano di denaro per far fronte ad esigenze di carattere familiare o lavorative, passando poi ad erogare prestiti a fronte dei quali, allo stato delle investigazioni, imponeva tassi di interesse che si aggiravano tra il 130 % ed il 450%, il tutto sempre con l’ausilio della sua compagna.
Sempre secondo la ricostruzione operata da questo Ufficio, condivisa dal GIP della cautela, nei casi in cui i destinatati dei prestiti non erano in grado di fare fronte agli impegni assunti, l’uomo – alternando blandizie a velate minacce collegate al suo passato criminale ed alla disponibilità di armi- avrebbe costretto i predetti a reperire il denaro “dovuto” o con ulteriori prestiti da lui stesso erogati (innescando,  così, un circolo vizioso in cui il legame con lui si trasformava in una forma di dipendenza ed i tassi di interesse crescevano esponenzialmente) o cedendogli la titolarità di quote di società, beni immobili o veicoli.
In quest’ultimo caso i beni ceduti, prima di transitare nella piena disponibilità dei due indagati, transitavano dalla vittima ad un prestanome per dissimularne la provenienza diretta.
Conclusivamente, l’indagine nel suo complesso ha consentito di acquisire elementi indiziari consistenti a carico dei due indagati, alla stregua dei quali si può ritenere che gli stessi abbiano messo in piedi un fiorente business, grazie soprattutto all’atteggiamento silente delle vittime le cui posizioni sono state faticosamente evidenziate.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

foto Polizia di Stato

Accordo su prevenzione e contrasto dei crimini informatici

Roma,oggi, il rinnovo dell’accordo tra Polizia di Stato e Ferrovie dello Stato Italiane per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici che hanno per oggetto i sistemi e i servizi informativi di particolare rilievo per il Paese. Tra questi, le piattaforme tecnologiche del Gruppo FS Italiane, una delle più grandi realtà industriali del Paese, che realizza e gestisce opere e servizi nel trasporto ferroviario, contribuendo a sviluppare un progetto di mobilità e logistica integrata. La convenzione, firmata dal Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Franco Gabrielli e dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Ferrovie dello Stato Italiane Gianfranco Battisti, rientra nell’ambito definito dalle direttive impartite dal Ministro dell’Interno per il potenziamento dell’attività di prevenzione in materia di criminalità informatica attraverso la valorizzazione del partenariato con il mondo privato. L’insidiosità delle minacce informatiche e la mutevolezza con la quale si presentano richiedono, infatti, una sinergia informativa tra tutti gli attori della cybersecurity per mettere a fattor comune conoscenze ed esperienze utili a sperimentare efficaci forme di contrasto. Per la Polizia di Stato, tale compito è assicurato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni e, in particolare, dal Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche che, con una sala operativa disponibile h24, rappresenta il punto di contatto per la gestione degli eventi critici delle infrastrutture di rilievo nazionale operanti in settori sensibili per il Paese. Ferrovie dello Stato Italiane, rispettando gli obblighi normativi in materia, ha inoltre avviato un importante processo di internalizzazione dei servizi di sicurezza informatica grazie alla realizzazione del Cyber Security Operation Center. Un polo di eccellenza nel quale confluiscono le tecnologie e le competenze più avanzate con l’obiettivo di fornire i più elevati livelli di protezione cibernetica ai sistemi tecnologici e informativi che supportano la gestione e il controllo della circolazione ferroviaria.
Alla firma della convenzione erano, inoltre, presenti, per il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato Roberto Sgalla e il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni Nunzia Ciardi, mentre per Ferrovie dello Stato Italiane erano presenti il Direttore Centrale Protezione Aziendale Franco Fiumara e il Responsabile Cyber Security Riccardo Barrile.

Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
Foto Polizia di Stato

MAXI “OPERAZIONE POLLINO”

Roma. Rientra oggi in Italia, scortato dagli Agenti dello SCIP – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Criminalpol, Francesco MARANDO, 36enne originario della Locride, arrestato nel dicembre scorso nell’ambito della maxi “Operazione Pollino” e raggiunto da Mandato d’arresto europeo a seguito dell’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP DDA presso il Tribunale di Reggio Calabria per associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Francesco MARANDO, in qualità di organizzatore del gruppo IETTO MARANDO, favoriva l’introduzione della droga in Italia dalla Germania e/o Olanda, curandone la detenzione e l’immissione in territorio calabrese. Inoltre utilizzava il ristorante “Leonardo da Vinci” di Wesseling (Germania), di cui era uno dei titolari, come base logistica del sodalizio criminale per lo smistamento della cocaina e come espediente di reinvestimento dei proventi del traffico. L’ “Operazione Pollino”, partita dalle attività investigative della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/GICO di Catanzaro, svolte in collaborazione con il IV Gruppo di Reggio Calabria del Nucleo Speciale Polizia Valutaria, sotto il coordinamento della DDA di Reggio Calabria ha portato all’arresto di 90 persone tra Italia, Europa e Sud America, ed è stata supportata oltreconfine dallo SCIP – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. All’arrivo a Fiumicino, nell’Ufficio di Polizia di Frontiera Aerea saranno espletate le formalità dell’arresto di MARANDO sul territorio nazionale, ed immediatamente verrà associato presso la competente Casa Circondariale a disposizione dell’autorità giudiziaria calabrese.

Di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
Foto Polizia di Stato

DICHIARAZIONI DEL CAPO DELLA POLIZIA

Il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Franco Gabrielli, ha espresso profondo cordoglio e sentimenti di commossa vicinanza ai familiari dell´Assistente Capo della Polizia di Stato, Angelo Gabriele Spadaro, deceduto questa mattina a seguito di un incidente stradale nell´espletamento del servizio e ai familiari delle altre due vittime che viaggiavano a bordo di altri veicoli coinvolti nel sinistro.
Ha espresso inoltre un augurio di pronta guarigione all´altro componente della pattuglia della Polizia Stradale, Assistente Capo Giuseppe Muscolino, rimasto ferito e ricoverato in ospedale nonché alle altre persone coinvolte nel drammatico incidente.

Fonte Foto Polizia di Stato

Ultimo dell’anno, cuccioli abbandonati in strada

Torrenova. Cuccioli abbandonati in strada l’ultimo giorno del 2018. Ritrovati e adottati da un agente della Polizia di Stato.

La ha assistito i due i cuccioli che, nel pomeriggio del 31, sono stati abbandonati in zona Torrenova dal conducente di un auto che, dopo averli lasciati, si è allontanato velocemente.

Uno degli agenti del Reparto Volanti, intervenuti sul posto a seguito della segnalazione di alcuni cittadini che avevano assistito attoniti alla scena, ha deciso di adottarli.  

Sono tutt’ora in corso le ricerche volte ad individuare l’autore del gesto.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Polizia di Stato

 

Trieste. Squadra Mobile, arrestato latitante

La Polizia croata, a Zagabria, su indicazione della Squadra Mobile di Venezia e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato – con il coordinamento della Procura Distrettuale di Trieste diretta dal Procuratore Carlo MASTELLONI – ha tratto in arresto il latitante D’ESTE Claudio. Veneziano di 72 anni, il predetto è destinatario di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti e di un contestuale mandato di arresto europeo emesso dalla DDA di Trieste: deve scontare il D’ESTE una pena detentiva di anni 10, mesi 3 e giorni 16 di reclusione per il delitto di spaccio di stupefacenti. Claudio D’ESTE, ancora oggi notissimo negli ambienti della Polizia veneziana, era legato alla cosiddetta banda della mala del Brenta di Felice Maniero: in particolare al c.d. “clan dei mestrini”. Ne aveva gestito il traffico di droga curandone l’acquisizione all’estero e la distribuzione in Veneto.
Fu arrestato per la prima volta nel 1976 per detenzione e porto abusivo di armi.
Dal 1981 al 1989 si era dedicato al traffico di cocaina e di eroina per conto dell’organizzazione di Maniero: per i reati consumati in quel periodo fu arrestato nel 1991 rimanendo in carcere per 6 mesi e riprendendo a delinquere appena scarcerato. Oltre al traffico di droga per conto di quell’organizzazione criminale, D’ESTE aveva in quel periodo assunto la gestione di un Casinò in Croazia, paese dove aveva trovato domicilio. Nel 1997 fu nuovamente arrestato per traffico internazionale di cocaina allestito sul territorio frontaliero. Durante la detenzione è stato raggiunto da più sentenze di condanna emesse dai Tribunali di Venezia e di Trieste per complessivi 17 anni e 10 mesi di reclusione, solo in parte definitivi. Nell’aprile del 1999 – scontata parte della pena ed ottenuti i benefici dell’indulto e della liberazione anticipata – uscì dalla Casa Circondariale di Padova rendendosi poi irreperibile e sottraendosi all’esecuzione delle condanne divenute definitive nel 2000. Recentemente – grazie alle indagini anche di natura tecnica svolte in prossimità delle festività natalizie, autorizzate dalla Procura triestina e condotte dalla Squadra Mobile di Venezia e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato – il latitante era stato localizzato in Croazia; sulla base di precise informazioni, il 13.12.2018 è stato emesso nei suoi confronti il mandato d’arresto europeo. In occasione del periodo festivo sono stati predisposti servizi mirati per osservare i movimenti dei familiari di Claudio D’ESTE residenti in Italia recatisi a Zagabria per incontrarlo e trascorrere con lui il capodanno.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

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Maxi operazione della Polizia di Stato contro l´ndrangheta.

Dalle prime luci dell´alba è in corso una vasta operazione della Polizia di Stato di Crotone nei confronti di numerosi soggetti appartenenti alle famiglie di `ndrangheta di Isola di Capo Rizzuto, Crotone e Petilia Policastro, accusati  di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione, tentata rapina, incendio, porto e detenzione illegale di armi e munizioni e illecita concorrenza con minaccia aggravata dal metodo mafioso.
I poliziotti della Squadra Mobile, del Servizio Centrale Operativo, con il supporto delle Squadra Mobili di Catanzaro, Taranto, Mantova e dei reparti Prevenzione Crimine di Cosenza, Vibo Valentia e Siderno, nell´ambito di un´articola indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno arrestato diversi esponenti di spicco della criminalità organizzata crotonese pronti a dare inizio ad una nuova guerra di mafia con la pianificazione di omicidi, per il controllo del territorio.
Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 11 presso la Procura di Catanzaro.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
Foto Polizia di Stato