Cagliari, gioisce su Facebook per la morte del poliziotto a Napoli.

E’ stata identificata l’autrice del post con il quale ieri pomeriggio aveva commentato pubblicamente sul proprio profilo Facebook la notizia del grave fatto accaduto a Napoli, in cui ha perso la vita l’Agente Scelto  Pasquale Apicella ed è rimasto ferito L’Assistente Capo Salvatore Colucci, dopo che l’auto di servizio sulla quale erano a bordo è stata speronata da quattro  criminali durante il loro inseguimento.“Ogni tanto una gioia”. Così aveva scritto una 52enne residente nel cagliaritano, aggiungendo, inoltre, tra i commenti “Io li odierò per sempre”.
Gli investigatori della DIGOS hanno avviato immediatamente gli accertamenti in stretta collaborazione con il personale del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Cagliari, acquisendo elementi per l’individuazione dell’autore del post, oltre ad una serie di immagini e commenti.
La donna è stata segnalata all’Autorità Giudiziaria  ai sensi dell’art. 342 del codice penale. Proseguono gli accertamenti per l’individuazione di ulteriori responsabili di tale reato, mediante pubblicazione su altri profili di commenti dello stesso tenore oltraggioso.

 di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Foggia. la Polizia di Stato ha eseguito un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari a carico di un cittadino albanese.

Le indagini sono il frutto della stretta collaborazione tra la DDA del capoluogo pugliese e  la Procura della Repubblica di Foggia, che hanno consentito di addebitare al fermato due dei recenti episodi dinamitardi, commessi ai danni di attività imprenditoriali della città di Foggia con modalità del tutto simili, ovvero mediante esplosioni notturne di ordigni rudimentali, che hanno provocato importanti danni materiali e un notevole allarme sociale.
In particolare, l’uomo è ritenuto responsabile dell’attentato esplosivo commesso il 16 gennaio scorso ai danni del centro sociale polivalente per persone anziane denominato “IL SORRISO DI STEFANO”, in via Vincenzo Acquaviva, appartenente alla cooperativa sociale “SanitàPiù” e dell’evento dinamitardo avvenuto in data 12.11.2019, ai danni dell’esercizio commerciale denominato “Poseidon” in via Ciancarella.
Gli investigatori della Polizia di Stato hanno analizzato i numerosi filmati ripresi dalle telecamere pubbliche e private della città di Foggia acquisite nell’immediatezza degli eventi delittuosi. A proposito dell’attentato a danno del “IL SORRISO DI STEFANO”, le diverse ore di filmati acquisiti dagli investigatori,  oltre ad inquadrare l’autore nel momento in cui ha posizionato l’ordigno, ne hanno ripreso sia i movimenti a ritroso, consentendo di accertare sia il percorso compiuto fino all’arrivo presso il Centro Anziani, sia il tragitto fatto dall’autore dopo avere collocato l’ordigno, permettendo tra l’altro di individuare un particolare decisivo per l’identificazione consistente in un tatuaggio sulla mano.
Sostanzialmente simile l’analisi investigativa che ha permesso di acquisire indizi utili ad identificare l’uomo  come il soggetto che aveva collocato anche l’ordigno alla friggitoria “Poseidon” il 12 novembre 2019.
Un dato comune ad entrambi gli eventi è quello relativo alle modalità di trasporto dei pericolosi ordigni fatti esplodere innanzi alle due strutture, occultati in entrambi i casi in uno “zaino” contenenti sia l’ordigno che la miccia a lenta combustione per innescarlo.
Al riguardo viene contestato anche il metodo mafioso delle azioni criminali, con specifico riferimento alle eclatanti modalità con cui le azioni sono stata commesse – ovverossia facendo esplodere un ordigno esplosivo dalla spiccata capacità offensiva in un orario notturno, in un luogo aperto al pubblico e sulla pubblica via – tipiche dell’azione della criminalità di tipo mafioso ed idonee a provocare allarme sociale nella collettività, rafforzando il messaggio intimidatorio ai danni delle vittime.
Entrambe le deflagrazioni causavano rilevanti danni, consistenti in danneggiamenti degli infissi, suppellettili, arredi, vetrate e parte delle strutture murarie del pub “Poseidon” e di alcune abitazioni private presenti nelle immediate vicinanze del “Poseidon”, tra cui anche una chiesa adiacente, nonché, nel caso della struttura dei VIGILANTE, il danneggiamento di 6 autovetture parcheggiate nelle vicinanze della RSA “Il Sorriso di Stefano”.
Sul punto si evidenzia che gli accertamenti espletati da personale della Polizia Scientifica hanno sottolineato che l’ordigno utilizzato in entrambi gli attentati era dotato di spiccata capacità offensiva. L’onda pressoria generata dall’esplosione ed il materiale proiettato, infatti, avrebbero potuto cagionare lesioni ad una persona, in ipotesi anche potenzialmente mortali, che si fosse trovata in quel momento nei pressi del luogo dell’esplosione.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Foto Polizia di Stato

 

 

 

 

Roma. Dalla Volante 9 della Polizia di Stato un risolutivo intervento.

Il 3 aprile scorso mi sono trovato ad aiutare una persona anziana di circa ottanta anni. L’anziana signora, con evidenti problemi, probabilmente dovuti all’età, dapprima si è mostrata consapevole della propria situazione e disponibile a ricevere l’aiuto nelle forme più opportune, dopodiché si è mostrata aggressiva e intollerante dinanzi ad ogni possibile soluzione.
In considerazione del periodo che stiamo attraversando, dovuto all’emergenza sanitaria da Covid19, le strutture deputate all’accoglienza degli anziani, sono o sature o indisponibili ad accogliere nuovi ospiti, e dinanzi all’aggressione della signora e alla impossibilità di calmarla, sono stato costretto a chiamare le Forze dell’Ordine per scongiurare il degenerare della situazione.
Giungeva prontamente la Volante 9 della Polizia di Stato, Reparto Volanti, la cui Pattuglia era composta dall’Assistente Capo Coordinatore Enzo Figliolia e dall’Assistente Capo Coordinatore Eugenia Lechi, i quali con prontezza professionale, serietà ed alto senso di umanità si sono prodigati per riportare la signora alla tranquillità.
Alla Pattuglia della Volante 9 non può che andare il mio più vivo ringraziamento per il loro fattivo e risolutivo intervento. 

Umberto Buzzoni 
foto Polizia di Stato

LA SPEZIA: POLIZIA DI STATO DENUNCIA DUE PERSONE PER RIVENDITA DI ‘MASCHERINE’ RUBATE

Nei giorni scorsi, grazie alla segnalazione di un privato cittadino, personale della Squadra Mobile spezzina veniva a conoscenza che un soggetto aveva posto in vendita sul noto social network Facebook, numerose mascherine chirurgiche all’ingente prezzo di euro 20 l’una unitamente ad altro materiale sanitario, sempre ceduto ad un costo spropositato rispetto al suo reale valore di mercato, approfittando del fatto che sono ormai divenute introvabili negli esercizi commerciali e nelle farmacie per via dell’emergenza sanitaria in corso legata al Coronavirus. Immediatamente veniva attivata un’indagine che, nello stesso pomeriggio portava all’intercettazione dell’individuo proprio mentre stava cercando di finalizzare una vendita con un potenziale acquirente, che aveva aderito all’annuncio posto online. Il soggetto, risultato essere un giovane di 19 anni già conosciuto alle forze dell’ordine e che stava utilizzando un falso profilo Facebook, è stato trovato in possesso di venti mascherine chirurgiche, varie confezioni di guanti in lattice e salviette per la disinfezione ospedaliera. Venivano quindi predisposti ulteriori accertamenti in merito che permettevano di risalire alla persona che aveva procurato tale materiale al diciannovenne; un uomo di 52 anni, già gravato da precedenti di Polizia, operante all’interno del locale Ospedale ove, presumibilmente, era stato sottratto tale materiale. Chiesto ed ottenuto dalla locale A.G. un decreto di perquisizione presso l’abitazione di quest’ultimo, veniva rinvenuto e sequestrato ulteriore materiale sanitario ed altre mascherine chirurgiche. Sono in corso mirati accertamenti atti a finalizzare e definire la certa provenienza del materiale sequestrato ed al momento i due fermati sono stati segnalati in stato di libertà per il reato di ricettazione. L’operazione condotta dalla Squadra Mobile assume particolare rilievo alla luce dell’attuale emergenza epidemiologica connessa al Coronavirus, dal momento  che ha interrotto una azione criminosa particolarmente abietta, in quanto non solo garantiva agli autori di lucrare sui bisogni della gente, ma anche perché il materiale messo in vendita illecitamente era stato sottratto in ambito ospedaliero, quindi con grave danno per il sistema sanitario, in un momento in cui invece tale materiale è assolutamente indispensabile.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di stato

 

 

BRESCIA SCATTA L’OPERAZIONE KITCHEN

Dalle prime ore dell’alba la Polizia di Stato di Brescia con  l’operazione “Kitchen” coordinata dal Servizio Centrale Operativo, con la collaborazione  delle Squadre Mobili di Alessandria, Como, Monza e Brianza, Pavia, Ferrara e Verona nonché con la collaborazione delle Polizie del Belgio, Albania, Germania, Spagna e Romania sta eseguendo diverse misure cautelari  nei confronti di un  gruppo di persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni dolose,  rapina, detenzione e cessione di armi.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

PALERMO: LA POLIZIA SEQUESTRA UN SITO DI “PHISHING”, DOVE I TRUFFATORI OTTENEVANO DATI SENSIBILI DI IGNARI CORRENTISTI DI UN ISTITUTO DI CREDITO

La Polizia di Stato, a seguito delle denunce di due cittadini palermitani che avevano subito dal proprio conto corrente prelievi di denaro presso ATM, senza aver mai ceduto a terzi la propria carta Bancomat, ha individuato e posto sotto sequestro una pagina web di phishing che replicava il sito di Internet Banking di un noto Istituto di Credito, creata ad arte da truffatori al fine di ottenere le credenziali di accesso dei correntisi dell’Istituto. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo, sono state eseguite dai poliziotti del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Palermo che hanno acquisito i primi dati investigativi e sviluppato i relativi accertamenti. I truffatori hanno effettuato i prelievi in frode con la modalità cardless, servizio che permette di fare prelievi di contante da casse veloci automatiche in Italia senza usare la carta bancomat, ma solo con lo smartphone. Per ottenere quanto necessario alla frode, i truffatori si sono finti operatori della Banca e hanno inoltrato un sms ai due correntisti contenente il link di un sito Internet clone dell’Internet Banking originale, pagina web di phishing  in cui si richiedeva l’inserimento delle credenziali e del pin collegati al conto, che sono stati pertanto carpiti. In seguito i truffatori hanno installato l’app dell’Istituto di Credito nei propri smartphone, l’hanno collegata ai conti delle vittime ed hanno attivato la cosiddetta O-key Smart, ovvero il servizio di prelievo cardless. A quel punto hanno effettuato quattro differenti prelievi per ogni conto corrente, prima che i correntisti si rendessero conto di essere stati truffati. Tutto ciò si è reso possibile grazie anche ad ulteriori raggiri che i truffatori hanno realizzato comunicando telefonicamente con le vittime ed inducendole ad inoltrare i codici di sicurezza della banca che giungevano nelle loro utenze telefoniche. Dopo i primi accertamenti informatici inerenti l’hosting del sito truffa, d’intesa con il Servizio Polizia Postale del Ministero dell’Interno, il personale dell’area investigativa di contrasto al Cyber Crime della Polizia Postale di Palermo ha eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza e quindi l’oscuramento del sito di phishing, emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo. Il sequestro è stato in seguito convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo. Oggi il sito web utilizzato per il phishing non è più on line, ma non si esclude che gli autori della truffa possano creare altre pagine web per continuare nella loro attività illecita. Le indagini informatiche condotte dalla Polizia Postale, pertanto, sono finalizzate adesso all’individuazione dei responsabili delle frodi, per la prevenzione delle quali si consiglia di diffidare sempre delle comunicazioni telefoniche e informatiche in cui viene chiesta la condivisione di dati sensibili che attengono alla propria sfera personale ed economica.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

PALERMO: VIOLENTA AGGRESSIONE AGGRAVATA DALL´ODIO RAZZIALE

La Polizia di Stato di Palermo nella mattinata odierna ha eseguito un´ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Palermo, nei confronti di un nutrito gruppo di malviventi palermitani, ritenuti responsabili dei reati di rapina e lesioni, aggravate dall´odio razziale.
E´ questo l´esito di approfondite indagini  condotte dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di P.S. “Zisa-Borgo Nuovo” che hanno chiarito dinamica e movente di un grave e cruento episodio, risalente a pochi mesi fa, quando una banda di giovani, armati di mazze da baseball e sedie, fece irruzione in un market in via Casella e aggredì il titolare, cittadino del Bangladesh e gli avventori presenti, suoi connazionali. Le vittime furono fatte bersaglio di calci e pugni e una di loro, trascinata nel retrobottega del negozio e malmenata, subì la rapina dell´anello che portava al dito.
A motivo di tanta, inusitata violenza, la volontà di portare a termine una vera e propria spedizione punitiva contro un cittadino bangladese, colto per strada in atteggiamento considerato “inopportuno” e per questo già “redarguito oralmente”. La vittima subì calci e pugni, conditi da espressioni ed epiteti di disprezzo ed odio razziale. La violenza del gruppo si estese poi anche a gestore ed avventori, anch´essi bangladesi di un esercizio etnico ove la vittima aveva cercato rifugio.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Catania: “Operaziome Cattivo Tenente”

La Polizia di Stato di Catania, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia ha eseguito in data odierna un’ordinanza di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti nei confronti di 13 soggetti, di cui 6 tradotti in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 5 sottoposti all’obbligo di presentazione all’Autorità di P.S. L’indagine, avviata nel maggio del 2017 dalla Squadra Mobile e dal Commissariato “Nesima”, si è incentrata su una delle piazze di spaccio del quartiere di San Giovanni Galermo. Nel corso dell’attività d’indagine sono stati acquisiti elementi in merito all’esistenza di un gruppo ben organizzato che gestiva con regolarità e costanza lo spaccio di marijuana con una perfetta distribuzione di compiti tra pusher, vedette e custodi dello stupefacente. L’attività di spaccio, distribuita su due turni (10:00/14:00 e 15:00/20:00), avveniva all’interno dei portici dei palazzi del quartiere con un giro di circa 200 cessioni giornaliere. La sostanza stupefacente veniva occultata all’interno di una botola in ferro ricavata nel terreno in cui i vari pusher si rifornivano durante i due turni di spaccio. Gli investigatori sono riusciti a piazzare videocamere all’interno della piazza di spaccio riprendendo per mesi il traffico di stupefacenti e ottenendo prove al fine di accertare la responsabilità degli arrestati.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Roma. Controlli agli esercizi commerciali connessi all’uso di veicoli da parte della stradale

Le attività operative avviate sul territorio con il coordinamento del Servizio Polizia Stradale per il contrasto al fenomeno del traffico illecito dei veicoli, si sono concentrate sui controlli  agli esercizi pubblici connessi ai veicoli. In particolare sono stati effettuati nella Regione Sicilia dopo accurata e mirata analisi degli indicatori di rischio nell’ambito di reati di riciclaggio e ricettazione di autovetture. Per una maggiore efficacia delle attività di controllo è  stato fatto ricorso al team di supporto  che ha visto questa volta la partecipazione degli esperti nei settori di controllo amministrativo, falso documentale ed identificazione dei veicoli. Dal 20 al 24 gennaio u.s. le verifiche amministrative hanno riguardato esercizi commerciali con sede in Sicilia ed in particolare a Palermo e Catania. Complessivamente sono stati sottoposti a controllo 5 autodemolitori, 4 Concessionari e 2 Agenzie Pratiche Auto e in parallelo sono stati effettuati i necessari riscontri documentali presso gli Uffici Provinciali delle  Motorizzazioni di riferimento. Al termine  delle attività di verifica sono state elevate sanzioni io amministrative per un importo totale pari a Euro 110.636,67. Nella maggior parte dei casi si tratta di violazioni su prescrizioni autorizzative in ambito ambientale e sulla presenza di veicoli già trattati ma non ancora radiati dalla circolazione (specie per gli autodemolitori) ed irregolarità amministrative  inerenti i registri e le licenze  (per i concessionari ).
3 esercenti  sono stati denunciati  in stato di libertà per reati di natura ambientale  ed uno anche per il reato di ricettazione. Sono stati oggetto di sequestro penale due propulsori, 5 cambi ed una targa tutti di  provenienza illecita ricollegabili a veicoli oggetto di furto nell’anno 2019. E’ stato notificato un provvedimento di intimazione di chiusura immediata di attività al titolare di un concessionario di autovetture di Palermo in assenza della prevista autorizzazione commerciale ed un provvedimento di inibizione alla vendita  al titolare un concessionario di auto di Paternò (CT) per spazio espositivo superiore a quello autorizzato.
E’ stato segnalato agli organi competenti per irregolarità di gestione  l’Agenzia di Pratiche Auto con sede Taormina ( tra cui mancata tenuta del registro giornale, mancato aggiornamento della sede operativa ecc);

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

VIBO VALENTIA. 2,5 MILIONI DI EURO DI BENI SEQUESTRATI DALLA POLIZIA

La Polizia di Stato, attraverso l’attività del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Vibo Valentia, Catanzaro e Bologna, ha dato esecuzione ad un Decreto di Sequestro Preventivo emesso, in via d’urgenza, dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nei confronti di alcuni esponenti del clan dei “Piscopisani” già sottoposti, lo scorso 9 aprile, a custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione “RIMPIAZZO” ed indagati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, favoreggiamento personale, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e intestazione fittizia di beni, tutti aggravati dal metodo mafioso. Il decreto di sequestro, emesso a conclusione di complesse indagini che hanno visto coinvolte 57 soggetti, costituisce il frutto di accertamenti patrimoniali che hanno permesso di riscontrare l’esistenza di una totale sproporzione tra i redditi dichiarati e i patrimoni effettivamente detenuti. Alcuni degli indagati, infatti, sebbene formalmente titolari di un reddito inferiore a quello che, secondo le stime ISTAT, gli avrebbe potuto garantire il minimo sostentamento familiare, sono risultati titolari di beni il cui valore era totalmente sproporzionato e che si ritengono acquisiti, quindi, mediante l’impiego di risorse economiche derivanti dalle attività illecite. In particolare, il provvedimento ha riguardato numerosi beni mobili e immobili, nonché società e imprese individuali, ubicati nelle provincie di Vibo Valentia e Bologna, per un valore complessivo pari a circa 2,5 milioni di euro.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato