Operazione “Carpe Diem”

La Polizia di Stato di Potenza sta eseguendo 16 provvedimenti cautelari emessi dal   Tribunale di Potenza nei riguardi di altrettanti soggetti indagati per aver favorito l’ingresso o la permanenza di stranieri nel territorio dello Stato dietro illecita remunerazione.
L’operazione di oggi che vede impegnati i poliziotti delle Squadra Mobile di Potenza, Milano, Firenze, Foggia e La Spezia con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine Basilicata, rientra nell’ambito di una più ampia indagine condotta dalla squadra mobile di Potenza e diretta dalla Procura del capoluogo lucano riguardante 56 persone, di nazionalità italiana e straniera.
Risultano coinvolti nell’inchiesta vari imprenditori agricoli del Vulture- Melfese e 5 aziende sono state sottoposte a sequestro preventivo.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Operazione “Stazioni Sicure” della Polizia di Stato

3 arrestati, 21 indagati e 10.300 controlli. 1.454 bagagli controllati e 32 sanzioni elevate in materia di sicurezza ferroviaria: sono questi i risultati della quinta giornata dell’operazione “Stazioni Sicure”, che ha visto impegnati 1.767 operatori della Polizia Ferroviaria in 507 stazioni ferroviarie. La giornata di controlli straordinari di bagagli e passeggeri è finalizzata a incrementare i livelli di sicurezza nelle principali stazioni, nei punti ritenuti più sensibili e nelle aree di maggiore afflusso.
In particolare nella stazione di Genova Brignole è stato arrestato un cittadino maliano di 25 anni che ha aggredito una capotreno a bordo di un regionale per Ventimiglia. Lo straniero poco prima della partenza del convoglio era stato invitato a indossare correttamente la mascherina. Il viaggiatore ha prima inveito contro di lei e poi le ha sferrato un calcio. Gli Agenti intervenuti hanno individuato l’uomo mentre cercava di dileguarsi all’esterno della stazione e sono riusciti a bloccarlo, nonostante la reazione violenta anche nei loro riguardi. La donna è stata costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso.
Ad Ancona la Polizia Ferroviaria ha arrestato un cittadino albanese di 28 anni. L’uomo, durante i controlli in stazione, è stato notato dalla pattuglia della Polfer che ha approfondito gli accertamenti interrogando la banca dati. Da questa è emerso un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Torino, per un residuo di pena di 8 mesi di reclusione, per il reato di immigrazione clandestina. Lo straniero, dopo le formalità di rito è stato associato al carcere di Montacuto.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Trieste: denunciate 12 persone facenti parte di un’organizzazione criminale

Dal 2019, gli investigatori del Dipartimento di Polizia di Lubiana hanno svolto indagini contro un gruppo criminale dedito al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’indagine è stata condotta anche in collaborazione con l’Autorità Giudiziaria e la Polizia di Stato Italiana (la Procura della Repubblica di Trieste, che in forza di Ordine Investigativo Europeo richiesto dalla Magistratura Slovena, ha coordinato le attività di indagine svolte – d’intesa con il Servizio Centrale Operativo di Roma – dalla Squadra Mobile della Questura e dal Settore di Polizia di Frontiera di Trieste).
L’indagine, sviluppatasi nella Repubblica Slovena, è stata condotta nei confronti di 12 persone facenti parte di un gruppo criminale, dedite al favoreggiamento della immigrazione clandestina da Turchia, Iraq, Iran, Pakistan, Afghanistan, Bangladesh, Somalia tramite la Turchia, Grecia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Croazia fino alla Slovenia e da qui agli altri paesi dell’Unione Europea; in molti casi l’Italia è stato il paese di destinazione finale.
Diversi membri del gruppo criminale, in attesa di ottenere la protezione internazionale, erano ospitati ne Centro di Accoglienza di Lubiana, luogo da dove venivano organizzati i transiti illegali.
Sulla base delle prove raccolte dalla Polizia Slovena, è emerso che uno dei principali indagati, anch’egli richiedente protezione internazionale, ha curato i contatti con l’estero e con gli altri membri dell’organizzazione, deputata all’arrivo dei migranti in Slovenia e da qui verso l’Italia e gli altri paesi UE. I membri del gruppo criminale hanno svolto diversi ruoli, organizzando la partenza dei migranti, ricercando luoghi per la sosta degli stessi, individuando i canali per il pagamento e la comunicazione della conferma dell’arrivo a destinazione per ottenere il saldo dell’importo illecito dovuto. Il gruppo era ben organizzato, poiché i suoi componenti si sono dimostrati informati sulle leggi vigenti in materia di immigrazione all’interno dell’Unione Europea e sulle procedure di Polizia vigenti. Gli immigrati, inoltre, sono stati istruiti su cosa dire nel caso di controlli di Polizia.
L’indagine penale in Slovenia si è conclusa con una denuncia penale contro dodici persone, di cui 7 attualmente sono in stato di fermo; sono stati accertati 26 episodi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in occasione dei quali sono stati trasportati 108 immigrati.
In Italia, a riscontro delle indagini della Polizia Slovena, sono stati documentati otto episodi in occasione dei quali sono giunti irregolarmente e intercettati dalla Polizia di Frontiera oltre 31 immigrati lungo i valichi confinari italo-sloveni e zone boschive tra Trieste e Gorizia, nel periodo compreso tra giugno e ottobre scorsi; in uno di questi eventi è stato anche tratto in arresto, a Gorizia, un cittadino afgano, indagato per il delitto di favoreggiamento della immigrazione clandestina.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo 
foto Polizia di Stato

Avellino: la Polizia arresta due degli autori del furto di medicinali all’Ospedale Moscati

La Polizia di Stato di Avellino ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Avellino, su richiesta della locale Procura, a carico di due soggetti pluripregiudicati, di provenienza partenopea, responsabili di reati contro il patrimonio.
La misura cautelare, eseguita in collaborazione con i poliziotti della Squadra Mobile di Napoli è il risultato di un’attività investigativa, che ha preso avvio a seguito del furto di medicinali oncologici, per un valore di oltre 1.300.000 euro, perpetrato da 4 soggetti, nel febbraio 2019, presso la farmacia dell’Ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino.
La complessa analisi del traffico telefonico, unitamente alle impronte digitali rilevate su alcune buste di plastica abbandonate all’interno della farmacia, nonché l’estrapolazione del DNA da tracce ematiche lasciate dai malviventi su una finestra rotta per poter accedere all’interno dei locali, hanno consentito di individuare parte del gruppo criminale autore del furto.
La rapidità nell’esecuzione del colpo sin da subito aveva evidenziato che il gruppo di delinquenti costituiva un team esperto ed in forte sintonia, evidenziato anche dal fatto, documentato, che i criminali avevano compiuto un sopralluogo due giorni prima del furto. Inoltre, la meticolosa pianificazione aveva indotto i poliziotti a ritenere che la refurtiva aveva già un ricettatore pronto ad acquistarla per poi commercializzarla sul mercato estero.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

“VALHALLA MARINE” – TORINO , “SIGNAL” – FERRARA

Dalle prime ore dell’alba è in corso una vasta operazione della Polizia di Stato, condotta dalle Squadre Mobili di Torino e di Ferrara, a conclusione di indagini svolte, in perfetto coordinamento, a carico di cittadini nigeriani appartenenti al sodalizio criminale di stampo mafioso denominato “Viking” o “Norsemen Kclub International”, suddiviso in cellule locali (dette “Deck”) dislocate in numerose città italiane. Le indagini, coordinate dalle Direzioni Distrettuali Antimafia della Procura della Repubblica di Torino e della Procura della Repubblica di Bologna, hanno condotto all’emissione di decine di provvedimenti restrittivi di natura cautelare, in corso di esecuzione. Tra i destinatari delle ordinanze spiccano numerosi personaggi posti al vertice del livello nazionale dell’organigramma dell’organizzazione mafiosa, in diretto contatto con gli esponenti di analoghe consorterie criminali e direttamente responsabili delle nuove affiliazioni, della gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti nelle piazze cittadine e dell’attività di sfruttamento della prostituzione.
L’attività in corso di esecuzione, che vede coinvolti oltre duecento operatori della Polizia di Stato, viene svolta sotto il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Operazione internazionale nel settore del cyber-riciclaggio compiuta dalla Polizia Postale e dalla Procura di Napoli insieme ad Europol, FBI ed alle Forze di polizia di 14 Paesi europei

19 arresti in tutta Europa, in un’operazione che ha smascherato e disarticolato un giro multimilionario di cyber-riciclaggio, è il bilancio dell’attività investigativa internazionale denominata 2BaGoldMule e che ha visto, per l’Italia, la Polizia Postale e la Procura di Napoli – Gruppo Intersezionale per la Cyber-Sicurezza  agire al fianco di Europol, dell’ FBI americana e delle forze di polizia informatiche di altri 14 paesi europei. L’organizzazione criminale denominata QQAAZZ era attiva sin dal 2016 a livello internazionale nel cyber-riciclaggio, fungendo da piattaforma europea per ripulire il denaro sporco, frutto di frodi informatiche messe a segno da alcuni dei più pericolosi cybercriminali del mondo. Le frodi erano tipicamente generate grazie all’utilizzo di sofisticati virus bancari (Dridex, Trickbot, GozNym) i quali, penetrando nei sistemi informatici dei correntisti in tutta Europa, accedevano abusivamente ai conti on-line sottraendo grandi quantità di denaro.
Decine di milioni di euro, che necessitavano successivamente di essere “ripulite”. Per tale scopo, subentrava la centrale di riciclaggio “QQAAZZ”, con base operativa in Portogallo e Spagna e ramificazioni in tutta Europa (compresa l’Italia), dove l’organizzazione poteva contare su un cospicuo numero di conti correnti bancari online, falsamente intestati ad altrettante “teste di legno” (i cosiddettti “Muli”), per spostare e rendere scarsamente rintracciabili gli ingenti profitti illeciti. Denaro che finiva anche nell’acquisto di cryptovalute o nel reimpiego in attività commerciali di copertura aperte nel Regno Unito.
In Italia, in particolare, gli agenti della Sezione Financial cybercrime della Polizia Postale hanno stretto il cerchio attorno a due soggetti, sospettati di costituire la branca nostrana della complessa organizzazione criminale. I 2 italiani, un cittadino bresciano ed uno campano residente a Londra, erano in contatto con membri operativi del gruppo criminale di stanza nella capitale inglese e, per conto di questi ultimi, reclutavano muli di denaro a cui intestare falsamente i conti correnti bancari, destinati all’attività di riciclaggio.
All’esito delle perquisizioni locali e personali, scattate simultaneamente in un Action day coordinato tra tutte le Procure e le polizie operanti, la Polizia Postale ha identificato i due italiani e sequestrato dispositivi informatici e documentazione finanziaria in grado di comprovarne la partecipazione all’organizzazione criminale. A conclusione dell’attività, i cyber-investigatori italiani della Polizia Postale, diretti dalla Procura di Napoli hanno potuto ricostruire, sulla base delle complesse indagini finanziarie effettuate, la riconducibilità al sodalizio criminale di complessive 11 vittime, tra cui figura addirittura l’Ospedale pediatrico Santobono-Pausilipon di Napoli, già vittima di frode informatica con denaro finito sul conto aperto in Germania appartenente ad un altro “mulo”, un cittadino bulgaro reclutato a Londra dalla cellula italiana, individuato dalla Polizia Postale. Anche nei suoi confronti, sono in fase di esecuzione i provvedimenti di sequestro preventivo emessi dal gip di Napoli in relazione a tutti i conti correnti utilizzati per compiere i reati ed ai profitti illeciti maturati. Complessivamente, i correntisti del nostro Paese sono risultati i fra i più colpiti dall’organizzazione criminale, per un totale di oltre 750.000 Euro.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

foto Polizia di Stato

Attacco europeo contro la ‘NDRANGHETA.

Ieri a Barcellona è stato arrestato il latitante Vittorio Raso cl 79, detto “esaurito”, personaggio di spicco della ‘Ndrangheta calabrese radicata nel torinese.
La cattura è avvenuta dopo un incessante attività  condotta nelle ultime due settimane dalla Squadra Mobile di Torino e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato con il coordinamento costante della Direzione Distrettuale Antimafia della Repubblica di Torino e realizzata attraverso il determinante contributo di raccordo operativo fornito dal Team I-CAN Italia, grazie al pieno supporto e alla grande professionalità dell’UDYCO della Polizia spagnola e dell’Esperto per la Sicurezza a Madrid.
Un risultato di eccezionale rilevanza che conferma e rafforza l’intesa operativa con la Polizia iberica anche in vista della imminente adesione della Spagna al progetto I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), promosso dall’Italia insieme ad Interpol.
Il grande risultato di quest’oggi porta a 9 il numero dei latitanti di ‘Ndrangheta arrestati in tutto il mondo e testimonia come l’approccio globale alla ‘Ndrangheta, realizzato attraverso il progetto I–CAN e la cooperazione internazionale di polizia, sia la strada maestra per combattere una minaccia che in modo silente ha inquinato l’economia di oltre 30 Paesi del mondo e che va contrastata attraverso una potente azione di rete. Solo un grande lavoro di squadra che non tenga conto dei confini può rappresentare quel valore aggiunto nel contrasto ad uno dei fenomeni criminali con maggiore espansione.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

foto Polizia di Stato

Operazione “scacco matto” contrasto alla pedopornografia

Complessa operazione contro la pedopornografia su internet condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania, con perquisizioni e sequestri a Bolzano, Brescia, Catania, Chieti, Como, Lecco, Milano, Napoli, Parma, Pisa, Roma, Savona, Sassari, Torino, Treviso e Varese oltre che in altre città straniere. Venti le persone italiane denunciate, di cui tre arrestate in flagranza perché ritenute responsabili di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico nonché di istigazione a pratiche di pedofilia. Numerosi i soggetti stranieri segnalati alle autorità degli Stati di residenza.
Le indagini, condotte dalla Polizia Postale di Catania in collaborazione con il Centro Nazionale di Contrasto Pedopornografia On line (C.N.C.P.O.) del Servizio Polizia Postale di Roma, sono consistite in una lunga attività sottocopertura, opportunamente autorizzata dalla Procura, scaturita da un monitoraggio del web e dal successivo rinvenimento di un sito, ospitato su server di un Paese estero, contenete immagini di pornografia minorile e commenti che istigavano esplicitamente alla commissione di atti sessuali in danno di minori, pubblicati da centinaia di utenti del tutto anonimi.
Molti di questi utenti, una volta entrati in contatto tra loro, si spostavano su altre piattaforme virtuali ritenute più sicure, con sistemi di anonimizzazione (TOR, VPN) e servizi di messaggistica crittografata, iniziando così a scambiarsi foto e video di natura pedopornografica, catalogati in base a criteri di età, sesso ed etnia, con raccapriccianti abusi di minori, anche neonati, vittime di pratiche di sadismo. In diverse occasioni, si condividevano racconti di loro presunte esperienze sessuali con minorenni.
In questo giro criminale si sono infiltrati i poliziotti che hanno operato sottocopertura per oltre un anno, fingendosi pedofili, con l´utilizzo di protocolli operativi ormai consolidati nel contrasto alla pedopornografia online. Ciò ha consentito agli investigatori, quasi come in una “partita a scacchi” con gli interlocutori (da qui il nome dell´operazione), di riuscire a identificarli, nonostante l´utilizzo dei sistemi di anonimizzazione e gli atteggiamenti fortemente diffidenti e sospettosi.
Nel corso delle indagini gli agenti della Polizia Postale di Catania, grazie ad una meticolosa ricerca, raccolta e analisi di dati, sono riusciti, altresì, a pervenire alla localizzazione di alcuni dei luoghi degli abusi e all´identificazione di tre vittime minori.
Il pubblico ministero titolare delle indagini, alla luce degli elementi probatori raccolti, ha disposto in via d´urgenza immediate perquisizioni domiciliari, personali ed informatiche nei confronti di venti dei soggetti identificati, residenti in varie parti d´Italia, contestando loro i reati di pornografia minorile, detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico nonché di istigazione a pratiche di pedofilia.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

foto Polizia di Stato

Milano, arrestata in flagranza di reato

La Polizia di Stato ha arrestato in flagranza di reato una donna Polacca per il reato di truffa aggravata. Obbiettivo dei truffatori una signora del ‘33, contattata telefonicamente sull’utenza di casa da una donna che, millantando di essere la nipote, le riferiva di aver necessità di denaro a causa di debiti contratti, chiedendole insistentemente di raccogliere il denaro contante e i gioielli custoditi per consegnarglieli. I truffatori non avevano fatto i conti con la prontezza della anziana vittima che, intuendo che potesse trattarsi di una truffa, è stata abilissima nel far credere di essere caduta nel tranello, rassicurando la sedicente nipote che avrebbe raccolto i soldi e i monili in oro richiesti dalla truffatrice. Nel frattempo la signora ha contattato il numero unico di emergenza 112 interloquendo contemporaneamente con l’operatore di Polizia che ha fatto sì che l’anziana prendesse tempo coi truffatori, dando modo al personale in borghese della Sezione Antirapina della Squadra Mobile di predisporre un servizio di polizia giudiziaria in prossimità dell’appartamento della vittima. Difatti, all’ennesima chiamata dei truffatori, la vittima, del tutto rassicurata dalla presenza dagli operatori di Polizia, ha raggiunto il luogo indicato dall’interlocutrice consegnando quanto concordato alla donna presentatasi all’appuntamento che è stata arrestata immediatamente dagli agenti.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

foto Polizia di Stato

Catania. La Polizia Postale indaga 6 persone per detenzione e divulgazione di pornografia minorile

La Polizia di Stato di Catania e Messina, coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina, ha condotto un´attività contro la pedopornografia on-line conclusasi, al momento, con sei persone indagate per detenzione e divulgazione di pornografia minorile.
Le investigazioni sono state svolte dalla Polizia Postale sotto la direzione del Centro Nazionale Contrasto Pedo Pornografia on-line (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Esse sono state avviate dopo la denuncia di una donna, residente nella provincia peloritana, e madre di un adolescente, che si era accorta della presenza sullo smartphone della figlia di diverse sessioni di chat effettuate con singoli utenti, con scambio di foto e video di minori nudi in pose erotiche.
La donna consegnava spontaneamente il dispositivo mobile al personale della Polizia Postale che acquisiva con sofisticate strumentazioni forensi il contenuto del telefono e, in particolare, delle comunicazioni WhatsApp. Iniziava, così, un meticoloso lavoro investigativo finalizzato a ricostruire le dinamiche e le eventuali condotte penalmente rilevanti poste in essere dai singoli.
Sono in corso, comunque, approfondimenti per verificare la condotta di adescamento.
Oltre ai sei indagati maggiorenni, sono stati identificati alcuni utenti minori che sono stati segnalati alla competente Procura per i Minorenni.
Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati computer e smartphone, rinvenendo già in fase di perquisizione informatica immagini di pornografia minorile.
Le Province interessate dalle perquisizioni sono state: Messina, Catania, Palermo, Milano, Napoli e Teramo.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

foto Polzia di Stato