OPERAZIONE “ULTIMA CORSA”

La Polizia di Stato di Frosinone ha sgominato un’associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e usura.

Dalle prime luci dell’alba, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Frosinone, con la collaborazione del personale del Reparto Cinofili, del Reparto Prevenzione Crimine Lazio, del Reparto Volo della Polizia di Stato e del Reparto Mobile di Roma stanno dando esecuzione a diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP della Procura della Repubblica di Cassino, su richiesta della Procura della Repubblica di Cassino.

Le misure cautelari sono eseguite nei confronti di alcuni soggetti riconducibili ad una famiglia di etnia Sinti di origine “Romanì” ritenuti responsabili di aver monopolizzato l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, oltre all’usura e all’estorsione ai danni di imprenditori.

Le indagini, scaturite dallo svolgimento di corse clandestine di cavalli per le strade  cittadine nel periodo del lockdown hanno consentito di delineare i contorni di un’articolata organizzazione caratterizzata dal vincolo familiare che ha reso ancor più laboriose le indagini.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

MILANO: MALTRATTAMENTO E TRAFFICO DI ANIMALI DA COMPAGNIA

 

La Polizia di Stato di Milano ha denunciato in stato di libertà un uomo e una donna, rispettivamente di 46 e 52 anni, entrambi italiani, per i reati di maltrattamento di animali e falsità materiale commessa dal privato.

I poliziotti del Compartimento Polizia Ferroviaria , durante il servizio di vigilanza nella stazione di Milano Centrale, hanno sorpreso nelle immediate vicinanze, due persone a vendere cuccioli di cane di razza bassotto e barboncino ad acquirenti reperiti tramite sito internet “Subito.it”.

Gli animali, cinque cuccioli in tutto, privi di sistemi di individuazione microchip, sono stati trovati disidratati, sporchi di urina, rinchiusi in due trasportini di piccole dimensioni all’interno dell’abitacolo di una vettura, con scarse condizioni igieniche ed elevata temperatura.

Dagli accertamenti svolti sui cinque libretti veterinari, si è constatato che gli stessi erano incompleti nelle indicazioni del veterinario circa l’avvenuta sverminazione e somministrazione del primo vaccino.

Gli animali da compagnia, sottoposti a sequestro, sono stati affidati dal personale della Polizia Locale in giudiziale custodia alle stesse persone intenzionate all’acquisto.

Al termine, gli agenti hanno sequestrato al 46enne la somma di euro 3.500, quale provento della precedente vendita di ulteriori cuccioli.

 

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Genova, Tir effettua inversione a U prima di una galleria

Nel tardo pomeriggio di ieri, si è  dimostrato ancora una volta efficace il dispositivo predisposto dalla Polizia di Stato e da Società autostrade per l’Italia per assicurare un tranquillo rientro a casa dei vacanzieri in questi giorni di fine agosto. Infatti,  lungo il nodo autostradale di Genova si era creata una situazione di estremo pericolo  a causa di un TIR e di un’auto che stavano effettuando una inversione a “U” prima di una galleria.

A quel punto è scattata la procedura di emergenza, con ASPI che ha avvisato i viaggiatori in transito del pericolo incombente tramite i pannelli a messaggio, mentre le pattuglie della Sottosezione Polizia Stradale  di Sampierdarena e di Ovada si sono date da fare per rallentare i veicoli e per giungere quanto prima sul luogo del pericolo.

Il piano ha funzionato, tant’è che le manovre scellerate non hanno causato incidenti, con ambedue i conducenti bloccati poco dopo dalle pattuglie della Stradale.

L’autista del TIR, originario dell’Europa dell’est, è stato sanzionato con il ritiro della patente e una multa fino a 8.000 euro, cui si è  aggiunto il fermo del mezzo per 3 mesi.

Stessa sorte è toccata al conducente dell’auto, uno straniero che l’aveva presa a noleggio.

Ma per loro non è  finita così, poichè i poliziotti stanno inviando un dossier alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova,  in quanto ritenuti responsabili di attentato alla sicurezza dei pubblici trasporti.

“La manovra a dir poco scellerata di quei due conducenti, che hanno evidenziato un totale disprezzo per la sicurezza stradale,  non rende giustizia ai tanti automobilisti e autisti professionali che, invece, sanno perfettamente che guidare non è  uno scherzo, ma una cosa molto seria.” ha dichiarato Paolo Maria Pomponio, Direttore del Servizio Polizia Stradale, che ha aggiunto “come Polizia di Stato useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per impedire in futuro a quelle due persone di essere un pericolo per loro e per gli altri”.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Vibo Valentia maxi sequestri nelle Serre vibonesi: 700 kg di marijuana

La Polizia di Stato di Vibo Valentia ha effettuato nelle ultime settimane, serrati controlli in tutta la zona delle Serre vibonesi, sgominando un importante giro di illecita coltivazione e detenzione di marijuana.

Gli arresti sono iniziati nel mese di giugno, con un cittadino italiano che aveva occultato 70 buste di droga nel sottotetto dell’abitazione per complessivi 51 kg di marijuana.

Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato di Serra San Bruno, hanno consentito di scoprire un vero e proprio giro di illecite coltivazioni nelle vaste aree rurali delle Serre, dove la droga veniva coltivata, illecitamente imbustata e predisposta alla vendita al dettaglio.

Nel giro di poche settimane, è stato arrestato il secondo trafficante, al quale sono stati sequestrati 570 Kg di marijuana, suddivisi in gran parte all’interno di buste sottovuoto e al quale venivano anche ritirati in via cautelare due fucili regolarmente detenuti.

Un terzo soggetto è stato arrestato per la detenzione di 42 kg di marijuana mentre un altro è stato denunciato perché deteneva 24 kg della medesima sostanza stupefacente.

Sono stati sequestrati complessivamente circa 700 kg di marijuana che se immessi sul mercato della droga avrebbero consentito un profitto illecito di circa un milione di euro.

Nel fine settimana di ferragosto, gli investigatori hanno rinvenuto, nella fitta vegetazione fra i boschi della frazione di Gerocarne, una piantagione non ancora raccolta, sequestrando circa 350 piante di Canapa Indica che all’esito dei processi di lavorazione avrebbe consentito di immettere sul mercato della droga, sostanza stupefacente per un valore complessivo di circa 220mila euro.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

 

OPERAZIONE “RAIL SAFE DAY”

CONTROLLI STRAORDINARI DELLA POLIZIA DI STATO NELLE STAZIONI PER PREVENIRE GLI INCIDENTI CAUSATI DA COMPORTAMENTI SCORRETTI

Si è appena conclusa l’8^ giornata dell’operazione “Rail Safe Day”, organizzata su scala nazionale dalla Polizia Ferroviaria nelle stazioni e aree ferroviarie “sensibili” per prevenire comportamenti scorretti che spesso sono causa di incidenti.

1.216 gli operatori Polfer impegnati, 14.424 le persone controllate e 66 le sanzioni elevate a chi è stato sorpreso a non rispettare le norme di sicurezza previste per l’ambito ferroviario.

582 le località presenziate, di cui 486 stazioni.

L’attraversamento dei binari è risultata la principale imprudenza rilevata nel corso delle attività.

L’attenzione della Polizia ferroviaria sui temi della prevenzione degli eventi incidentali riconducibili a condotte imprudenti dei viaggiatori è sempre molto elevata. Da anni i poliziotti sono impegnati in campagne di sensibilizzazione ed educazione alla sicurezza ferroviaria rivolte agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Sono oltre 340.000 i giovani raggiunti in tutta Italia, nell’ambito del progetto “Train… to be cool” attuato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e con il supporto scientifico della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

 

Polizia di Stato di Livorno interviene presso la caletta denominata “del leone” a seguito di una segnalazione di un rave party

Nella mattinata odierna la Polizia di Stato di Livorno interveniva presso la caletta denominata “del leone” sita in prossimità di Quercianella di Livorno a seguito di una segnalazione di un rave party. L’ immediata attivazione del protocollo operativo adottato dalla locale Questura, consentiva l’intervento strutturato di un numero congruo di operatori delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e della polizia locale tale da consentire il blocco all’accesso al sito di numerose persone dell’ area antagonista proveniente da varie provincie limitrofe. Successivi accertamenti effettuati nel sito, anche con il supporto di mezzi navali di prossimità della guardia di finanza e dei vigili del fuoco, permettevano il rinvenimento e sequestro di sistemi di amplificazione acustica corredati da generatore evidentemente predisposti per il week end di ferragosto. Nelle prime ore del pomeriggio tutto il materiale veniva rimosso per essere tolto dalla disponibilità degli organizzatori abusivi. In esito alla citata attività sono state identificate circa 100, elevata una contestazione per possesso di stupefacenti nonché varie contravvenzioni al codice della strada.

 

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Polizia di Stato: identificati e denunciati i soggetti che parteciparono alla rissa in Civitanova Marche

La Polizia di Stato di Macerata ha identificato e denunciato a piede libero i tre italiani che, la notte del 30 luglio scorso, a Civitanova Marche, hanno partecipato alla rissa davanti al bar Oro Nero, sito lungo il corso Umberto I: due sono operai di origini calabresi, dipendenti di un’azienda del maceratese (uno dei quali con precedenti di polizia), mentre il terzo è un marinaio di Civitanova Marche, già noto alle forze di polizia, anche lui con precedenti di polizia.

All’esito di serrate attività investigative dei poliziotti della squadra mobile  del Commissariato di P. S. di Civitanova Marche, è stata ricostruita la dinamica dell’evento delittuoso: in una prima fase, inizia il corpo a corpo tra due persone (il marinaio civitanovese e uno degli operai calabresi), che si affrontano a mani nude; in una seconda fase, ai due si aggiunge un terzo soggetto (l’altro operaio calabrese), che colpisce il marinaio con calci e schiaffi mentre quest’ultimo si azzuffa a terra con il primo soggetto; nella fase finale, i tre si allontanano dal luogo dell’evento in direzioni opposte: i due operai si incamminano a piedi lungo il corso, in direzione nord, mentre il marinaio si allontana in auto.

È, invece, ancora al vaglio degli inquirenti, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, il movente che ha originato la zuffa, anche se sembra plausibile l’ipotesi dei futili motivi.

Per identificare i soggetti, d’aiuto sono state le immagini del video diffuso in rete, insieme alle dichiarazioni raccolte dalle persone informate sui fatti e all’intervento, nell’immediatezza del fatto, della Volante del Commissariato, che ha subito rintracciato uno dei partecipanti alla rissa (il marinaio civitanovese).

Tale attività rientra, più in generale, nell’ambito dei potenziati servizi di controllo del territorio svolti delle Forze dell’Ordine a seguito di specifiche sedute del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Il Questore della Provincia di Macerata ha applicato ai tre indagati la misura di prevenzione del daspo urbano (D. A. C. UR.), vietando di accedere a tutti i bar e i locali che somministrano alcolici lungo il Corso Umberto I e in piazza don Minzoni, per la durata di un anno.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Verona. Gli investigatori della Polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza applicativa che dispone 16 misure cautelari

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Venezia sono state avviate dalla Squadra Mobile scaligera a partire dal settembre del 2020 a seguito di due episodi di rapina compiute ai danni di due fattorini stranieri brutalmente aggrediti e derubati durante la consegna di alcune pizze a dei giovani richiedenti.

Nel corso dei mesi le azioni criminali compiute dagli indagati sono continuate: in particolare, sono stati presi di mira, con analogo modus operandi, spesso di notte o tarda serata ed in gruppo, persone percepite come vulnerabili (riders).

Gli autori, come accertato dall’attività investigativa, sia maggiorenni che minorenni, appartengono ad una cd. baby gang che gravita nella città di Verona, ove gli stessi risiedono.

I predetti giovani, che come emerso dalle indagini, sono dediti alla commissione di reati contro la persona e contro il patrimonio, mostrano di non possedere nessuna remora per le azioni illecite commesse, anzi se ne vantano, ostentandole anche attraverso i social network, che diventano strumento per pubblicizzare e rivendicare il loro operato.

Si precisa che i soggetti arrestati sono da ritenere non ancora colpevoli fino a quando la loro responsabilità non sarà accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

Treviso. Identificato soggetto che avrebbe effettuato, nel Darkweb, un pagamento in criptovalute per commissionare l’uccisione di un rivale in amore

La Polizia di Stato ha identificato e deferito all’Autorità Giudiziaria per minacce aggravate, attraverso complesse indagini connotate dall’elevato contenuto tecnico, un utente che, approfittando dell’anonimato garantito dalla cosiddetta “parte oscura” della Rete, il DARKWEB, aveva effettuato un pagamento in criptovalute per commissionare ad un altro utente, amministratore di un sito specializzato in omicidi su commissione, l’uccisione di un rivale in amore.
In particolare l’investigazione, posta in essere dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, in collaborazione con la Polizia Postale di Venezia e Treviso, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Treviso, trae origine da un’attività di cooperazione internazionale con il Federal Bureau of Investigation (FBI) statunitense che aveva informato la Polizia Postale in merito ad un 45enne del trevigiano potenziale vittima di un “servizio” a pagamento di omicidio su commissione. I primi accertamenti sulla rete, effettuati dalla Sezione Polizia Postale di Treviso, hanno permesso di dare un nome e cognome alla vittima, che, grazie al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Conegliano, è stato sottoposto ad una riservata attività di tutela per garantirne l’incolumità.
Ulteriori approfondimenti delegati dalla Procura della Repubblica trevigiana ed effettuati dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Polizia Postale di Venezia, hanno permesso di individuare importanti tracce telematiche connesse ai pagamenti effettuati, consentendo così di risalire al “mandante” dell’omicidio su commissione, un 34enne della provincia di Treviso.
Il movente alla base della volontà omicidiaria risiede nell’impossibilità di essere corrisposto sentimentalmente dalla giovane fidanzata della vittima, di cui il mandante è segretamente innamorato. Da qui il piano criminale che ha preso vita nel DARKWEB e che avrebbe permesso all’innamorato, se portato a termine il progetto criminoso, di poter corteggiare liberamente la donna.
La successiva attività di polizia giudiziaria delegata dalla Procura della Repubblica di Treviso a carico del mandante l’omicidio, eseguita dalla Polizia Postale di Venezia e di Treviso, con l’ausilio del Commissariato di Conegliano, ha consentito di ottenere  riscontri sulle movimentazioni di denaro e di criptovalute dal portafoglio virtuale del mandante verso quello dell’amministratore del sito di omicidi su commissione, che al momento è solamente indagato.
L’intera vicenda giudiziaria si caratterizza per alcuni aspetti di novità che meritano di essere sottolineati. L’avvenuta identificazione di un utente operante sul DARKWEB testimonia che la parte non indicizzata della Rete, ove vengono liberamente offerti beni e servizi illeciti, finora ritenuta impenetrabile dalle Forze di Polizia, non è più tale. Le moderne tecniche investigative utilizzate dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, in particolare quelle per il tracciamento di pagamenti in criptovalute permettono infatti, come in questo caso, di risalire ai titolari dei wallet di criptovalute.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato

BOLOGNA: LA POLIZIA DI STATO ESEGUE 43 MISURE CAUTELARI PER TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI E RICICLAGGIO.

La Polizia di Stato di Bologna, nell’ambito di una vasta operazione  antidroga, ha eseguito l’Ordinanza del GIP del Tribunale di Bologna che ha disposto 43 misure cautelari, 31 custodie cautelari in carcere, 3 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora, nei confronti di altrettanti indagati, 35 italiani e 8 albanesi, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga aggravata dalla disponibilità di armi, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e per riciclaggio.
Le misure cautelari sono il frutto di una lunga e complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna – Direzione Distrettuale Antimafia, nella persona del Sostituto Procuratore dott. Roberto Ceroni e condotta dalla Squadra Mobile – IV Sezione Contrasto al crimine diffuso, che ha portato ad indagare complessivamente 50 persone, a vario titolo, per i reati indicati in precedenza.
L’attività di indagine ha preso il via da una precedente attività investigativa sempre della Squadra Mobile, avente ad oggetto alcune rapine a mano armata commesse nell’area metropolitana nella seconda parte del 2019 per le quali erano stati individuati i responsabili in alcuni pluripregiudicati gravitanti nel quartiere Barca. Proprio monitorando uno di questi soggetti è stato possibile scoprire l’esistenza, nel medesimo quartiere, di una vera e propria associazione a delinquere composta da cittadini italiani e albanesi in veste di fornitori di droga, associazione dedita allo smercio di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana.
L’attività di indagine, che ha avuto inizio a novembre del 2019 e si è conclusa nel mese di    aprile del 2021, è stata portata avanti con intercettazioni telefoniche, telematiche, sistemi di videosorveglianza e di localizzazione satellitari, uniti a numerosissimi e costanti servizi di pedinamento ed osservazione che hanno portato all’attento monitoraggio degli indagati e alla scoperta dei nascondigli dello stupefacente.
Proprio grazie all’attività tecnica è stato possibile accertare che l’associazione aveva a disposizione rilevanti somme di denaro che investiva con continuità nell’approvvigionamento della droga, sfruttando per l’occultamento della sostanza, abitazioni private, garage appositamente locati e cantine. Il gruppo criminale aveva la disponibilità di un vero e proprio arsenale, in quanto proprio in una cantina riconducibile agli indagati, sono state rinvenute e sequestrate sette pistole, risultate alcune provento furto e altre clandestine, e diverse munizioni.
L’individuazione dei membri del sodalizio, la cui base operativa, proprio per la provenienza dei vertici, era il quartiere Barca, e la ramificazione delle operazioni di intercettazione, hanno consentito di accertare che il gruppo riforniva in maniera sistematica e con una ben precisa organizzazione, un nutrito gruppo di spacciatori, principalmente di origine italiana ed albanese, molti dei quali incensurati, dediti al traffico di consistenti quantitativi di sostanza stupefacente, principalmente cocaina, marijuana e hashish, attivi in tutta l’area metropolitana di Bologna.
E’ stato inoltre possibile scoprire un vero e proprio tesoro riconducibile ad alcuni esponenti del sodalizio, depositato su conti corrente intestati non direttamente a loro ma a persone a loro molto vicine, sui quali sono stati fatti transitare diverse centinaia di migliaia di euro provenienti dall’attività di narcotraffico, che con vari stratagemmi, sfruttando anche il gioco d’azzardo con le scommesse sportive, venivano “ripuliti” e depositati sui conti di deposito bancari.
Proprio sotto tale punto di vista è stato possibile procedere al sequestro dei conti corrente individuati come terminale dei proventi illeciti del traffico di droga, sui quali erano depositati 650.000,00 euro. Durante il periodo di indagine, poi, nei vari interventi a riscontro dell’attività di spaccio di stupefacenti, sono stati sequestrati oltre 300.000,00 euro, portando a circa 1 milione di euro l’ammontare dei soldi sequestrati al sodalizio criminale.
I riscontri in costanza di indagine sono stati continui e rilevanti, dato che complessivamente sono state arrestate in flagranza di reato 25 persone; sono stati sequestrati complessivamente 7 kg di cocaina, 70 kg di marijuana, 10 kg di hashish nonché, in totale, nove pistole di cui sei provento di furto in abitazione e tre clandestine, oltre al sequestro di svariate munizioni.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato