Il calendario 2024 della Polizia di Stato

Il calendario 2024 della Polizia di Stato si compone di 12 scatti bellissimi sulle bellezze naturali e artistiche del nostro bel paese. A partire dal giorno di oggi il calendario si puo prenotare presso le questure di tutte le province. La scelta del giorno non è affatto casuale in quanto si tratta della giornata mondiale della fotografia.

Ad eseguire gli splendidi scatti è stato il fotografo Massimo Sestini vincitore del World press photo nel 2015. Come riporta Wikipedia parliamo di un professionista che :”  ….ha raccontato costume, politica e società a partire dal 1978… Le foto aeree sono diventate parte integrante del suo lavoro, premessa a quelle zenitali più recenti”. Aveva già collaborato con la polizia di stato nel 2016 e ora ha contribuito ad immortalare le più belle località dell’Italia. Tre cime di Lavaredo, la fontana di Piazza Castello a Torino sono solo alcune delle protagoniste dell’opera fotografica.

Oggi prendono il via le prenotazioni del calendario. Gli introiti sarà devoluto al piano di assistenza della Polizia di Stato “Marco Valerio”, dedicato alle famiglie di poliziotti con figli gravemente malati, ed il progetto del Comitato italiano per l’Unicef “Nigeria per ogni bambino e bambina “ che ha lo scopo di migliorare ed assicurare la sicurezza dele scuole dell’Africa centrale oltre ad ampliarne i locali per una migliore fruizione da pare degli studenti.  

Come di può acquistare?
Con un versamento sul conto corrente postale nr. 745000 intestato a “Comitato italiano per l’Unicef”con la causale “Calendario della Polizia di Stato 2024 per il progetto Unicef “Nigeria – per ogni bambino e bambina: un futuro” consegnando la ricevuta di pagamento in questura. Il prezzo  è di 8€ per quello da parete e 6€ per quello da tavolo.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

Arrestato 44enne che rapinava pony express a Cagliari.

La Squadra mobile di Cagliari ha arrestato un uomo di 44 anni che si era per cosi dire “specializzato” nelle rapine ai pony express. Ma come avveniva la rapina. Tutto partiva dall’ordine tramite telefonata. L’uomo richiedeva pizza e birra e una volta saputo il totale della prenotazione chiedeva cortesemente all’esercizio commerciale di munirsi di resto per cento euro. Per esempio se il totale era di 30 euro chiedeva di portare il resto di 70 euro. Veniva indicata la via dove doveva avvenire la consegna. Una volta arrivato a destinazione il pony express si vedeva minacciare con un arma contundente da un losco individuo che gli rubava soldi e merce e se la dava a gambe.

Le rapine contestate all’uomo arrestato sono almeno 3 e tutti sono state effettuate attraverso lo steso meccanismo. Ecco perché è stato definito dalle forze dell’ordine come il rapinatore seriale dei pony express. A tradire il rapinatore è stato l’utilizzo del cellulare. Proprio attraverso il numero di cellulare gli investigatori della Mobile, sono riusciti a risalire all’uomo. Per poterlo arrestare in flagranza di reato i poliziotti hanno organizzato una consegna coi fiocchi. Durante il servizio per un nuovo ordine effettuato dal rapinatore invece del pony express il 44 enne si è trovato davanti un poliziotto in borghese camuffato. Qualcosa ha destato il sospetto del truffatore che con una scusa si è dato alla fuga. La Squadra mobile di Cagliari però è riuscito a rintracciarlo ed arrestarlo in pochi minuti.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

11 denunciati e un arrestato in una bisca clandestina a Milano.

Un trentaseienne cittadino cinese è stato arrestato per possesso e spaccio di shaboo. La definizione della Treccani della shaboo è letteralmente “droga sintetica, dall’effetto eccitante, proveniente dalle Filippine, che si presenta in forma di granuli e si consuma fumandola in pipette. E’ una droga sintetica, dall’aspetto di un cristallo, pria odi odore, una qualità che permette a chi la possiede di passare inosservato ai controlli aeroportuali. Oltre al cittadino cinese sono state arrestate altre 11 persone per partecipazione a giochi d’azzardo, per configurabilità di resistenza a Pubblico ufficiale e porto abusivo di armi.

I sospetti sono iniziati nei confronti della sede di una associazione di Milano alla quale le persone suonavano e venivano fatte entrare velocemente. Le telecamere di sorveglianza poi avevano evidenziato la continua presenza di auto di lusso lusso parcheggiate davanti alla sede dell’associazione. A quel punto le forze dell’ordine facevano scattare l’operazione e camuffati da fattorini simulando la consegna di una spedizione e una volta entrati hanno iniziato a bloccare le persone presenti che accortesi del blitz avevano tentato di darsi alla fuga. Sono stati sequestrati tavoli super tecnologici da gioco del mahjong e un’ingente somma di denaro. All’interno di un’auto sono stati sequestrati una pipetta in vetro e 7 grammi di shaboo.

Direttore Umberto Buzzoni

In aumento i casi di sextortion.

Con la definizione “sextortion” (che letteralmente significa “estorsione sessuale”) si intende una forma di ricatto che avviene su internet attraverso l’utilizzo di materiale sessualmente esplicito, come possono essere le foto o video personali. In questo mese di agosto le segnalazioni di sextortion arrivate alla Polizia Postale sono state oltre un centinaio e hanno colpito persone adulte ma anche minorenni. Tutto inizia come un gioco sessuale e uno scambio di materiale intimo sulle chat. La vittima inizia uno scambio di foto che però si trasforma presto in una terribile situazione che culmina in un ricatto e una richiesta di denaro.

La minaccia è che tutte le foto o i video vengano diffusi on-line. La vittima vede la sua reputazione minata e cade in una sorta di incubo cercando di rimediare all’accaduto pagando le somme di denaro che inizialmente non sono molto elevate. La vergogna assale le persone colpite da questa truffa che hanno paura che i propri contatti possano vedere le loro immagini spinte. Ma presto le richieste di denaro si fanno sempre più pesanti con somme che non possono essere più pagate.

I consigli della polizia postale sono segnalare e bloccare gli utenti che cercano di contattare per richiedere denaro. Ovviamente non bisogna cedere al ricatto perche la richiesta di somme non finirà. Non bisogna vergognarsi per quanto accaduto e soprattutto non cancellare i messaggi e conservare tutto il materiale che riconduce ai truffatori. Ovviamente la cosa più importante è quella di rivolgersi alle forze dell’ordine.

Direttore Umberto Buzzoni

Arrestati ad Udine i rapinatori dei centri massaggi.

Tre persone sono state arrestate dalla polizia di stato di Udine con l’accusa di aver rapinato più volte attività commerciali gestite da imprenditori cinesi nei mesi di giugno e luglio di quest’anno. Si tratta di due ragazzi di nazionalità italiana e un uomo sloveno di 38 anni. I tra pare erano legati da una profonda conoscenza e agivano in perfetta coordinazione a volte a volto scoperto a volte invece a volto coperto con azioni molto violente a discapito delle povere donne cinesi che vi capitavano.

Ovviamente le vittime si sono mostrate spaventate e reticenti a collaborare ma gli investigatori sono riusciti a raccogliere importanti informazioni che hanno permesso di risalire ai colpevoli. Le rapine si erano svolte a Udine il 10 giugno, a Manzano il 13 giugno, a Tricesimo l’1 luglio ed a Codroipo il 3 luglio scorsi. Nella rapina di Manzano erano presenti delle telecamere che hanno ripreso i delinquenti in azione. Per le indagini la fattispecie è stata ovviamente utilissima.

L’uomo di nazionalità slovena è stato arrestato proprio mentre si stava dirigendo verso l’aeroporto di Venezia per volare verso l’estero. Gli uomini della squadra mobile insieme ad una una pattuglia della Polizia stradale di Udine sono intervenuti ed hanno messo in atto la cattura.

Direttore Umberto Buzzoni

‘ndrangheta: 8 arresti in un’operazione a Reggio Calabria.

Come scrive Wikipedia” con l’espressione ‘ndrangheta si indica normalmente la declinazione calabrese del fenomeno mafioso, attiva sin dalla seconda metà del XIX Secolo, la cui forza e peso nelle dinamiche criminali è aumentata esponenzialmente dagli anni ’90 con il declino di Cosa Nostra, a seguito delle Stragi del ’92-’93. La leggenda vuole che la parola ‘ndrangheta derivi dal verbo greco άνδραγαθέω (andragathéo), composto dalla matrice semantica degli aggettivi άνήρ (anèr) e άγαθός (agathòs), che significa letteralmente «agisco da uomo perbene o valoroso».”

Proprio nell’ambito del raggio d’azione di questa organizzazione malavitosa sono state arrestate otto persone dai poliziotti di Reggio Calabria. L’accusa è quella di aver favorito la latitanza del boss della ‘ndrangheta Domenico Crea durata 4 anni che è poi stato catturato dalle forze dell’ordine nel 2019 e condannato a 22 anni e 8 mesi. L’operazione che ha portato all’arresto degli otto uomini che lo aiutarono a nascondersi è stata denominata operazione “Declino”. Le accuse sono quelle di associazione mafiosa, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dalle finalità mafiose. Tra gli arrestati ci sono due soggetti che erano già detenuti per un omicidio avvenuto a Pesaro nel 2018. l tribunale di Reggio Calabria ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Alle indagini hanno partecipato le squadre mobili di Bologna, Nuoro e Vibo Valentia e, Catanzaro e l’Aquila. Anche il reparto prevenzione crimine della Polizia di Stato e della Polizia scientifica è stato coinvolto.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

Poliziotti eroi uccisi per mano della mafia.

Tanti sono stati purtroppo gli agenti di polizia scomparsi per mano della mafia. Una piaga tutta italiana che ha diramato negli anni le sue radici nella politica e nell’alta società. La questura di Palermo ogni anno giorni commemora alcuni dei suoi poliziotti uccisi dalla mafia nei giorni in cui cadono gli anniversari della loro morte.

L’Agente Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio furono uccisi il il 5 agosto del 1989 nella città di Carini, lungomare Cristoforo Colombo, nei pressi del civico 629, dove ora è stata deposta una corona di alloro. Il 6 agosto del 1985 un commando di 9 uomini uccise il vice capo della Squadra mobile di Palermo Antonio Cassarà e l’agente Roberto Antiochia, mentre rientravano dalla questura nella abitazione di Antonio Cassarà in via Croce Rossa 81 a Palermo.

L’agente Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio si erano sposati da un mese e trovarono la morte per opera di due sicari in moto. La cosa più triste e che i due avevano appena scoperto di aspettare un figlio. Il poliziotto cercò invano di fare scudo alla moglie che mori poco dopo in ospedale. Alla cerimonia di commemorazione era presente il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia. Al termine della stessa è stata celebrata una messa da parte dal cappellano della Polizia di Stato, Massimiliano Purpura all’interno della cappella di san Michele Arcangelo nella caserma “Pietro Lungaro”.

Il vice capo della Squadra mobile di Palermo Antonio Cassarà e l’agente della scorta Roberto Antiochia lavoravano assieme contro il crimine organizzato e avevano raggiunto importanti risultati. Ma le loro vite furono spezzate da raffiche di kalashnikov. Michele Greco, Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca e Francesco Madonia, furono tutti condannati all’ergastolo in qualità di mandanti”. Il vice capo della Squadra mobile di Palermo Antonio Cassarà collaborò anche con Giovanni Falcone contro Cosa Nostra. Anche per loro la commemorazione si è conclusa con una santa Messa presso la cappella di Maria SS. della Soledad a Palermo.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

Nuovo posto di Polizia all’ospedale San Camillo di Roma

Presso l’Ospedale San Camillo di Roma è stato inaugurato un nuovo Posto di Polizia alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Oltre al ministro dell’Interno erano presenti alla cerimonia nell’ordine:
– il prefetto di Roma Lamberto Giannini
– il presidente Regione Lazio, Francesco Rocca
– il questore di Roma Carmine Belfiore
-l’assessore alle Politiche sociali e alla Salute del comune di Roma, Barbara Funari
– il capo della Polizia Vittorio Pisani
– il direttore generale del San Camillo-Forlanini, Narciso Mostarda

Per garantire maggiore efficienza e sicurezza il nuovo posto di polizia sarà dotato di un sistema di video-sorveglianza per un monitoraggio in tempo reale e un collegamento via radio con le Guardie particolari giurate dell’Ospedale. Tutto questo nell’ottica di interventi tempestivi e senza lungaggini che possano interferire sulle azioni della polizia. La stazione dipenderà dal XII Distretto Monteverde della questura di Roma. L’ambizioso progetto avrà sicuramente un seguito sul territorio nazionale e vedrà l’apertura di nuovi posti di polizia presso gli ospedali per gestire al meglio le emergenze.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

Polizia contro attacco hacker con tecnica “D-Dos”.

Gli attacchi hacker contro gli enti istituzionali e aziende sono all’ordine del giorno e sono pericolosi. Ad esempio a settembre 2021, diverse gradi aziende commerciali sono state colpite dal virus “Conti”, un malware generato in Russia che ha bloccato pc e chiesto un riscatto per sbloccarli, interessando anche la Siae e la Regione Lazio . La Polizia postale e delle Comunicazioni, attraverso il Cnaipc (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche), sta mettendo in campo tutte le sue forze per contrastare attacchi hacker verso i settori istituzionali. In particolare gli hacker hanno messo in campo la tecnica conosciuta come “D-Dos”. L’acronimo sta per Distributed Denial of Service, che si può tradurre in italiano come Interruzione distribuita del servizio, e consta nel generare una tempesta di richieste verso un sito, fino a quando lo stesso finisce ko e diventa irraggiungibile. Analizzando i dati del Clusit, (associazione italiana per la sicurezza informatica), il “D-Dos” colpisce un’impresa ogni cinque minuti.

Come possiamo leggere sul sito del Ministero dell’Interno: “La tutela delle infrastrutture critiche informatiche nazionali è affidata al Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, incardinato nel Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic).Il Cnaipic, avvalendosi di tecnologie di elevato livello e di personale altamente qualificato, è incaricato della prevenzione e del contrasto della minaccia informatica di matrice terroristica o criminale.” E proprio il Cnaipic sta procedendo con l’analisi di questa nuova minaccia dando supporto agli enti che sono stati attaccati per ripristinare al più presto le iniziali condizioni di normalità. Ancora una vota la polizia consiglia vivamente di integrare i propri sistemi di sicurezza con specifici sistemi di protezione anti DDOS, al fine di scongiurare attacchi che potrebbe portare ingenti danni in termini di fuga di informazioni e esborso di denaro.

Direttore Umberto Buzzoni
foto Polizia di Stato

Arrestate 20 persone nell’operazione “Action” a Teramo.

Otto persone in fragranza di reato sono state arrestate dalla polizia di Teramo aggiungendosi alle 12 persone già arrestate nell’ambito di indagini su un traffico di droga. Si tratta di uomini di nazionalità italiana e albanese. Tutto è partito dopo un sequestro di 16 kg di eroina e cocaina in una casa nel comune di Teramo alla fine dello scorso anno. La polizia aveva sottratto quelle sostanze al mercato del consumo di droga teramano soprattutto al dettaglio. L’organizzazione si avvaleva di collaboratori che agivano soprattutto porta a porta e poteva contare sull’utilizzo di un principio attivo che permetteva di ricavare un numero maggiore di dosi rispetto alla media. La droga veniva rifornita dal Nord Europa e dalla stessa Italia attraverso un corriere e veniva poi immagazzinata nelle campagne del comune di Teramo. L’organizzazione agiva a volte singolarmente a volte attraverso collaborazioni tra i malviventi.

A marzo 2023 la polizia ha arrestato un uomo albanese che possedeva 40 chili di cocaina di alta qualità per un valore di quasi 200 mila euro. Attraverso le indagini le forze dell’ordine erano risalite al corriere, originario delle marche, che consegnava gli stupefacenti con una busta con la scritta “Action”, il logo di una catena di discount olandese che attualmente non possiede alcune punto vendita sul nostro territorio nazionale. E proprio questo logo ha dato il nome all’intera indagine. In totale sono stati sequestrati 1 milione di dosi di sostanze stupefacenti, per un valore di 10 milioni di euro.  Agli arresti hanno collaborato la polizia di Teramo, di Ascoli Piceno, di Ravenna, di Bari, di Pescara e Perugia.

Direttore Umberto Buzzoni