Campobasso. Evasori di bolli auto, denunce della Polizia Stradale

timthumbdi Quotidiano Molise

Continuano serrate le indagini della Squadra di P.G. della Sezione Polizia Stradale di Campobasso, volte a smascherare gli evasori dei bolli auto e coloro che con sotterfugi cercano di sottrarsi alle proprie responsabilità connesse alla circolazione dei veicoli.

Questa volta è stato un intero nucleo familiare ad essere scoperto. Sin dal 2006 avevano messo in atto un efficace sistema che gli ha consentito di risparmiare non solo gli importi degli esborsi dovuti ma, addirittura, di trarne guadagni in termini di introiti finanziari.

Il meccanismo consisteva nel fare attestare sul certificato di proprietà del veicolo l’avvenuta vendita in favore di altro soggetto. L’atto veniva asseverato dall’Ufficiale di Anagrafe del comune di residenza che autenticava la firma del venditore e, come per legge, si limitava ad annotare sul documento le generalità dell’acquirente.

Da tale data, sarebbe scattata l’esenzione del pagamento del tributo alla Regione Molise. In realtà la vendita era solo formale e non sostanziale e pertanto essa era un mero espediente per sottrarsi alle responsabilità connesse alla proprietà del veicolo sia sotto il profilo tributario sia sotto quello della circolazione stradale, poiché il proprietario è obbligato in solido con il trasgressore per le violazioni delle norme del Codice della Strada.

E’ stato infatti accertato che i presunti acquirenti erano persone inesistenti e che i veicoli restavano nella piena disponibilità dei finti venditori. Di tal guisa, per le contravvenzioni recapitate per eccessi di velocità ad esempio, era sufficiente inviare un ricorso al Prefetto asserendo la propria estraneità ai fatti perché non più proprietario, supportando la dichiarazione con la copia del Certificato di proprietà dal quale si evinceva il nuovo responsabile in solido. Le Forze di Polizia avviavano quindi la procedura di notifica nei confronti del nuovo intestatario che, in quanto insistente, risultava senza esito, con conseguenti spese a carico dell’Erario.
Non solo.

I tre soggetti individuati, peraltro una coppia di noti professionisti isernini, ed il genitore di uno di loro, dovranno rispondere di truffa continuata ai danni dello Stato dinanzi Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo regionale.

Uscire dall’A27 senza pagare: ecco come agiscono i furbetti dell’autostrada

di Il Mattino

TREVISO – L’autostrada veneta A27 ha circa 100mila euro di danni l’anno, provocati da pedaggi non pagati. A fare la stima è stata la polizia stradale, pubblicata sul Mattino. Uscire senza pagare l’autostrada non è impossibile come sembra.

Le strategie principali sono due. La prima è quella di entrare da una porta a pagamento, ritirare il biglietto, e uscire sulla scia di un veicolo che si serve del Telepass. Il secondo metodo prevede l’uscita da una porta automatizzata. Dopo aver inserito una tessera viacard esaurita c’è la possibilità di chiedere l’apertura delle sbarre, di ritirare lo scontrino, e di pagare in contanti o sul sito internet della società entro una settimana. Una ditta di Milano non ha pagato pedaggi per un importo di 17mila euro e potrebbe addirittura rischiare il pignoramento degli automezzi.

Genova, rissa fuori da una discoteca, ucciso un ragazzo

di Repubblica.it

E’ morto a vent’anni per una coltellata al cuore. Una megarissa davanti ad una discoteca di periferia: trenta giovani ecuadoriani, divisi in due fazioni contrapposte, si sono litigati neppure ricordavano bene perché. E’ spuntato il cotello. Quando sono arrivate le volanti, sulla strada era rimasto un ventenne agonizzante, un suo amico, coetaneo, ferito in maniera grave, ed una ragazza che sanguinava dal volto. Tutti gli altri ragazzi erano fuggiti al suono delle di sirene della Polizia. Ma grazie alle parole del ferito, la polizia ha rintracciato un connazionale della vittima, anch’egli di vent’anni, che avrebbe sferrato il colpo mortale.

La vittima abitava a Rivarolo, in via Teglia, in un edifcio popolare come il suo amico ferito. Nel locale erano entrati ieri sera, ma la rissa e l’omicidio è di stamane, alle 7. La discoteca Las Vegas è un ritrovo abituale di giovani sudamericani, spesso teatro di violente liti e per questo chiusa dal questore per motivi di sicurezza. L’ultimo provvedimento di sospensione della licenza è di qualche settimana fa. Ieri sera era la prima sera di riapertura dopo un periodo di obbligata chiusura.

Nel verbale della polizia, è scritto che la rissa è scoppiata per ‘futili motivi’: una frase fatta che riassume forse qualche apprezzamento pesante verso una ragazza del gruppo, un giudizio azzardato sul comportamento di un amico, qualche spintone di troppo. Il tutto alterato dall’alcol che anche ieri sera era corso abbondante e aveva annebbiato la mente di molti.

“Avevamo capito che il clima era impossibile”, spiegano i buttafuori della discoteca, ” e per questo avevamo preferito spingerli fuori dal locale”. Ma la lite, inziata sulla pista da ballo, è proseguita in strada. Urla, insulti, provocazioni che hanno risvegliato la gente dei palazzi vicini e hanno indotto alcuni a telefonare al 113. Troppo tardi. La coltellata, una sola, ha colpito Pablo Trivino Magas al petto e l’ha ucciso. Il suo compagno ferito, Armando Veliz Arcalle, è stato operato nell’ospedale di Sampierdarena: se la caverà.

Grazie alle dichiarazioni rese dal ferito prima di entrare in sala operatoria, gli agenti della Omicidi hanno  rintracciato nella zona di Campi il ragazzo ecuadoriano di 20 anni che avrebbe accoltellato il connazionale: è in una cella di sicurezza della questura.

Sulle auto della Polizia di Stato spunta il tricolore

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Foto da Agro24.it

Fonte Agro24.it E’ stata presentata questa mattina presso la Scuola Superiore di Polizia di Roma in Via Pier della Francesca 3, la nuova livrea delle auto della Polizia di Stato. Sarà inizialmente adottata su 198 vetture che saranno destinate ai Reparti Prevenzione Crimine (R.P.C.) di Milano, Torino, Genova, Padova, Bologna, Reggio Emilia, Firenze, Pescara, Perugia, Roma, Napoli, Bari, Lecce, Potenza, Cosenza, Vibo Valentia, Siderno, Palermo, Catania, Abbasanta.

Rispetto al passato, i tradizionali colori bianco e azzurro sono intervallati da una banda con il tricolore italiano che sfuma alla metà della fiancata. Rinnovato anche il logo dei R.P.C.

I Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato costituiscono una risorsa strategica che viene impiegata per rafforzare l’ordinario dispositivo di prevenzione e controllo del territorio delle questure. La Polizia di Stato può contare su queste strutture operative per rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni criminali che destano il maggior allarme sociale con una “forza di intervento” rapida, elastica e duttile, da poter inviare su tutto il territorio nazionale.

Le autovetture sono dotate di dispositivi che consentono di effettuare direttamente accertamenti sulle persone fermate sulla strada, nonché di riprendere e trasmettere in Sala Operativa le immagini dello scenario in cui gli operatori sono impegnati, potendo pertanto offrire più precise e dettagliate informazioni per la gestione dell’intervento dalla centrale operativa. Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha così voluto incrementare l’impegno al contrasto del crimine organizzato e diffuso, mettendo a disposizione dei Reparti più operativi nuovi veicoli dotati delle più avanzate tecnologie Il progetto è stato finanziato anche da fondi europei del Programma Operativo Obiettivo Sicurezza 2007-2013, tale dispositivo sarà, infatti, installato sui veicoli delle Questure, Commissariati di P.S. e Reparti Prevenzione Crimine delle regioni Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Al momento la città di Bari sta già utilizzando il sistema in condizioni di piena operatività.

Pediatri corrotti, spingevano per latte in polvere. Arresti e perquisizioni

Fonte ANSA. Bottle-feedingUn giro di mazzette per centinaia di migliaia di euro utilizzati per pagare i “regali” ai medici (smartphone, computer, condizionatori, televisori) e viaggi in rinomate mete turistiche (Sharm el Sheik, India, Stati Uniti, Parigi, Londra, Istanbul e Crociere nel Mediterraneo e nord Europa). E’ quanto scoperto dai carabinieri del Nas di Livorno nell’inchiesta che ha condotto all’arresto di una dozzina di pediatri, di 5 informatori scientifici e di un dirigente d’azienda con l’accusa di corruzione. Secondo le accuse i “regali” servivano perchè i medici inducessero le mamme ad usare latte in polvere anzichè quello materno.

Tra i 12 pediatri raggiunti da ordinanza cautelare ai domiciliari ci sono anche due primari. Per loro, secondo gli investigatori del Nas di Livorno, sarebbe stato più facile convincere le neomamme ad utilizzare latte artificiale anzichè quello materno. Coinvolti nell’inchiesta anche medici pediatri di base, convenzionati con le rispettive Asl. Eseguite in totale 18 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per corruzione e 26 decreti di perquisizioni in Toscana, Lombardia, Marche e Liguria.

Sulla vicenda è intervenuta Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, che ha parlato di azioni di “enorme gravità”. “Mi chiedo come possano medici pediatri andare contro l’etica della professione, contro unanimi pareri scientifici e contro le indicazioni del Ministero della Salute per convincere le mamme ad usare latte artificiale in polvere al posto di quello materno – afferma il ministro -. Il tutto per guadagnare regali di lusso e viaggi gratuiti, sulla pelle di bambini appena nati”. “Non bastano gli aggettivi per descrivere la gravità di questo genere di azioni – aggiunge – e ringrazio i Nas di Livorno che, in collaborazione con la Procura di Pisa, hanno eseguito 18 arresti tra cui due primari e 10 pediatri, dopo una lunga indagine che ha avuto il suo epicentro in Toscana”.

Comportamenti “inaccettabili” per Enrico Rossi, presidente della Toscana. “Gli arresti dei pediatri che avrebbero ricevuto benefit pilotando le madri all’acquisto di latte artificiale di certe ditte, così come le accuse rivolte ad alcuni cardiologi di ricevere anch’essi doni e favori in cambio di determinati dispositivi medici, al di là degli sviluppi giudiziari, che ci auguriamo siano tempestivi – ha detto -, rivelano un quadro di comportamenti inaccettabili e denunciano un costume civile e morale che deve essere censurato, contrastato e cambiato”.

L’INCHIESTA – E’ stata una segnalazione anonima arrivata ai carabinieri del Nas di Livorno nel giugno dell’anno scorso a far scattare l’indagine che ha scoperto un giro di medici e informatori scientifici corrotti che facevano acquistare latte artificiale alle neomamme per l’allattamento dei figli anche se non ce n’era bisogno. Gli investigatori, coordinati dal pm Giovanni Porpora della procura di Pisa, hanno individuato un’agenzia di viaggi compiacente della città della Torre che effettuava false fatturazioni a pediatri per congressi ai quali non avevano mai partecipato ottenendo invece in cambio altri buoni per soggiorni-vacanza da usufruire personalmente. Agli arresti domiciliari sono finiti un dirigente di una casa farmaceutica residente a Limbiate (Monza), cinque informatori scientifici (quattro residenti in Toscana e uno in provincia di Ascoli Piceno) e 12 pediatri, per lo più della provincia di Pisa e tra i quali il primario dell’ospedale del Levante ligure di La Spezia e il primario dell’ospedale San Giuseppe di Empoli (Firenze). L’attività investigativa del Nas toscano è giunta ad accertare una consolidata e diffusa pratica corruttiva che alcune note ditte di alimenti per l’infanzia praticavano per indurre numerosi pediatri a prescrivere latte artificiale ai neonati dietro elargizione di tangenti – sottoforma di costosi viaggi e regali di lusso – e aumentarne così le vendite. Le aziende avevano architettato un complesso sistema per giustificare gli ingenti esborsi di denaro sostenuti per finanziare gli atti corruttivi: gli informatori scientifici dei noti marchi prendevano contatti con i pediatri per “sollecitarli” a prescrivere latte artificiale ai neonati, contravvenendo agli unanimi pareri scientifici sulla necessità di promuovere l’uso del latte materno. Coinvolti i pediatri di base convenzionati con le Asl ma anche i due primari ospedalieri che avevano il compito, secondo quanto accertato dagli inquirenti, di convincere le neo mamme in dimissione a utilizzare latte artificiale per l’alimentazione dei propri bambini.

Sarah, Sabrina e Cosima restano in carcere

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Foto da Aciclico.com

Fonte ANSA. Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano resteranno in carcere per l’intera durata del processo di appello per l’omicidio di Sarah Scazzi. La Corte di assise di appello di Taranto, dinanzi alla quale si sta celebrando il processo di secondo grado, ha disposto la sospensione dei termini di custodia cautelare in carcere per le due imputate, condannate all’ergastolo, e confermato l’obbligo di dimora per Michele Misseri.

La Corte, nella sua ordinanza, ha motivato la decisione con la complessità del processo, la gravità delle imputazioni e l’ampiezza dei motivi di appello (acquisizione di documenti, perizie, esame imputati, molteplicità dei fatti da esaminare tra di loro collegati, richiesta di sopralluoghi).

Concetta: ”Michele e Cosima vogliono parlare? Lo facciano” – “Sentiamo cosa ha da dire Michele”. Così Concetta Serrano, madre di Sarah Scazzi uccisa il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto), ha risposto ai cronisti che le chiedevano un’opinione sulla richiesta del collegio difensivo, al processo d’appello per l’omicidio della quindicenne, di risentire in aula Michele Misseri. Oggi è prevista la seconda udienza del processo dinanzi alla Corte di assise di appello di Taranto. In primo grado Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano sono state condannate all’ergastolo per l’omicidio, mentre Michele Misseri è stato condannato ad otto anni per soppressione di cadavere. Quanto ad una eventuale volontà di Cosima Serrano di parlare in aula, Concetta ha commentato: “Che parlasse”. E sulla sua reazione nel rivedere Sabrina e Cosima, ha aggiunto: “Sono reazioni che non si possono spiegare”.

Corte, no a nuovo esame Michele Misseri – Non ci sarà un nuovo esame in aula di Michele Misseri: la Corte di assise di appello di Taranto, dinanzi alla quale si celebra il processo di secondo grado per il delitto di Sarah Scazzi, ha respinto le richieste difensive di perizia e di interrogatorio dell’agricoltore di Avetrana (Taranto). La Corte ha inoltre disposto la perizia trascrittiva di alcune telefonate, parte delle quali intercorse tra Sabrina Misseri e il padre Michele nelle prime ore del 7 ottobre 2010, quando l’agricoltore fece ritrovare i resti di Sarah Scazzi in un pozzo nelle campagne di Avetrana. Disposta anche l’acquisizione di alcuni documenti e sentenze, mentre la Corte non ha sciolto la riserva sulla richiesta dei difensori di Cosima Serrano di compiere un sopralluogo nella villetta dei Misseri ad Avetrana, scenario del delitto.

Eternit: difesa, non si può processare due volte

Fonte ANSA. Ilogo_eternitl processo per omicidio a Stephan Schmidheiny non si può fare perché “si scontra con il principio che non si può essere giudicati due volte per lo stesso fatto”. E’ quanto sottolinea il professor Astolfo Di Amato, avvocato difensore dell’imprenditore svizzero. Il principio indicato dal professore, che assiste Schmidheiny insieme al collega Franco Coppi, è noto fra i giuristi con la locuzione latina ‘ne bis in idem’. “I fatti elencati dalla procura di Torino nell’inchiesta per omicidio volontario – spiega Di Amato – sono gli stessi che sono stati portati al vaglio della Cassazione nell’ambito del processo per disastro doloso. Vengono solo riproposti in modo diverso”. “In ogni caso – precisa il professore – anche queste accuse sono infondate nel merito. Schmidheiny si è sempre adoperato per la protezione dei lavoratori della Eternit e delle popolazioni delle città in cui sorgevano gli stabilimenti”.

“E’ una tragedia per la gente che soffre e piange i suoi morti. La giustizia deve dare segni concreti di fiducia e speranza”. L’arcivescovo di Torino, mons.Cesare Nosiglia, chiede alla politica “di mettere subito in agenda la riforma della giustizia e delle norme sulla prescrizione”. Parla anche l’ex procuratore capo a Torino: “Provo una sensazione di fortissimo disagio. Bisogna aspettare le motivazioni per capire di più, ma resta il fatto gravissimo di tremila morti che fino a questo momento non hanno avuto giustizia”.

Camusso, promessa premier diventi decreto – Sulla prescrizione del processo Eternit il segretario generale della Cgil Susanna Camusso auspica che ”la promessa del presidente del Consiglio non rimanga tale ma si trasformi in decreto” sulla prescrizione. ”Di decreti se ne fanno tanti – aggiunge – per una volta potremmo essere felici dello strumento della decretazione”.

Oncologi, troppi ritardi in eliminazione amianto – L’eliminazione dell’amianto in sicurezza ”procede con eccessiva lentezza nel nostro Paese, anche per l’esiguità delle risorse. È necessario accelerare i tempi. È forte infatti la preoccupazione per questo minerale presente ancora in grandi quantità e in varie forme in edifici, pubblici e privati, in tutte le nostre Regioni, con la lunga scia di morti per tumore e, in particolare, per mesotelioma”. Lo afferma Carmine Pinto, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), sottolineando la necessità di affrontare la problematica del riconoscimento della malattia professionale per i lavoratori già esposti. “Ogni anno nel nostro Paese sono circa 1200 le nuove diagnosi di mesotelioma – rileva Pinto -. Anche se tale tumore è stato inserito nell’elenco delle malattie professionali, vi sono ancora inconcepibili ritardi nel riconoscimento previdenziale. Vanno inoltre garantiti uguali diritti ai pazienti con mesoteliomi insorti dopo esposizioni ambientali ad amianto, ai familiari dei lavoratori e alla popolazione generale”. L’AIOM, sottolinea Pinto, ”è impegnata perché con un approccio sempre più multidisciplinare tutti i pazienti affetti da mesotelioma possano ricevere con equità e qualità in tutto il Paese i migliori approcci diagnostici, terapeutici e cura dei sintomi e perché, anche per il mesotelioma, si sviluppi la migliore ricerca biologica e clinica”. Il prossimo gennaio, annuncia il presidente AIOM, ”organizzeremo la III Consensus Nazionale per il controllo del mesotelioma della pleura a Bari, una delle aree a ‘rischio’. È fondamentale sensibilizzare le istituzioni e i cittadini sulla gravità e l’impatto della malattia”.

Da ministero Ambiente ulteriore milione a Casale – Dopo gli oltre tre milioni di euro stanziati lo scorso settembre, il dicastero guidato da Gian Luca Galletti, con un decreto firmato nella giornata di oggi, assegna 1 milione e 104 mila euro a Casale Monferrato. Lo rende noto il dicastero sottolineando che “prosegue l’impegno del ministero dell’Ambiente per la bonifica dall’amianto a Casale Monferrato”.

Parma, contestazioni e tafferugli in piazza tra polizia e centri sociali prima dell’arrivo di Renzi

di Il Messaggero

Mentre il premier Renzi era in visita alla Pizzarotti costruzioni, alle porte di Parma, si sono registrati scontri nel centro della città fra la polizia e i centri sociali. Alcuni manifestanti hanno provato a sfondare il cordone di polizia che ha risposto con una carica. Renzi ha incontrato il sindaco Federico Pizzarotti e gli altri primi cittadini del parmense.

Nella centrale strada Mazzini di Parma alcuni collettivi, tra cui lo spazio popolare Sovescio, hanno organizzato una manifestazione per protestare contro le politiche del governo, a pochi metri dalla sede del Comune, protetta da un cordone di polizia. Prima dell’arrivo di Renzi i manifestanti hanno provato ad avvicinarsi al Comune, tentando di sfondare il cordone. A quel punto è partita una carica della polizia che ha respinto i manifestanti, che hanno però continuato a protestare nella strada che dà accesso al palazzo comunale.

Napoli, carabiniere libero dal servizio sventa un furto d’auto

di Il Mattino.it

Carabiniere libero dal servizio sventa un furto d’auto ed arresta uno dei ladri, un rom di 19 anni, che era intento con un complice a scassinare una vettura, facendo recuperare anche una centralina utilizzata per bypassare il sistema di accensione elettronico.

È accaduto a Crispano, nel napoletano, dove un militare libero dal servizio e in abiti civili, è intervenuto dopo aver notato due persone che armeggiavano su un’Alfa Romeo parcheggiata in via Garibaldi.

Il carabiniere si è qualificato ed ha intimato ai due di fermarsi. Questi ultimi, invece, hanno cercato di darsi alla fuga, ma uno dei due è stato raggiunto e bloccato dal carabiniere, i cui colleghi intervenuti sul posto hanno arrestato un 19enne domiciliato nel campo rom della vicina Caivano, e già noto alle forze dell’ordine.

Il ragazzo è stato trovato in possesso di una centralina elettronica modificata che sarebbe stata usata per decodificare i codici e permettere la messa in moto della vettura presa di mira dai due malintenzionati. I militari stanno ora indagando per risalire al complice del tentato furto, mentre il 19enne è in attesa di rito direttissimo.

Aler, tensione allo sgombero: pietre ed estintori contro la polizia. Due arrestati

di Repubblica.it

In via Vespri Siciliani gli agenti reagiscono lanciando lacrimogeni. Sei feriti: due residenti e quattro agenti. Dopo gli scontri i manifestanti bloccano il traffico in più punti, disagi sulla linea 95.

La task force della prefettura contro gli occupanti abusivi non è ancora cominciata, ma la tensione è già altissima. I primi scontri della settimana sono stati in via Vespri Siciliani 71 (zona Giambellino), dove la polizia è intervenuta per uno sgombero programmato di una famiglia di italiani. Antagonisti e alcuni residenti hanno cercato di opporsi all’intervento delle forze di polizia: due residenti e quattro agenti sono rimasti feriti. Due persone sono state arrestate dalla polizia a seguito delle violente proteste.

Il fronte rimane incandescente e anche dopo l’assalto al circolo del Pd di via Mompiani al Corvetto e dopo il precedente di via Salomone dove gli occupanti delle case Aler si erano già scagliati contro le forze di polizia. Sulle pagine Facebook dei comitati si denuncia l’uso di lacrimogeni durante gli scontri. Dalle forze dell’ordine fanno sapere che, effettivamente, per evitare scontri fisici gli agenti hanno lanciato a mano alcuni lacrimogeni. Secondo quanto riferito dalla polizia una quarantina di manifestanti al presidio contro lo sgombero in via Vespri Siciliani avrebbero caricato i poliziotti presenti lanciando pietre, estintori e cassonetti.

Dopo gli scontri, i manifestanti hanno organizzato un corteo improvvisato che si è mosso per le vie del quartiere bloccando il traffico in più punti. È stata fermata per alcuni minuti la circonvallazione
della linea 95 da parte di una cinquantina di manifestanti, all’angolo tra via Gentile Bellini e piazza Pietro Frattini, in zona Lorenteggio. Nei prossimi giorni, la situazione potrebbe peggiorare considerato che il vertice in prefettura dovrà decidere della task force sugli sgomberi annunciata dal presidente Maroni. Un intervento che si prevede massiccio: il governatore aveva infatti parlato di 200 sgomberi nella prima settimana.