Al Prefetto Lamberto Giannini, Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza “per lo straordinario e costante impegno profuso nel contrasto all’eversione e al terrorismo interno e internazionale, per aver saputo alimentare, grazie ad apprezzate qualità personali e professionali, affinate all’interno di un curriculum d’eccellenza, in particolare nella gestione dei servizi di ordine pubblico, il sentimento di sicurezza e di fiducia dei cittadini verso le istituzioni”: l’impegno profuso, nella sua carriera da poliziotto, dal Prefetto Lamberto Giannini, oggi Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, lo ha portato a ricevere, con questa motivazione, anche il massimo riconoscimento della città gigliata.
Il Fiorino D’Oro viene attribuito a Firenze alle personalità che si sono distinte attraverso la loro opera, dando lustro alle Istituzioni e rendendo un servizio alla comunità nazionale e internazionale.
Per oltre 27 anni il Prefetto Lamberto Giannini è stato infatti impegnato nel contrasto all’eversione e al terrorismo interno ed internazionale, conseguendo importanti successi professionali.
Tra questi spiccano gli arresti dei terroristi “rossi” che, con gli omicidi Biagi e D’Antona, avevano ripreso la lotta armata in Italia; le indagini nell’ambito della strage alla stazione di Bologna; quelle sull’omicidio della giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli, assassinata insieme ad altri tre suoi colleghi in Afghanistan; l’arresto nel 2005 a Roma di uno dei terroristi di Al Qaeda che nel luglio di quell’anno aveva tentato di farsi esplodere, con dei complici, nella metropolitana londinese; l’operazione che ha portato alla cattura, in Bolivia, del latitante Cesare Battisti.
Negli ultimi anni, dapprima come direttore del Servizio Centrale Antiterrorismo, poi come responsabile della Polizia di Prevenzione è stato Presidente del C.A.S.A. (Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo), ha inoltre contribuito all’elaborazione della strategia nazionale di contrasto alla pressante minaccia del terrorismo di matrice radicale religiosa, occupandosi, in particolare, del fenomeno dei foreign fighters.
A fronte di questo, il prestigioso conferimento era già stato deciso dal Sindaco Dario Nardella nell’ambito della tradizionale cerimonia fiorentina che ogni anno avviene il 24 giugno in occasione di San Giovanni e viene oggi conferito al Prefetto Giannini nell’ambito dell’evento legato al Percorso alla Memoria organizzato dalla Questura di Firenze in collaborazione con il Comune per ricordare le vittime delle stragi di mafia.
Il Capo della Polizia, nel corso del suo intervento, dopo aver ricordato gli anni investigativi in Toscana che hanno consentito allo Stato di sconfiggere le cosiddette Nuove Brigate Rosse, ha voluto rimarcare l’emozione di ricevere questo premio che rappresenta un motivo di orgoglio per tutte le poliziotte e tutti i poliziotti italiani che con il loro lavoro quotidiano contribuiscono a far accrescere il sentimento di fiducia dei cittadini verso le Istituzioni.
In occasione della cerimonia, la splendida cornice rinascimentale di piazza Signoria ha ospitato la Teca della Quarto Savona Quindici, la Fiat Croma blindata sulla quale persero il 23 maggio 1992 la vita gli uomini della Scorta del Magistrato antimafia Giovanni Falcone: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
La Teca, che il Questore di Firenze Auriemma della provincia ha definito “Sacrario della Polizia di Stato”, è stata mostrata alla cittadinanza nei pressi della Loggia dei Lanzi, a due passi dall’Accademia dei Georgofili sventrata nel maggio del ’93 da un attentato esplosivo di stampo mafioso. Destinato a colpire il patrimonio artistico nazionale custodito negli Uffizi, il vile gesto costò la vita a cinque persone, tra le quali una bambina di appena 50 giorni.
Sia il terrorismo che la mafia distruggono vigliaccamente vite e speranze, spazzando via anche la cultura e la storia di un popolo che ha costruito le sue fondamenta attraverso il sacrificio di uomini e donne. Tutti questi martiri hanno dato la vita per difendere ideali alla base della nostra democrazia.
Tenere sempre vivo il loro ricordo, rende questi valori immortali anche agli occhi delle nuove generazioni alle quali il Questore ha voluto specificatamente rivolgere questo importante percorso, articolato anche attraverso una mostra fotografica che ripercorre alcune delle stragi palermitane oltre a quella fiorentina di via dei Georgofili.
di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo
foto Polizia di Stato