Palermo: favori in cambio della gestione delle spiagge a Cefalù

Un sistema di corruzione legato alla gestione degli stabilimenti balneari sulla costa palermitana è stato scoperto dagli uomini del commissariato di Cefalù, in provincia di Palermo, dopo un’indagine che ha visto coinvolti funzionari pubblici del Demanio e della Regione e liberi professionisti.

Questa mattina sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare, nell’ambito dell’operazione “Spiagge libere”: il dirigente dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, già responsabile del settore Demanio marittimo di Palermo e provincia, un architetto ed un noto imprenditore del settore turistico alberghiero. Nella stessa ordinanza anche un divieto di dimora nella provincia di Palermo per un funzionario istruttore dello stesso Assessorato.

Per tutti l’accusa è di corruzione propria aggravata: avrebbero consolidato un sistema di corruzione per il controllo e la gestione imprenditoriale di uno dei tratti più belli e suggestivi della costa siciliana in favore del noto imprenditore in cambio di favori, benefit e posti di lavoro stagionali nelle strutture gestite dall’uomo.

L’indagine è partita dalla denuncia di un operatore balneare esasperato dal comportamento equivoco dei funzionari in questione che agevolavano l’imprenditore considerato il “padrone”, in rinnovi e concessioni per le sue attività. In effetti dall’indagine è risultato che l’80 per cento delle strutture balneari operanti sulle spiagge di Cefalù fossero di proprietà dell’uomo e gestite per suo conto da familiari e prestanome.

fonte e foto polizia di stato

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