Taranto: presi 28 spacciatori

 L’arresto di un corriere della droga trovato in possesso di 4 chili di eroina purissima, intercettato dagli uomini della Squadra mobile di Taranto nel novembre 2011, ha dato inizio all’indagine denominata “Game over“. L’operazione della Mobile tarantina ha portato all’esecuzione di 28 provvedimenti emessi dal Tribunale di Lecce. Cinque persone sono finite in carcere, 20 agli arresti domiciliari mentre altre tre sono destinatarie dell’obbligo di dimora.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla illecita detenzione, trasporto, commercio, offerta, vendita e distribuzione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, hashish ed eroina.

L’indagine ha fatto luce sull’attività di due gruppi criminali che controllavano lo spaccio in diverse zone di Taranto. Gli agenti hanno analizzato la struttura delle organizzazioni, ognuna autonoma nella propria zona di competenza, ma che spesso venivano in contatto realizzando affari in comune.

Dopo l’arresto del 2011 la Squadra mobile tarantina iniziò ad indagare con intercettazioni telefoniche, ambientali, appostamenti e pedinamenti; ne risultò un quadro ben definito dell’attività delle due bande di spacciatori. La prima, quella più importante, era attiva nei quartieri Tamburi e Paolo VI, mentre l’altra agiva in monopolio nei vicoli della città vecchia.

Il gruppo principale era capeggiato da un leader storico della malavita tarantina, molto rispettato e temuto; era proprio lui che promuoveva il commercio su larga scala della droga e il capillare controllo del suo territorio. Aveva inoltre previsto una sorta di mutua assistenza per i propri affiliati, prevedendo dei contributi economici alle famiglie dei detenuti.

Il leader era affiancato da un altro capobanda di pari livello, imprenditore nel settore delle slot machines (da questo deriva il nome dell’operazione). Grazie alla sua attività lecita, l’uomo trovava canali di sbocco per l’attività illecita. Inoltre utilizzava un linguaggio attinente alla sua attività per cercare di sviare eventuali intercettazioni, parlando di “macchine” o “schede” per indicare in realtà le partite di droga. Tra i suoi compiti c’era quello di procacciare clienti per l’organizzazione, e di gestire diversi canali di fornitura e di smercio delle sostanze stupefacenti, curando l’acquisto e la successiva cessione di grosse quantità di droga.

Nel corso dell’indagine gli agenti della Mobile hanno sequestrato oltre 15 chili di droga, documentando come l’organizzazione fosse in grado di commercializzare elevate quantità di sostanze stupefacenti, grazie ai rapporti con organizzazioni attive nella zona di Bari, in Albania, Basilicata e Calabria.

L’operazione è stata svolta con la collaborazione delle Squadre mobili di Bari, Lecce, Reggio Calabria e Matera e dei Reparti prevenzione crimine di Bari e Lecce.

fonte Polizia di Stato

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