Niente domiciliari per Nicola Mancuso, accusato dell’omicidio di Valentina Salamone trovata impiccata il 24 luglio 2010, alla periferia di Adrano, nel catanese. Lo ha deciso il Gup Francesca Cercone che ha rigettato la richiesta dei domiciliari avanzata dal difensore dell’indagato, l’avvocato Rosario Pennisi. Alla richiesta si e’ opposto il rappresentante delle parti civili, l’avvocato Dario Pastore. Con la donna l’uomo aveva avuto una relazione. Mancuso, 30 anni, e’ in carcere dallo scorso 4 marzo. Secondo l’accusa, l’uomo, sposato e padre di tre figli, avrebbe messo in scena il finto suicidio della giovane, facendola ritrovare impiccata alla trave di una villetta dove aveva trascorso la serata con alcuni amici. Mancuso l’avrebbe fatto per liberarsi di Valentina che stava mettendo a rischio la tranquillita’ familiare. Il Gup ha concesso altri 60 giorni di tempo per la consulenza dei tre periti che devono anche analizzare il Dna su alcune macchie di sangue isolate da carabinieri del Ris di Messina in una scarpa della vittima e che, secondo l’accusa sostenuta dai magistrati Salvatore Scalia e Sabrina Gambino, sarebbero di Nicola Mancuso. La nuova udienza si terra’ il 24 settembre.
Impicco’ amante e simulo’ suicidio nel catanese, resta in carcere
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